A marzo ci fu una pausa di sette giorni per partecipare alle selezioni di lavoro e poi ci furono le semifinali e la finale di quidditch. A rientro a scuola non avevo voglia di fare lezione. Sapevo che era molto presto ma mi alzai comunque dal letto: avevo fatto un sogno su Potter e volevo finalmente scusarmi con lui. Ero dimagrito molto per questo motivo. Volevo parlare con lui, chiedergli scusa, raccontare tutta la verità, non avere più nessun segreto. Ero stanco di vivere quella situazione. Se stavo mettendo da parte l'orgoglio fu perché ero davvero dimagrito molto: dieci chili circa.
Usufruendo del privilegio di avere l'accesso ai bagni dei prefetti, uscii dalla sala comune e andai davanti l'ingresso grifondoro a cercare di convincere la signora grassa, ma per quanto ci provassi quella flaccida grassona stonata non mi lasciava entrare.
Decisi così di fare quattro passi nel chiostro: una ventata di gelo mi avrebbe fatto bene alle idee. Nei corridoi si sentiva solo il rumore dei miei silenziosi passi e del vociare. Pensa fossero i quadri che come al solito bisticciavano per ogni stupidaggine. Mi resi conti che non erano quegli idioti, quando sentii la voce di Granger una volta che mi avvicinai di più al vociare.
<<Harry, ascolta, Draco è solo spaventato, io sono convinta che lui ti voglia ma se non fai il primo passo cosa speri di ottenere?>>
<<Herm, stiamo parlando di una tua supposizione. Se glielo andassi a dire e non è vero mi ridicolizzerebbe. Lo conosco, Herm, farebbe così>> quando sentii Potter dire così mi venne una fitta al petto.
<<Non ho detto che suppongo, io ne sono convinta. Pensaci bene a quanto disastro avresti combinato se non ci fossi stata io. Tu e Ron siete la macchina della distruzione per eccellenza. In tre abbiamo salvato il mondo magico, e la terza sono io, quella che se non avesse studiato più di voi due messi insieme non so che fine avessimo fatto tutti quanti. Quindi ora mi dai retta e la smetti di essere così arrogante, Harry. Vai da lui domani mattina e glielo dici. È ovvio che ha frainteso ciò che hai detto tempo fa ed è ovvio che lui abbia reagito così per colpa tua. Harry, lo so che lo sai perfettamente, sono la tua migliore amica e non hai bisogno di parlare con me, io ti capisco al volo.>> Non ricordo di aver sentito Granger così arrabbiata con Potter. La adoravo, anche se era una sanguemarcio.
<< Granger, se smetti di urlare forse nessuno si sveglia>> dissi non facendomi ancora vedere.
<<Malfoy?>> disse. Uscii dall'angolo.
<<E chi sennò. Conosci qualcun altro con la voce bella quanto la mia?>> dissi avanzando verso di loro. <<Adesso seriamente, non strillare. Che ci fate svegli?>> chiesi.
<<No-non hai se-sentito niente, vero Malfoy? >>
<<Caro Sfregiato, vorrei tu sapessi che non sono stupido, non quanto te almeno e il fatto che tu stia balbettando e mi stia chiedendo se o ascoltato o no mi fa pensare che l'argomento fossi io. Però no, non ho ascoltato nulla.>> gli dissi per fargli capire che realmente sapevo cosa di fossero detti, ma era troppo stupido per comprendere.
<<Ehi, Draco. Ascolta, domani stiamo andando ad Hogsmead. Tutti insieme come la prima volta, vieni?>>
<<La prima volta c'era Blaise. C'è?>>
<<Draco, lo sai. Che non ci sarà domani. È inutile che me lo chiedi. Però sono io ad invitarti, rifiuti anche un mio invito?>> mi chiese cercando di essere dolce.
<<Non mi fai tenerezza, Granger. Io voglio stare con Blaise.>> si girò e sussurrò qualcosa a Potter e poi mi spintonò via. Voleva dirmi qualcosa
<<Ascolta, Draco. Se domani verrai con noi ad Hogsmead, ti prometto che Harry farà il primo passo. Ti conosco ormai, so che tu non faresti la prima mossa nemmeno sotto tortura. Voglio che voi due siate felici. Sei dimagrito troppo, e Harry ha perso 8 chili. Siete due deficienti.>>
<<Domani non verrò, Granger. E ti spiego anche perché. Perché le occasioni ci sono anche qui a scuola, non solo fuori. Mi sono alzato dal letto perché continuavo a rimuginare sul motivo per cui non si facesse avanti e sta... >>
<<Sapevi che piaci a Harry. Te l'ho detto per semplificarti le cose e tu le hai complicate. Non beffarmi, sai? Sono molto arrabbiata con te e non scordare mai quel pugno che ti diedi il terzo anno. Sono uguale a prima, solo più cresciuta. Sono stanca di fare la mamma a Harry e a te. Ha ragione Ron, perché devo prendermi tanto veleno per due cretini. Adesso non avete più possibilità. O ve lo dite adesso oppure esplodo. A te la scelta. Non trovare la scusa di Blaise, ho le sue lettere e anche lui mi dice di non correrti dietro, che quando decidi una cosa la fai e non accetti consigli. Persino il tuo migliore amico mi ha detto di non venirti dietro e io dò mai retta a qualcuno? No, mai. Ho continuato a spingere te verso Harry e Harry verso te ma ogni volta che vi vedete cambiate strada. DUE IMBECILLI, QUESTO SIETE. DUE. IMBECILLI. >> mi spinse con una forza che da lei è inaspettata e corse via lasciando me e Potter soli.
Io lo guardavo, lui mi guardava. Il mio cuore era come quello di un corridore. Provavo ansia solo qualche minuto prima della partita di Quidditch. Volevo parlare ma non sapevo come cominciare il discorso. Avevo di colpo la bocca impastata e stavo sentendo caldo. Mi ricordavo il calore dell'infermiera di quel giorno. Aveva ragione Granger. Perchè tutto quel trambusto quando sapevo? Cosa mi era passato per la testa?
<<Cosa ti ha detto oltre al fatto che sei un imbecille?>>.
<<Che lo sei anche tu>>gli risposi.<<sono serio. Mi ha rimproverato e sono stato zitto per un solo motivo, ha ragione.>>
<<Già, ha ragione>><<su cosa?>>
<<Sul fatto che sei un imbecille>> dissi.
<<e sul fatto che lo sei anche tu? >> chiese
<< anche>> avevo il cuore in gola e lo sentivo battere in testa, nelle orecchie, ovunque. Non sentivo ciò che pensavo.<<Facciamo che ti dico perché sono imbecile e poi me lo dici tu? >> mi chiese. Forse capì che non stavo nelle condizioni migliori per poter parlare. Io annuii con il capo e basta. Continuò << non ti ho detto subito le cose come stanno. Ha cercato di aiutarmi a parlare con te ma io non ho avuto coraggio di venire da te e dirtelo. Perché, bhe vedi... Tu... Per quanto io possa essere coraggioso, tu sei la mia paura più grande. Nel senso buono, ovviamente.>>
<<Pe-perché hai pa-paura di me?>> tremavo come solo una foglia può fare.
<<Ho preso una stralunata per te, Malfoy.>>
Scoppiai a ridere e tutto di colpo passò. Quando smisi, vidi Potter con un'espressione non divertita. Lo baciai. Così, d'impulso. Gli presi la testa fra le mie mani e fiondai semplicemente le mie labbra sulle sue. Quel bacio fu di una tale innocenza che macchiò l'orgoglio Malfoy di ottenere le cose con la prepotenza. Durò brevi istanti.
<<Salazar, Potter volevo così dannatamente baciarti>>gli dissi poggiando la mia fronte sulla sua.
Sorrise.
E quel sorriso semplicemente aggiustò tutto il disastro che avevamo creato, che avevo creato.

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POST WAR LOVE
ФанфикMa Potter mi afferrò il braccio. <<che fai?>> dissi voltandomi ritrovando i suoi occhi verdi. <<voglio baciarti>>