Capitolo Secondo - Ritorno a casa

10 0 0
                                    

Pietro osservò ancora una volta quell'immensa massa d'acqua, faceva caldo, troppo per essere una giornata di inizio aprile. I primi venti primaverili iniziavano a soffiare, mutando le correnti e con esse la superficie delle onde, e d'improvviso un soffio caldo si alzò dal mare come un sospiro, accarezzandogli il viso, socchiuse gli occhi a quella piacevole sensazione e ascoltando il suggerimento del suo più intimo amico, ebbe la certezza che quella notte non era affatto come sembrava.

Uscì il piccolo cellulare che portava in tasca, era sempre stato un po' avverso alla tecnologia, aveva un vecchio modello che non usava mai e conosceva i numeri importanti a memoria perché di cercarli nella rubrica non ne era capace. Elena, la sua segretaria, gliel'aveva mostrato un'infinità di volte, ma lui rispondeva sempre che quegli affari non facevano per lui, che era un uomo di mare e a mare non servivano, così chiamate e tutto il resto le lasciava a lei, mentre lui si dedicava a quello che sapeva fare meglio, pescare, e andava in ufficio raramente, solo quando la sua presenza era strettamente indispensabile.

Ma quello non era il momento di pensare ad Elena e le sue prediche, doveva concentrarsi, digitò il numero di suo nipote Mario, che lavorava in capitaneria da qualche anno, prestando servizio in varie parti di Italia, finché, un giorno era riuscito ad avvicinarsi alla propria terra.

Il cellulare fece uno squillo, due squilli, tre squilli, - eddai Mario, rispondi, stai sempre con quell'affare in mano.

E poi eccola, la voce di suo nipote all'altro capo, Ciao zio come va?

Oh bene Mario, grazie, ma dimmi una cosa, sei a lavoro?

- Si, dimmi, che succede?

- Mi puoi dire stanotte da dove tirava il vento? com'erano le correnti ?

- Zio penso che tu lo sappia meglio di me, perché me lo chiedi?

- È solo una curiosità, cosa puoi dirmi?

- Cosa vuoi sapere di preciso?

- Com'era il tempo dalle parti della vecchia Baietta?

- Ok, dammi qualche secondo che controllo.

Pietro restò in ascolto, sentì il giovane battere su una tastiera, e poi eccolo, Mario tornò al cellulare e disse: il vento tirava da sud- est mentre le correnti erano le solite, nulla di strano, ora mi vuoi dire che succede?

Pietro si guardo intorno, quindi rispose al nipote: niente, niente, era solo un dubbio. E chiudendo il vecchio telefono ringraziò il nipote.

All'altro capo, Mario non fece in tempo a salutare lo zio che ormai la telefonata era già terminata.

Velocemente Pietro girò il timone, invertì la rotta e si diresse verso sud.

Navigò in quella direzione fino a superare il porto, continuò dritto seguendo la costa, senza una meta precisa. Come uno stupido aveva pensato subito alla "Baietta" quando gli avevano detto del corpo, non avrebbe mai pensato che proprio quella notte Carlo avesse potuto cambiare zona di pesca.

Finalmente la vide, Agata era ancora lì, immobile, dove Carlo l'aveva lasciata, l'ancora aveva retto tutta la notte, e lei era restata in mare aperto, in balia di quelle correnti che non l'avevano smossa di un solo millimetro. Vi si affiancò e con un balzo salì a bordo della barca, il suo interno era tutto in disordine, le reti si erano asciugate tutte arrotolate, proprio un bel disastro.

Strano pensò Pietro, le reti erano state tirate e di pesci nemmeno l'ombra. Poi pensò, che probabilmente non era stata una buona nottata, e per questo Carlo aveva cambiato zona, capitava a volte.

Con una delle cime che aveva portato con sé rimorchiò l'altra imbarcazione, poi tornò a bordo della sua Maria e lentamente si diresse verso il porto, trainando finalmente Agata a casa.

Chiamò a sé dei ragazzi che passeggiavano lì vicino, che lo aiutarono a mettere al loro posto entrambe le imbarcazioni, con fatica e qualche lamentela però riuscì nel suo intento, riportare a casa Agata.

Ringraziò e salutò i ragazzi e guardandoli andare via, con un leggero accenno di sorriso borbottò sottovoce.

Come il vento nel mareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora