Questa non è una storia d’amore.
O almeno non è una di quelle storie da film, da romanzo rosa o qualche serie di Rosamunde Pilcher. Ma non è nemmeno una storia alla Grey’s Anatomy, di quelle che ti fanno credere che l’anima gemella esista e che, nonostante il lieto fine, termini con la drammaticità che solo un mostro come la Rhimes potrebbe elaborare.
No, questa storia non è minimamente così. E’ una storia reale, vera, nuda e cruda, che difficilmente farebbe successo in un mondo dove il romanticismo esiste solo tra i post di Facebook e nelle descrizioni di Instagram, ma che in qualche modo viene ancora celebrato come se esistesse davvero, come se tutte quelle storie strappalacrime potessero davvero accadere. Beh, svegliatevi. Nulla di quello che vi propinano può essere considerato reale e, tanto per essere ancora più chiari, il romanticismo non esiste più. Lo abbiamo ucciso noi quando abbiamo deciso di spiattellarlo ovunque con il solo scopo di intrattenere palati di ragazzine e ragazzini adolescenti troppo ingenui per rendersi conto di come vada il mondo.
Questa non è una storia d’amore, no. E’ piuttosto la storia di come l’amore si sia spento, soffocato lentamente da fiumi di lacrime e presa di coscienza. E’ la storia di come i sentimenti, nel mondo reale, vengano quotidianamente calpestati.
Perché siamo tutti egoisti innamoratissimi, sì, ma di noi stessi.