Capitolo Terzo - Verità Sfiorata

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Pietro dopo essere sceso dalla propria imbarcazione si portò a bordo della Agata e mentre sistemava le reti dell'amico estrasse il cellulare e cercò di fare una telefonata. Impiegò qualche minuto, doveva trovare il numero, era solito chiamare Carlo, non suo fratello, quando ebbe fatto pigiò sul tasto verde e telefonò.

- Nicò, sono Pietro, mi spiace per tuo fratello.

- Grazie Pié, sei un amico.

- Ho recuperato Agata, sta bene, so che lui non l'avrebbe lasciata.

- Hai ragione, lui era fatto così.

- Ora ti porto le ... Ma Nicola lo interruppe prima che potesse finire la frase

- Grazie, hai già fatto abbastanza, scendo io. Ho bisogno di una boccata di riprendere fiato.

- Sai dove trovarmi. E chiuse il telefono.

Il pescatore aspettò per un po', si stava facendo tardi e lui non aveva ancora pranzato, cercò l'orologio sul polso destro anche se non era mancino, e in quell'istante lo vide, Nicola, di qualche minuto il fratello minore di Carlo, non lo aveva mai guardato bene veramente anche se poche erano le volte in cui aveva avuto a che fare con lui e non con il fratello. Avevano gli stessi capelli castani e occhi chiari, Carlo era un po' più robusto, ma i suoi forse erano muscoli, mentre il fratello era decisivamente molto più snello.

Quella mattina indossava un maglione a collo alto, blu scuro, sopra un paio di vecchi jeans, aveva la faccia sconvolta e stanca come chi non aveva dormito molto, ma dopotutto era comprensibile, aveva pur sempre perso suo fratello.

Pietro gli andò in contro e senza pronunciare parola, appena gli fu vicino, lo abbracciò, la sua presa era forte e a Nicola mancò quasi il respiro, i due si staccarono e il pescatore gli disse: mi dispiace veramente per Carlo era un brav'uomo.

- Grazie Piè, grazie di tutto. Fece una pausa poi riprese e si lasciò andare: E pensare che ieri sera dovevo essere con lui.

Pietro lo guardò sorpreso, Nicola non usciva quasi mai per pescare con loro, tranne che per poche, rare eccezioni.

Nicola continuò, - Resto sempre io, fino a tardi, per chiudere il locale, così lui può andare e fare quello che ama. Anche ieri ho fatto lo stesso, ho chiuso e sono andato a dormire. L'ho lasciato solo.

- Capito, rispose Pietro, poi lo guardò e riprese, sai perché Carlo aveva cambiato zona?

- ah si, strano, lo conosci, lui è un tipo abitudinario, ultimamente dice che le correnti stanno cambiando e che i pesci non sono più quelli di una volta. Senti Piè, ti ringrazio ancora, ma ora devo andare, ho una troppe cose da sistemare, fra il locale e i carabinieri pare che lo vogliano tutti da me.

- Vai vai, non ti preoccupare e se hai bisogno chiama, io e gli altri siamo a disposizione.

I due si salutarono e Nicola si avviò verso la direzione da cui era venuto.

Il pescatore lo guardò allontanarsi, lo vide salire sulla vecchia panda impolverata, squadrò bene l'auto che lo colpì, gli ricordò qualcosa, ma non sapeva bene cosa.

Salì in vespa e mise in moto, era ora di tornare a casa, attraversò il parcheggio e imboccò la via del ritorno.

La ripida salita era appena iniziata e dalla prima curva venne fuori un auto scura che quasi lo travolse.

Questi forestieri, sempre di corsa. disse fra se e sé.

Riprendendo la strada ricordò. Proprio la sera precedente, proprio in quella curva, l'aveva vista, l'auto di Nicola.

Che strano, Nicola aveva detto di essere andato a dormire. Cosa ci faceva qui giù a quell'ora? Perché aveva mentito?

Tornò a casa rimuginando sulle troppe domande che gli affollavano la testa, aveva bisogno di un bagno caldo, aveva bisogno che l'acqua lavasse via quella giornata interminabile.

Finalmente pulito e rinvigorito uscì dal bagno, sentì un certo languorino, non era proprio fame, lo stress della giornata gli aveva tolto l'appetito ma aveva solo bisogno di mettere qualcosa nello stomaco.

Arrivato in cucina trovò Marisa, sua moglie, che sentendolo rientrare, aveva pensato di preparargli qualcosa da mangiare.

- Scommetto che ti sei dimenticato di nuovo di mangiare. Non è vero?

- La mattina è stata lunga, mangiare, era l'ultimo dei miei pensieri?

- Ho sentito del tuo amico, mi dispiace, dicono che è stato un incidente. Tu come stai?

- Già dicono così. C'è qualcosa che non va.

- Cos'hai, non ti senti bene?

- Ma chi io? Sto bene. Perché?

- Ma .. ma, hai detto che c'è qualcosa che non va.

- Ah, parlavo di Carlo, non credo sia stato un incidente.

- Ora vuoi fare pure il detective? tu guardi troppi polizieschi. Ironizzò la moglie.

- Ma quali polizieschi e detective, Carlo è morto e il fratello va raccontando cazzate a destra e manca, sbottò Pietro esausto.

- Chi Nicola? Irrise la moglie.

- Ma se lo sanno tutti che quei due non andavano per niente d'accordo, litigavano dalla mattina a la sera, per il ristorante, per la barca, per i soldi. Per tutto.

- Ma lo conosci, non è un assassino. È vero, non andavano d'accordo, ma addirittura ucciderlo? Non è da lui.

Pietro rimase in silenzio, si sedette a tavola e continuò a guardare Marisa che finalmente scolava la pasta.

- Si mangia allora, disse con un mezzo sorriso, la fame gli era appena ritornata.

- Si vecchio brontolone, disse la moglie mettendogli davanti un il piatto.

Il pescatore mangiò con ingordigia, fece anche il bis tanto che era affamato e con un bel bicchiere di vino accompagnò il tutto. Si alzò e senza dire una parola si andò a buttare sulla sua vecchia poltrona, accese la televisione, immediatamente Otto, il vecchio e fedele bassotto gli si piazzò di fianco e in pochi istanti i due si addormentarono.

Come il vento nel mareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora