LOVE

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Non ci credo. Davvero mi lascia andare.

<<Vorrei non dirlo, ma sono proprio idiota ad essermi fidato di te. Vorrei non averti mai incontrato, vorrei non essere cambiato, vorrei non essermi rammollito al punto tale da buttarmi nelle tue braccia e in quelle della Granger.>>

Chiuse le valigie, mi incammino giù per scale e magari riuscirei anche a muovermi se Granger non si fosse materializzata  davanti i miei occhi.

<<Draco. Se quei bagagli non sono per una vacanza per due mi sembrano eccessivi. Cose è successo?>>

<<Perché non te lo fai dire dal tuo amico Potter? Adesso levati dai piedi, sanguemarcio. Un avviso per entrambi: non vi voglio vedere né sentire mai più. Mai più.>>

<<Draco, io cosa.. >>

<<Nemmemo te. Anzi soprattutto tu. Tu hai permesso questo>> le dico. Mi guarda interrogata con gli occhi colmi di rabbia e incomprensione. È colpa sua. Sua e di Blaise.

Mi dirigo verso la porta e di colpo mi ricordo che anche io so smaterializzarmi.

<<Madre. Come stai?>>
<<Draco caro. Che bello vederti. Sono una donna vecchia ormai, come vuoi che io stia? Vieni, tu ed Harry vi>>

<<Madre sono solo. Ho lasciato Potter. Non lo amavo più e mi sembrava inutile restare lì a casa con lui. >>

<<Mi dispiace amore, lui stava cominciando a piacermi. >>

<<Sì, lo so. Scusami.>>. Vado da lei e la stringo in un abbraccio talmente forte che ho sentito il suo respiro affaticato.

Mi faccio aiutare dagli elfi a portare la mia roba in camera da letto. Ogni gradino è un pensiero rivolto a lui. Ogni cosa che guardavo, che toccavo, è un ricordo che lascerò andare via col tempo. E se non volessi eliminarli? Se non volessi buttare ciò che mi ricorda quanto fossi felice, potrei mai esserlo di nuovo?

<<Draco? C'è la tua amica>> amica. Ne ho due. Granger e Parkinson. Spero sia Pansy, devo sfogare il desiderio represso. Odio non riuscire a piangere.
Chiedo chi fosse.

<<Io Draco. Lo so che mi odi adesso, però dovevo dirti una cosa importante e tu sei l'unico a cui io possa dirlo>>
<<Granger sparisci. Non voglio finire ad Azkaban per averti uccisa>>

<<Ron. Si tratta di lui. La ferita che gli curasti tempo fa sì è stranamente riaperta e sta perdendo sangue. Molto sangue.
Ha bisogno te. >>

Le tendo la mano e ci smaterializziamo nel suo soggiorno.

<<adesso, anche se vi doveste ammazzare, parlate, perché siete fatti per stare insieme e non è possibile tutto questo>> chiude dietro di sé la porta e lancia un incantesimo che ci libererà solo se due persone vanno d'accordo.

<<cosa ti ha detto per portarti qui?>> mi chiede Harry con un fil di voce.

<<Non ti riguarda.>>

<<Lo sai che non possiamo uscire se non andiamo d'accordo?>>

<<ho studiato anche io>>. Giro intorno al soggiorno e poi nervoso, saltando qualche passaggio mentale, mi ritirovo seduto sulla poltrona rossa in velluto con le braccia sui braccioli e le gambe a cavalcioni.

Il silenzio di quella stanza era assordante.

Sono le 3:30. Comincio ad aver un languore allo stomaco.

<<Lo so che non mi vuoi parlare, ma tu non hai fame?>> mi guarda con occhi pieni di rabbia e tristezza.

<<No>> gli rispondo senza guardarlo.
Si alza e si dirige verso la cucina. Lo guardo. Si gira. Distoglo lo sguardo.

POST WAR LOVEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora