Senza che me ne renda conto arriva domenica, domenica 19 maggio. Il giorno successivo moltissime ragazze e altrettanti ragazzi avrebbero realizzato uno dei loro sogni. Se avrò fortuna forse riuscirò a scorgere i membri della band da lontano. So che soffrirò ad andare là ma non mi importa, voglio esserci comunque, voglio essere presente al loro primo concerto in Italia, anche se non fisicamente, ma ci sarò con il cuore. Preparo tutto ciò che mi servirà per il giorno dopo, partirò presto con delle mie amiche. Voglio essere tra i primi ad arrivare sotto all'Arena, voglio godermi lo spettacolo in qualunque modo possibile. A separarci sarà un muro di pietra, ma questo non mi scoraggia, anche se male potrò comunque sentirli ed è questo l'importante. Suona la sveglia delle 6:00, faccio colazione, mi preparo e con le mie amiche ci ritroviamo alla stazione. Sul treno non ascolto nessuno, il suono della musica risuona nelle mie cuffie con una forza indescrivibile. Appoggio la testa al finestrino e osservo l'orizzonte scorrere veloce, una leggera nebbia compromette la visuale, le ruote del treno scorrono sulle rotaie quasi silenziosamente. Il treno è semivuoto, solo qualche ragazzo impegnato a giocare con l'Ipad e ad ascoltare musica. Dopo circa 2 ore il treno si ferma, siamo arrivate. Prendiamo le nostre cose, scendiamo e cerchiamo l'autobus che ci porti fino all'Arena. Dopo circa 20 minuti arriviamo a destinazione, scendiamo e davanti a noi uno spettacolo meraviglioso. La luce del mattino illumina l'Arena di Verona rendendola incredibile, mi sento spaesata davanti a tale maestosità.
Ci accampiamo davanti all'Arena, ascolto un po' di musica per ingannare il tempo e nel frattempo la piazza si riempie di gente, ragazze e ragazzi elettrizzati dal grande evento e genitori disperati che non vedono l'ora che quel giorno infernale finisca. Insieme ad altri gruppi vicini a noi, cominciamo a cantare le loro canzoni e in pochissimo tempo tutta la piazza cantava all'unisono sulle note di una delle loro canzoni più celebri. Sento delle urla provenire dalla parte posteriore della folla, mi giro e vedo il bus dei ragazzi arrivare. Il cuore inizia a battermi all'impazzata, non riesco più a capire dove mi trovo. Ricevo spinte, botte e calci provenienti da ogni direzione. La folla inizia a spingere verso le transenne per cercare di avvicinarsi il più possibile, al punto da comprimermi contro una di essa. Non riesco a respirare, i miei polmoni sono completamente schiacciati e non riescono più a ricevere ossigeno. Ad un tratto l'ambiente intorno a me inizia a farsi piccolo e confuso, un leggero formicolio mi attraversa le gambe. La vista si fa nera, tutto intorno a me perde spessore e dimensione. Svengo. Il mio corpo inerme a terra attira l'attenzione delle persone lì presenti che subito cercano aiuto e chiamano i soccorsi. Nel frattempo la band arriva sotto all'Arena, saluta i fan e si ferma a fare foto e autografi. Passano di fronte a noi e notano il mio corpo a terra, ancora privo di sensi. Uno dei ragazzi, mosso da un impulso, sposta la transenna bruscamente e si avvicina.
"Cosa le è successo?" domanda preoccupato. Le persone intorno a me, confuse ed incredule a quello che sta accadendo, non riescono a rispondere; alla fine una mia amica si fa avanti e risponde.
"Non lo sappiamo, ha perso i sensi all'improvviso. "
Senza perdere tempo mi solleva da terra e, seguito dai paramedici che nel frattempo erano giunti sul posto, mi sposta all'interno dell'Arena lontano da urla, affollamento e da tutto ciò che potesse peggiorare
ulteriormente le mie condizioni. Vengo visitata e i paramedici arrivano ad una diagnosi: calo di pressione. Mi posizionano lungo un lettino improvvisato con le gambe sollevate, sperando che avrei acquistato nuovamente i sensi nell'arco di pochi minuti. Mi sveglio circa 2 minuti dopo, confusa e senza la consapevolezza di cosa fosse successo. Mi guardo intorno spaesata, non riconosco nessuno. Chi mi ha salvata si accorge del mio risveglio e si avvicina.
"Ciao come ti senti? Sai dirmi come ti chiami?"
Per un attimo ho creduto di sognare, mi strofino gli occhi con la speranza di rendere la vista più nitida: niente è cambiato, la stessa figura rimane immobile di fronte a me.
"Cosa mi è successo?" La testa pulsa, porto una mano alla tempia per cercare di alleviare la pressione ma la situazione non sembra migliorare.
"Sei svenuta tra la folla, ti abbiamo portata qua per cercare di farti riprendere. Io sono Harry."
"Sara, o almeno credo. La mia borsa? Avete visto la mia borsa?" Inizio ad agitarmi, mi guardo intorno ma non riesco a vederla. Ho bisogno di trovarla, dentro ho cellulare, portafoglio, chiavi, tutto quanto.
"Calma non agitarti, eccola. Mi sono permesso di farla prendere da uno dei nostri."
La afferro e controllo il contenuto al suo interno: non manca niente per fortuna. Tiro un sospiro di sollievo e finalmente posso concedermi qualche secondo di tranquillità. Terminati tali secondi, realizzo effettivamente con chi stavo parlando fino a quel momento. Non può essere vero, non è possibile. Alzo lo sguardo e lo osservo, è esattamente come me l'ero immaginato. Non riesco a decifrare l'altezza perché è chino verso di me, ma la corporatura robusta e ben definita è inconfondibile.
I capelli marrone scuro, riccioli e folti. Gli occhi sono di un verde intenso che solamente a guardarli il sangue si congela nelle vene. Indossa una maglia a maniche corte bianca che definisce ogni suo muscolo, pantaloni neri e scarpe sportive. E' dannatamente sexy.
"Grazie mille per l'aiuto, mi dispiace averti fatto perdere tempo."
"Non preoccuparti, l'importante è che adesso tu stia meglio."
Da lontano una voce autoritaria lo richiama all'ordine, tra poco avrà inizio il sound-check.
"Adesso devo proprio andare, stasera ci sarai al concerto?" Ecco che nuovamente torno alla realtà, nella confusione del momento avevo dimenticato che non avrei potuto assistere al concerto dall'interno.
"Non sono riuscita a comprare il biglietto purtroppo, sono venuta per ascoltarvi dall'esterno."
Mi guarda con faccia perplessa, poi mi porge una mano e mi invita ad alzarmi. Accetto l'offerta, ma nell'allungare la mano verso di lui il braccio destro si scopre, mostrando le ferite. Velocemente afferro la sua mano e mi ricompongo, sperando che non si sia accorto dello spiacevole inconveniente.
"Da adesso il tuo biglietto non sarà più un problema" esclama sorridendo.
Mi porta dietro le quinte con se, mi presenta agli altri membri della band e spiega loro la situazione. Sono tutti molto carini e gentili, mi accolgono affettuosamente e mi offrono qualcosa da mangiare per reintegrare un po' di zuccheri. Per fortuna il mio livello di conoscenza della lingua inglese si è mantenuto piuttosto buono, sono riuscita a padroneggiare la situazione nel migliore dei modi. Assisto alle prove e a tutti i preparativi prima del concerto; non immaginavo che dietro ad un evento di questo tipo ci potesse essere un numero così elevato di personale.
È l'ora dello spettacolo e la band deve salire sul palco. Harry mi affida a due bodyguard che mi condurranno sotto al palco e, lasciando un biglietto tra le mie mani, chiede loro di riportarmi nel backstage alla fine del concerto.
"Buona fortuna!" esclamo imbarazzata, non so come mai l'abbia fatto.
"Grazie! Spero tu ti diverta stasera."
Si allontana e raggiunge gli altri ragazzi, pronti per dare inizio allo spettacolo. Un'ultima occhiata e poi vengo scortata al mio posto.
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EISOPTROFOBIA - Quando uno specchio è il tuo peggior nemico
FanficL'adolescenza, il periodo più brutto che una ragazza possa attraversare. Ogni cosa sembra essere correlata da un problema, come fosse un bagaglio a mano del quale non puoi disfarti. Quel desiderio di voler essere diversa da quella che sei in realtà...