Temporale

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-Ho detto che non è un problema.

-Per me sì!- sbottò imbarazzato Naruto, sapendo che prima o poi avrebbe dovuto affrontare quella questione.

-Usuratonkachi, fai ciò che vuoi.

-Usu... cosa??

Una risata sommessa si levò spontanea, Sasuke si stupì della propria reazione, atipica nel suo carattere. Lo aveva chiamato così con tale naturalezza senza nemmeno accorgersene. L'espressione di Naruto era assolutamente fantastica, buffissima addirittura: al di fuori della norma, se era riuscito a scatenare l'ilarità alquanto complessa dell'amico.

-Il mio letto è sufficientemente grande per ospitarci entrambi, senza scomodare per forza un divano, sai.

-No, no e ancora no!

La discussione interrotta da un fragoroso fulmine che saettò sopra le loro teste: il biondo si tappò le orecchie, abbassando la testa e serrando con forza gli occhi.

"Maddai, ha paura del temporale?" Sasuke percepì il forte disagio di un adolescente che non avrebbe mai ammesso di esser terrorizzato daq ualcosa.

-Dai, stiamo qui ancora un po'.

-S... sì.

I ragazzi si sedettero sul divano, accendendo una lampada dalla luce soffusa e dal colore caldo e rilassante; il volume basso alla tv accesa su un programma a caso (qualcosa di leggero insomma, che potesse distrarre qualcuno da certi pensieri) faceva da sottofondo ad una situazione di lieve tensione.

Il tempo passava: i tuoni scuotevano la tranquillità in casa. Era relativamente presto per andare a riposare.

-Io ti avviso, non ho intenzione di passare qui tutta la notte, chiaro?

-Mhn...

Sasuke si voltò verso l'amico rendendosi conto che si era addormentato: si era accucciato sul divano, facendosi piccolo piccolo. Notò che si era stretto le ginocchia al petto, come avrebbe fatto un bambino spaventato. La sua testa ciondolante finì per poggiarsi sulla spalla del moro; non reagì. Provò a spostare un paio di volte il suo viso, ma nulla da fare. Infine rinunciò, standosene fermo davanti alla televisione accesa, senza far troppo caso al programma trasmesso. Si ritrovò a pensare quanto fosse chiassosa, impertinente ed impulsiva la persona che ora respirava profondamente lì accanto; visto il silenzio e la calma a cui era abituato, solo ora notava la differenza di carattere che c'era tra i due. Non era poi così male avere compagnia, dopo tutto quel tempo passato da solo. Il problema era capire cosa voleva esattamente da questo ragazzo. Ciò che notò, e che un po' invidiava, fu la spontaneità con cui Naruto si mosse quel giorno: le reazioni così intense vissute con tanta facilità. Lui ancora si sentiva turbato dagli avvenimenti degli ultimi tempi, e naturalmente non era capace di muoversi con la sicurezza con cui avrebbe voluto. Mai e poi mai avrebbe ammesso che non era sicuro di quello che stava facendo, era stata pur sempre la sua prima esperienza.

Sino a quel momento si fece guidare principalmente dall'istinto, facilmente assecondato dall'altro che stava vivendo le prime volte le stesse sensazioni. Quando si accorse però che il Naruto avrebbe voluto prendere la situazione in mano, si vergognò al pensiero dimostrarsi nudo, eccitato, senza controllo: questa sensazione lo spaventava, perché lo avrebbe portato a non avere più padronanza di sé, del proprio corpo, persino dei propri pensieri.


*


La proiezione della sveglia digitale segnava le 2,20: i due, completamente addormentati uno di fianco all'altro, si svegliarono di colpo per via di un ultimo roboante tuono.

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