Capitolo Quarto - Confessioni

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Era tardo pomeriggio quando Pietro riaprì gli occhi, c'era silenzio in casa, probabilmente Marisa era tornata in azienda, Otto russava ancora ai suoi piedi e la tv trasmetteva l'ennesima replica di chissà quale serie tv.

Stiracchiandosi si alzò e andò in cucina, c'era una goccia di caffè ormai gelida lasciata nella moka. La guardò, poi con un sospiro la lasciò lì dov'era, il caffè di Marisa faceva già pena quando era appena fatto, freddo poi ... era anche peggio. Andò all'ingresso, accarezzò la testa del cagnolino che svegliandosi lo aveva visto avvicinarsi alla porta e gli disse: tranquillo, vado solo a fare un giro. Indossò la giacca a vento, chiuse la porta dietro di sé e uscì.

Salì in sella e senza pensarci due volte si diresse giù alla marina, ormai il vecchio scooter ci si dirigeva da solo, fece un giro nel parcheggio, si guardò la Maria che placida restava immobile nell'acqua, quindi fermò la vespa di fronte all'unico bar che c'era lì giù..

Andò verso il bancone, la ragazza non appena lo vide gli preparò piattino e bicchiere d'acqua e senza nemmeno farlo parlare gli preparò "il solito" , caffè amaro, corretto con una goccia di sambuca. Lo bevve tutto d'un sorso e salutando la ragazza, lasciò i soldi e mancia sul bancone e andò via.

Aveva voglia di fare due passi, non gli capitava spesso, ma se succedeva se lo concedeva sempre.

Con le mani in tasca e la testa altrove s'incamminò sul lungo molo, continuava a pensare al povero Carlo ed era sempre più convinto che non era vittima di un incidente, portò lo sguardo all'orizzonte, ancora un po' e il sole sarebbe tramontato, continuò a camminare finché non incrociò Michele, seduto su una panchina, anche lui respirava il mare.

Gli si sedette di fianco, questo nel vederlo rimase un po' sorpreso e gli domandò: cosa c'è Piè? Anche tu ci stai ancora pensando?

Pietro, continuando a mirare il mare disse - c'è qualcosa che non va. Non è stato un incidente. Carlo lo faceva da troppo per morire cosi, in quel modo.

Michele tirò un sospiro, poi poggiando una mano sulla spalla dell'amico riprese - non ci pensare, è stata una lunga giornata.

- Che non è ancora finita. Aggiunse Pietro. Com'è possibile? Non ha senso, c'è qualcosa di sbagliato.

- Calmati detective, tu vedi cose che non ci sono. Disse Michele con un filo di voce.

- Non ci sono?Non torna nulla, ma sembra che a nessuno importi. Nicola ha mentito, ha detto che era a casa, invece io l'ho visto, proprio qua giù, proprio stanotte. E la barca? Ci ho messo ore per ritrovarla. Lo abbiamo visto uscire, lo abbiamo visto tutti, eppure la barca non era dove doveva essere.

- Amico, Nicola ... tentennò un istante poi riprese; - Nicola era con la cameriera, hanno un storia e lei è sposata, si vedono di nascosto. Si fermò un istante poi alzando la voce - Ma ti senti? come diavolo avrebbe fatto a raggiungere suo fratello, ucciderlo e tornare a riva senza una barca e senza che nessuno lo vedesse. Lo hai detto tu, eravamo tutti lì.

Pietro restò immobile, lo sguardo perduto nel vuoto, mentre attento ascoltava le parole dell'amico.

- Magari non ha pescato nulla e ha fatto un altro tentativo da qualche altra parte, magari è come hanno detto il maresciallo, magari è stato sorpreso da un onda ed è finito in mare.

Pietro pensò, Ma si, magari ha ragione, effettivamente quando ho ritrovato Agata le reti erano a bordo, ancora aggrovigliate, ma senza pesci. E mentre pensava tutto questo, alzò di colpo lo sguardo e con gli occhi spalancati si voltò verso Michele.

I suoi stessi pensieri si dipanarono alimentando nuovi dubbi quindi li ripeté ad alta voce: e tu come lo sai? Come sai che le reti erano vuote?

Michele, che era sempre stato un uomo calmo, che non si faceva mai scuotere da nulla, improvvisamente sembrava agitato, cercò di ritrovare la propria calma, ma più si sforzava, più sembrava agitato e più Pietro si insospettiva, quindi disse: me lo hai detto tu, poco fa.

- No, non l'ho fatto, lo avevo dimenticato, finché tu non me lo hai ricordato.

- Allora avrò visto le reti in disordine sulla barca. Si giustificò ancora Michele.

- No, le ho messe al loro posto mentre aspettavo Nicola, tu lì non c'eri, eri già andato a casa, non c'era nessuno. Cos'è successo stanotte?

- Non è successo niente, io non so niente, l'ho visto pescare, era nella mia zona, poi me ne sono andato. Tutto qui.

- Pietro restò in silenzio ancora qualche istante, continuando a guardare l'amico con sguardo fisso, Michele era a disagio ed era sempre più chiaro che nascondesse qualcosa.

Poi tutto tornò al proprio posto, come i tasselli di un puzzle, finalmente Pietro aveva capito.

Con estrema calma si mise una mano sulla spalla dell'amico come lui aveva fatto pochi minuti prima e iniziò dicendo - è come dici tu, ha pescato poco e ha cambiato zona, ma era tardi per gettare di nuovo le reti così ha cercato in quelle di qualcun altro, nelle tue, e tu lo hai visto.

Sentiva il corpo dell'amico che ormai tremava sotto la sua presa ma la sua mano sulla spalla di Michele restava immobile, forte ma pur sempre di consolazione. alla fine il vecchio pescatore non né pote più e confessò: l'ho trovato che prendeva i pesci dalle mie reti, l'ho affiancato e l'ho affrontato, abbiamo discusso, sarà passata una barca grossa a largo e qualche onda ci ha sorpresi. Ma è vero, Lui è caduto, non l'ho spinto. Ho provato ad aiutarlo ma l'acqua era nera e la luce era poca, inutile. La corrente era forte, deve averlo trascinato lontano perché non l'ho più visto. L'ho chiamato, ho urlato il suo nome, ho provato a cercarlo, ma intorno a me c'era solo oscurità e silenzio. Non sono riuscito ad aiutarlo. Ho pensato che non ci fosse più nulla da fare, ho preso il pesce e me sono andato via. Sperando che qualcuno lo ritrovasse.

Pietro lo strattonò e lo abbracciò, quindi gli disse: è stato un incidente, amico, non volevi fargli del male.

Michele si sciolse dall'abbraccio e disse: No, ero arrabbiato, ma non volevo ucciderlo. Cosa farai adesso? Andrai a denunciarmi?

- Io? Io sono un pescatore, non un detective. Tu piuttosto, cosa farai?

Il sole stava tramontando lentamente lasciando spazio alla notte e a qualche stella che presto sarebbe apparsa nel cielo, un soffio caldo si alzò dal mare che come una carezza sfiorò il volto di Michele, e in quel momento l'uomo seppe cosa fare. Pietro si alzò il bavaro della giacca i due si guardarono per un ultima volta, poi, Michele, l'amico di una vita, con un lieve movimento del capo annuì a quel discorso silenzioso e lo salutò senza aggiungere alcuna parola.

Pietro se ne andò per la sua strada, era stata davvero una lunga giornata, interminabile. Ma finalmente era finita.

Come il vento nel mareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora