Panico.

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Una volta tornati Star e Jenny ho buttato un occhio sul cellulare e mi sono accorta che erano le 6 e mezza. Conoscendo la lentezza di Star nel fare la doccia, decisi che fosse meglio tornare nella villetta. Non che io fossi saetta McQueen, tuttavia in vacanza ho sempre avuto la tendenza a fare docce abbastanza veloci.

Quella sera i ragazzi avevano deciso di andare a teatro a vedere lo spettacolo. In realtà lo facevano ogni sera, ma era molto raro li vedessimo. Onestamente mi era indifferente, non li trovavo particolarmente interessanti ma quando non si ha nulla da fare erano un buon intrattenimento. Quella sera venne con noi anche Severy, un ragazzetto fastidioso che giocava spesso con Markus a calcio, ma non so sinceramente perché fosse lì o chi lo avesse invitato, ma non importa.

Comunque, andammo a teatro tutti insieme e andammo a sederci nella fila centrale, molto in alto, eravamo vicinissimi alla cabina dove c'era il responsabile delle luci, effetti speciali, ecc. Mi sedetti vicino a Jenny sotto spinta di Star e lui mi cinse nuovamente col braccio. Non ci facevo molto caso, era molto timido e sembrava piuttosto insicuro il suo gesto. Comunque non feci in tempo a dire nulla che Star disse:"posso sedermi vicino a mia cugina?" E il ragazzo rispose con un deciso "certo!". Ripensandoci, forse dal suo tono si intuiva che c'era rimasto male, ma all'epoca non ci feci caso. Si alzò e si mise lontano da me, se non mi sbaglio davanti, ma onestamente non ricordo. 

Dopo lo spettacolo siamo andati in piscina, sotto un gazebo, a parlare del più e del meno... o almeno così credevo. Infatti, successivamente avrei scoperto che c'era molto movimento quella sera. Ero seduta su una sdraio e davanti a me c'era Jenny, mentre dietro di me c'erano Star e Markus. Ho passato 20 minuti buoni a prendere in giro persone che mi stavano sulle scatole mostrandole sempre a Jenny quando a un tratto mi disse:"ti andrebbe di andare a farci un giro?"  Onestamente on sapevo bene come rispondere, ero abbastanza spiazzata, quindi risposi semplicemente "E andiamo a farci sto giro" (all'epoca ero piuttosto acidella)

Comunque ci alzammo e iniziammo a incamminarci verso la piazzetta principale, normalmente fino all'una di notte popolata da persone e musica, dato che dopo lo spettacolo veniva fatto una sottospecie di doposhow in cui si poteva ballare. Tuttavia dopo l'una veniva sgomberato tutto e tutti andavano a dormire. Tutti tranne noi, che stavamo in giro fino alle tre di notte. Quella sera la piazza era deserta, segno che il doposhow era terminato già da un pezzo. "Dove andiamo?" Chiesi a Jenny. "Ho una mezza idea" rispose lui con fare sicuro. Mi fidai e mi portò al parco giochi, cosa che non mi dispiacque. Dentro di me ho un animo un po' infantile, e stare in un parco non è affatto una cosa brutta per me.

Mi propose di salire su una giostra particolare, "la palla",  una sorta di giostra di forma sferica dove ci si doveva arrampicare. Al centro era bucata e noi ci infilammo li dentro. Ovviamente, avendo un equilibrio precario anche quando sono in piedi sul terreno normale, vi lascio immaginare su quella giostra quanto fossi stabile. Infatti, stavo per scivolare ma Jenny mi trattenne dicendomi che non sarei caduta finché ci fosse stato lui con me. Fu un gesto molto carino, ma nella mia testa fu fine a se stesso dato che la mia autostima era inesistente.

Iniziammo a parlare, non ricordo di cosa, ma ricordo che mi divertii, tant'è che risi un paio di volte. Non fraintendetemi, a quel punto ero piuttosto consapevole che mi aveva portato in disparte per provarci con me, ma la conferma arrivò da un cespuglio da cui spuntò Severy urlando "È PALO O GOAL?"  Seguito da Star che se lo portò via per le orecchie dicendogli "È goal, è goal, non ti preoccupare". A quel punto mi sentii avvampare per l'imbarazzo e per la consapevolezza di essere nei guai fino al collo. Mentre pensavo a come uscire viva dalla situazione sentii la voce di Jenny che mi chiese "allora? Che stavamo dicendo?" Non ne avevo la più pallida idea. 

Dato che non riuscivo a pensare razionalmente e allo stesso tempo a stare in equilibrio su quella giostra scivolosa, proposi a Jenny di scendere dalla palla. Accettò, e ci dirigemmo su un'altalena a due posti, uno di fronte all'altro. Jenny ci dondolava con la gamba, dopotutto era una giostra per bambini e anche all'epoca era piuttosto alto. A quel punto iniziammo a parlare della luna, non so onestamente perché, ma ricordo che era quasi piena ed era bellissima. Lui mi chiese come sarebbe stato secondo me fare un viaggio sulla luna. "Ah beh, non lo so, credo che sarebbe abbastanza noioso" gli risposi

"Ah, si? E perché?"

"Beh, che cosa c'è da fare sulla luna? Non c'è proprio niente lassù"

"In effetti io ci andrei volentieri, ma non da solo" ribatté lui, con un tono un po' provocatorio

Cercai di non farci caso "Si, fai bene, e chi ci porteresti?"

"Uhm.. sai, credo proprio che ci porterei te"

Tuffo al cuore. Era una cosa bella da sentire, ma io mi sentivo sempre più a disagio e sempre più in trappola. Come uscivo ora da quella situazione?!

"Ah.. wow, grazie... nessuno mi ha mai detto una cosa del genere.." gli dissi io, con gli occhi bassi

"Io non li capisco i tuoi amici, io ti direi ogni giorno queste cose"

Non lo guardavo negli occhi, ero in imbarazzo e probabilmente rossa come un peperone. Proprio in quel momento il suo cellulare squillò. Era suo padre, e sperai che parlando con lui si dimenticasse cosa stavamo dicendo. Una volta attaccato, neanche il tempo di dire "che stavamo dicendo" che partirono gli irrigatori e fummo costretti ad andarcene dall'altalena. Mi propose di fare una passeggiata e accettai, tanto ormai avevo capito che non potevo scappare, che eravamo sotto sorveglianza dagli altri ragazzi. Ci fermammo proprio sotto la luna, era enorme e si vedeva benissimo. "E tu? Chi ci porteresti sulla luna?" Mi chiese Jenny. 

Sapevo che voleva sentirsi dire che avrei portato lui. Non volevo illuderlo, ma neanche farlo rimanere male quindi risposi con una via di mezzo "boh, non saprei. Dato che mi farei foto tutto il tempo con la terra tra la mani se sei un bravo fotografo porto te"

"Allora diventerò il fotografo migliore del mondo" ribatté lui. 

Ero con l'acqua alla gola. Lui era dietro di me e mi abbracciava da dietro. Ormai potevo solo prendere tempo. Continuammo a parlare per un bel po', mentre speravo che sarebbe finita lì, ancora qualche minuto e saremmo tornati dagli altri. La situazione stava diventando sempre più ingestibile da parte mia, e sentire i suoi genitali sul mio sedere non mi aiutava particolarmente. Per l'amor del Cielo, era una cosa normale, ma non mi faceva proprio piacere, anzi per niente. 

Ad un certo punto Jenny decise di dare una svolta "noi abbracciati sotto il chiaro di luna, cosa mancherebbe a questa serata per renderla perfetta?"

A quel punto credevo  che mi avesse chiesto di mettersi con me, gli risposi con un semplice boh

"Ho un paio di idee, 1 una luna più grande, 2 se ci fossero anche gli altri, o 3 se ti baciassi in questo momento?"

Mi sentii avvampare e credo che mi si sia fermato il cuore per un istante. Ero tentata di dirgli che volevo anche gli altri ma sarebbe significato allungare ancora di più qualcosa che sarebbe andata a finire comunque nello stesso modo. Mi lasciai andare e gli dissi nuovamente boh.

A quel punto lui lo fece, mi baciò. Mi diede un bacio a stampo, lunghissimo, sembrava infinito. Mentre ci baciavamo avevo gli occhi aperti e mi guardavo intorno, vedevo i ragazzi da dietro i cespugli che avevano l'aria di dire "finalmente!". Sembrava tutto immobile, lui compreso.

Poi finii, lui mi sorrise, sembrava soddisfatto, io gli risposi con un sorriso incerto, vedevo già  gli altri venirci incontro. "Allora.. ora stiamo insieme?" Dissi nuovamente "boh". Non sapevo che altro dire. Voleva dirlo agli altri. No, non doveva finire così. Non era giusto. Lui aveva il diritto di sapere. E lo doveva sapere quella sera stessa. Prima che gli altri potessero venirci incontro, presi Jenny per il braccio e me lo tirai appresso. Non sapevo dove andare, andai verso le villette guardando ogni secondo indietro per controllare che non ci stessero seguendo, e ogni volta incrociavo lo sguardo spaventato di Jenny.

Trovai un posto appartato, dietro delle villette, e lo invitai a sedersi sul muretto con me. Credo che stessi sudando freddo, ero terrorizzata e non sapevo come dirglielo, non avevo mai fatto coming out dal vivo.

"Devo dirti una cosa.." dissi, con un fil di voce. Guardavo davanti a me, non so se avesse visto la mia agitazione.

"Dimmi.." disse con tono preoccupato

"È stata una bella serata, davvero, ma c'è una cosa molto importante che non ti ho detto. Non l'ho mai detto a nessuno di persona, mi devi promettere che non lo dirai a nessuno.." mi tremava la voce. In verità, non so nemmeno come facessi a parlare.

"Certo. Te lo prometto" mi disse con un tono forte e convincente"

Penso che sia stato questo a darmi il coraggio. Presi fiato.

"Ecco.. io.."

E poi dissi tutto d'un fiato

"Sono lesbica.."

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