Dopo quell’ennesimo capitolo chiuso, mi ero promessa di resistere, di prendermi del tempo e imparare a conoscermi e vivere con me stessa. Avevo passato troppi anni a inseguire sogni romantici, innamorata dell’idea di amare, da dimenticare del tutto che avrei dovuto prima di tutto amarmi. E come si può amare qualcuno che a malapena si conosce?
Certo, avevo comunque i miei bisogni da soddisfare e avevo qualcuno che li soddisfacesse, ma non avevo alcuna intenzione di instaurarci un rapporto che andasse oltre quello.Non mentirò, i primi tempi erano stati durissimi e strani; ritrovarsi dopo anni e anni senza qualcuno affianco più che spaventarmi mi metteva ansia, però ero davvero decisa a portare avanti il mio piano e, pian piano, sono riuscita nell’impresa più ardua di tutte: convivere con me stessa.
Il 2018 sarebbe dovuto essere il mio anno, come tutti quelli prima. Ed era iniziato anche abbastanza bene, togliendo l’influenza maledetta durata due settimane di febbraio e qualche altro piccolo intoppo.Non ero e non sono pronta a ricominciare qualcosa con qualcuno, ma qualche occasione, chiamiamola interessante, era capitata. Farò una lista dei casi umani e non che mi sono passati tra le mani, decretando il mio preferito e lasciando a voi la facoltà di scegliere il vostro preferito.
Salvate il soldato confuso: Alessio, 27 anni, militare, lo conoscevo da un bel po’ di anni, ma solo d’estate ci eravamo rivisti in giro. A fine gennaio mi scrive, iniziamo a sentirci, lui fa progetti a lungo termine, “Quando scendo ci vediamo, diamoci tempo” e via dicendo. Sparisce dopo due settimane, facendomi supporre di essere risucchiato in un buco nero, salvo poi scoprire del suo fidanzamento con una di dieci anni di meno. Champagne! Ultima chicca, è papà di una bellissima bambina che, mi auguro, non venga mai trattata da nessuno come tratta le ragazze il suo babbo.
Mr Insistenza: Alberto, 28 anni, carabiniere. Anche lui lo conoscevo da anni e spesso prendevo in giro alle superiori perché con la sua ragazza di allora, sembravano una ventosa attaccata al cesso. Non smettevano mai e facevano venire il vomito. Mi scrive perché convinto, visti i miei post su Facebook, che fossi la sua anima gemella. Io gli rispondo cercando di fargli capire il mio disinteresse, ma niente. Alla fine tiro fuori la carta “Sono impegnata”, ma nemmeno così demorde. Chiedo perciò a un amico di fingersi il mio ragazzo incazzato e contattare la guardia. Alberto così finalmente capisce e a malincuore - suo - si vede costretto a farsi da parte, con un “Ti aspetterò”. Alby, se leggi, non aspettarmi. Sono pigra e lenta.
Master Convivenza: Federico, 30 anni, tecnico Telecom e appassionatissimo di D&D. Non è il mio tipo fisicamente, ma mi ci trovo benissimo e mi tratta benissimo. Cene, uscite, programmi per il weekend… e un “amore mio” che arriva alla velocità di una Ferrari in piena gara di F1. Gli dico di andarci piano, risponde che lui deve dire certe cose quando se le sente, ma capisce che non è aria, perciò evita. Il culmine arriva quando mi sento rimproverare perché non sono, a suo dire, affettuosa, non gli dico mai smancerie e sono anaffettiva. Replico ricordandogli che ci stiamo frequentando da un mese scarso e che certe cose hanno bisogno di tempo. Lui mi fa notare che ormai è un uomo e che sta puntando a creare una famiglia, perciò se entro sei mesi non andiamo a convivere, è inutile proseguire. E io non posso che essere più d’accordo. In bocca al lupo per la brillante carriera di Master!
Il bad boy: Edoardo, 29 anni, laureando in economia e PR. Mi contatta lui con una sfacciataggine che mi incuriosisce, gli lascio il numero e organizza un’uscita. E’ intelligente, ironico, sexy. Quello che doveva essere un aperitivo, si trasforma in un’intera serata passata insieme. Ci scappa un bacio e il giorno dopo non facciamo che messaggiarci. Il giorno dopo ancora mi chiama per comunicarmi che non se la sente di continuare perché io sono una brava ragazza, mentre lui è uno a cui piace fare il cattivo. Detto, fatto.
L’orso innamorato: Alessio, 25 anni, tuttofare. Frequentavamo la stessa scuola e, a causa del suo taglio, era stato da me ribattezzato Bieber dei poveri. Sono io a contattarlo per via di una Instagram story a causa della quale il mio udito si è indubbiamente abbassato. Mi risponde il giorno dopo e mi dice che le cose che pubblico lo fanno ridere. Iniziamo a parlare e mi ci trovo benissimo. Usciamo e mi rendo conto che gli anni gli hanno fatto molto bene, conseguentemente lo trovo fuori dalla mia portata. Con mia immensa sorpresa, continua a scrivermi dopo l’uscita e usciamo altre volte. E’ dolce, cerca in tutti i modi di scacciare il mio cinismo, di farmi ricredere nel romanticismo, passiamo notti intere a scriverci o parlare al telefono. Di colpo, mi rendo conto che qualcosa cambia, lo sento più distaccato, devo essere io a cercarlo. Gli domando cosa stia succedendo e mi rassicura sostenendo di avere dei periodi di isolamento. Mi fido, ma la sensazione di inculata dietro l’angolo non passa. Una notte, alle 3 del mattino, mi chiama per parlare e, in sintesi, mi confessa di essere ancora innamorato della sua ex e che non gli passerà tanto presto. Capisco che tra noi non ci sarà mai nulla e mi metto l’anima in pace. Continuiamo a "frequentarci", fino al giorno in cui io mi stufo del tutto di cercarlo e a lui non sembra importare molto della cosa.
Ed è proprio lui il migliore tra tutti, perché quello che mi fa capire, anche se non lo saprà mai. Ale, se leggi, sei un bastardo, lo sei davvero, però ti ringrazio per quel lavoro di demolizione del muro che hai fatto su di me. Ultima cosa che ho da dirti: tagliateli quei capelli. Stai diventando calvo e i cappellini dell'Adidas non lo nasconderanno per sempre!