Rivalsa

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-Na... Naruto...?

-Non sto scherzando. Prima che ricominci a toccarti, ti conviene spiegarmelo.

-...

-L'hai voluto tu.

Naruto bloccò i polsi di Sasuke con una mano, stringendoli contro il cuscino; avvicinò le labbra al suo collo, ed in un soffio sospirò il suo nome, prima di leccare la zona delicatissima dell'incavo della spalla. La seconda mano piano scese sui capezzoli già turgidi, stuzzicandone uno: il moro sibilò, sospirando.

-Dai... su, dimmelo... o sarò costretto a fartelo gridare.

"Come posso dirti che ho paura di mostrarti come sono veramente, cazzo!" L'orgoglio di quel ragazzo superava qualsiasi cosa: ciò che lo turbava di più non era l'aver provato un tipo di esperienza che non avrebbe mai immaginato di affrontare in vita sua. Né lo spaventava il fatto che gli fosse dannatamente piaciuto andare a letto con una persona dello stesso sesso, nella sua prima volta in assoluto per giunta. Non voleva, anzi, rifiutava l'idea di mostrarsi senza difese, ed il sesso non faceva eccezione. Si sarebbe potuto definire un ragazzo che aveva paura di scoprire se stesso attraverso chi gli stava di fronte.

La tortura per strappare questa confessione assolutamente impronunciabile stava prendendo una piega più definita: era chiaro che Naruto non si sarebbe fermato sino al raggiungimento del suo scopo. Era fatto così, ma due personalità tanto forti faticavano a non cozzare l'una contro l'altra in maniera violenta.

Il biondino si spostò, senza allentare la presa delle ginocchia su fianchi del sottomesso: la sua lingua disegnò una scia lungo il percorso dal collo all'ombelico, avvicinandosi sempre più all'obiettivo ultimo. Ormai le sue mani si erano poggiate sulle sue anche, il naso a sfiorare la virilità da sopra i boxer.

-Sasuke...- Naruto leccò il rigonfiamento sotto la stoffa leggera, -dimmelo, o non potrò più fermarmi.

Per tutta risposta, l'altro prese i capelli dell'amante, sollevando delicatamente la sua testa, per poterlo guardare negli occhi.

-Ho paura di questo, dobe!

Il ragazzo rispose confuso:

-Paura di un... pompino?

I due si guardarono dritti negli occhi prima di scoppiare a ridere. In quel momento Uzumaki capì davvero che qualcosa di importante turbava l'altro, ed era intenzionato a scoprirlo, prima di continuare.

-Era ora tu ti sciogliessi un po'.

Il ragazzo risalì dal bassoventre stendendosi nuovamente accanto a lui. Non disse nulla, voleva attendere fosse l'altro a cominciare.

-Bah,s e te ne parlo mi prometti che poi mi lascerai in pace?

-Certo, se io ti ascolto mi prometti che mi permetterai di continuare?

Sasuke sospirò, sapeva che sarebbe stato inutile tenergli nascosti i propri sentimenti: parlare non fu facile, ma comunque meno complesso di quello che credeva.

-Quindi pensi di sembrare un debole se ti lasci andare?

-Mhn.

-Ma ti rendi conto del fatto che sia una stronzata, vero?- Toccato sul vivo, il moro guardò quegli occhi celesti come il più profondo e limpido dei cieli, perdendosi in quelle meraviglie.

-Mhn.

Il biondo si avvicinò, sfiorò con un bacio le labbra dell'Uchiha, sussurrandogli che sarebbe andato tutto bene; sapeva che l'altro non era affatto un debole, nemmeno se si fosse presentato completamente senza difese. Dapprima irrigidito, il corpo del moro cominciò a stendersi pian piano al respiro ed al calore rassicurante che percepiva con la sua vicinanza. Il desiderio di averlo accanto, più a contatto, cresceva sempre maggiormente.

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