Capitolo Primo - Agata

14 0 0
                                    

Il sole era appena sorto o perlomeno ci stava provando, si iniziavano a vedere i primi raggi di luce che accarezzavano l'acqua cristallina e Pietro era lì, sulla sua barca, immerso nel silenzio del mare, interrotto soltanto dallo stridio dei gabbiani, che affamati volteggiavano lì attorno. Qualche leggera onda, di rado, cullava la Maria, trasportando il pescatore in quell'attimo così caro che si concedeva ogni mattina. Aveva smesso di fumare da trent'anni, eppure quella sigaretta la portava sempre con sé, la rigirava tra le dita, la osservava, poi, guardando l'orizzonte respirava il mare a pieni polmoni, chiudeva gli occhi e si sentiva in pace con il mondo e solo a quel punto riponeva la sigaretta nella tasca anteriore destra dei suoi logori blue jeans quindi, sospirando, ripeteva a se stesso: diamoci dentro, è lunga la giornata.

Tirava su il pescato, recuperando i pesci e scartando alghe e bottiglie che spesso si impigliavano nelle reti e che lo facevano imbestialire. Tornato in porto si rilassava ripulendo e sistemando le reti, ascoltava divertito gli amici che urlando richiamavano l'attenzione dei mattinieri passanti sul pescato del giorno. Finiva sempre verso le nove, quando il sole era già alto. Pensando che dopotutto la giornata era iniziata bene.

Quella mattina, dopo aver terminato, raggiunse i suoi amici che come lui avevano appena finito, e rimasero così a chiacchierare fino all'ora di pranzo.

- Oh Francè, hai saputo di Carlo? Chiese Renato, detto "il giornalista" perché aveva l'abitudine di fare domande inopportune a chiunque in paese.

A quella domanda tutti notarono in fretta il posto barca vuoto che, fino a quel momento, era passato inosservato e Francesco, un uomo curioso per natura rispose: no, non è ancora tornato, tu che sai?

Renato farfugliò qualcosa, ma le parole risultarono incomprensibili ai pescatori che aspettavano curiosi una sua risposta, quindi tirò un respiro profondo e disse: Se n'è andato, l'hanno trovato a riva stamattina. Io l'ho appena saputo.

Il gruppo di amici rimase dubbioso e sconcertato dalla notizia appena appresa, poi Domenico ruppe il silenzio: il mare è crudele, non si tiene mai niente che non è suo.

Michele leggermente imbarazzato riprese: subito a pensare a male, chissà che avrà capito.

Renato, permaloso ribatté: siete voi che non volete capire.

L'attenzione si spostò velocemente altrove, videro i carabinieri che erano appena arrivati, loro che giù alla marina prima delle quattordici non si vedevano mai, avevano parcheggiato l'auto di servizio poco distante dal gruppo di pescatori e lentamente si stavano avvicinando.

Erano in due, il più giovane era alto e magro, viso pulito, appena rasato, cappello in testa, uniforme tirata a lucido e l'aria fiera di essere nell'arma, Pietro lo guardò e pensò: fresco, fresco d'accademia.

L'altro più anziano , era un po' più basso e un po' più in carne, con un bel paio di baffi sale e pepe, il maresciallo stava lì in paese da così tanto tempo che gli si poteva dare la cittadinanza. Il paese era tranquillo, non succedeva mai niente e al maresciallo stava bene così.

Si avvicinarono agli uomini che da lontano li guardavano incuriositi quasi come se li aspettassero, il maresciallo li squadrò uno ad uno, portavano ancora addosso i segni e la puzza di una notte in mare, pensava che ci voleva coraggio ad essere come loro, poi riprendendosi dai suoi pensieri disse: lo sapete cos'è successo vero? Qua giù sapete sempre tutto.

Gli uomini si guardarono tra di loro senza dire nulla, poi guardarono Renato che fece cenno di si con la testa.

Allora il carabiniere tornò a dire: c'era qualcuno con lui stanotte quando è uscito? Sapete la sua barca dov'è?

I pescatori continuarono a guardarsi a vicenda aspettando che qualcuno parlasse, poi Pietro ruppe il silenzio: era da solo.

Indicando con la testa uno spazio vuoto tra due barche non troppo distante da lì, aggiunse: Quello è il posto di Agata. Ma lei non c'è.

- Agata? Domandò incuriosito il giovane carabiniere.

- La barca è. Lo riprese il maresciallo tradendo il proprio accento.

- Cosa è successo? Domandò Michele.

- È morto. Probabilmente ha perso l'equilibrio e la corrente ha fatto il resto. Caso chiuso. rispose il maresciallo che subito dopo lì salutò cordialmente e andando via con il suo collega.

Pietro li guardò allontanarsi, intanto, i suoi amici ormai provati dalla nottata e dalla notizia si salutarono a loro volta e prendendo strade diverse, mentre lui rimase lì, fermo sul molo, rapito da mille pensieri. Lentamente si avvicinò al posto vacante della barca di Carlo, di certo non poteva tornare da sola, non faceva una piega, doveva essere alla deriva da qualche parte.

Guardò l'orologio, era ancora presto e di tornare a casa proprio non ne aveva voglia, con poche falcate si diresse verso La Maria e con l'agilità di un ragazzino saltò a bordo, mollò le cime e accese il motore, quindi con pochi movimenti mosse il timone e tirò fuori l'imbarcazione dal porticciolo, La Maria aveva sempre resistito, anche con le peggiori tempeste, era sempre tornata a casa e Agata doveva fare lo stesso.

Fiancheggiò la costa e dirigendosi nord-ovest, dal mare osservava le casette con i loro colori accesi che lasciavano il passo a lidi e spiagge ancora deserte.

Carlo pescava sempre da quelle parti anche se lì di pesci ce ne erano pochi e gli altri ne stavano alla larga. Rallentando, Pietro si guardò intorno, Agata doveva essere lì da qualche parte, scrutò l'orizzonte ma nulla solo uno sconfinato mare azzurro.

Pietro continuò la sua traversata domandandosi dove potesse essere finita l'Agata se non era più lì. Percorse quel tratto di mare più e più volte, magari la corrente l'aveva portata lontano, cercava un relitto alla deriva o qualsiasi altra cosa, ma tutto gli faceva pensare che quella notte Agata non fosse mai stata lì.

Come il vento nel mareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora