Capitolo 1

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LUKE

In agosto il caldo si faceva sentire di più. Sembrava poter sciogliere anche le pietre e l'aria mancava, o se c'era era decisamente calda.

"Non era mai successo di suonare per più di tre ore." disse Michael.

"Già, sono esausto. Ho le dita a pezzi per aver suonato così tanto." aggiunse Calum. Aprii la porta del camerino ed entrai seguito dai ragazzi alle mie spalle. Avevamo suonato all'inaugurazione di una palestra nata da poco in città. Il proprietario ci aveva gentilmente permesso di cambiarci nei camerini e di usufruire del buffet all'entrata. Era una cosa nuova per noi suonare ad un evento simile. Solitamente ci chiamavano per delle feste alle confraternite, per il compleanno di qualche adolescente che voleva farsi notare dagli amici o al massimo per un matrimonio. Mai per un'inaugurazione.

"A me fanno male i muscoli delle braccia." disse Ashton massaggiandosi i bicipiti.

"Io voglio solo farmi una doccia. Sudare con questo caldo mi distrugge." dissi. Consigliai loro di fare lo stesso, dato che erano anche più sudati del sottoscritto. Afferrai l'orlo della maglietta e me la tolsi. Sentii i ragazzi ridacchiare e mi girai per vedere cosa stessero guardando, ma stavano guardando me.

"Cosa c'è?" chiesi confuso. Buttai la maglia su una delle panche.

"Ieri hai visto Evelyn per caso?" ridacchiò Ashton.

"Certo che l'ha vista. Scommetto che lei è rimasta segnata dal loro incontro." rise Calum. Io continuai a non capire. Di che diavolo stavano parlando? E cosa diamine centrava Evelyn?

"Arrivate al punto e fatela finita." dissi.

"Penso che dovresti guardarti allo specchio....di schiena." rispose Michael.

Andai di fronte lo specchio e mi girai. Schiusi la bocca vedendo graffi lungo tutta la schiena. Come un lampo mi tornarono in mente le immagini di me ed Evelyn la sera prima. Ricordai come da una semplice cena passammo a ben altro. Maledii mentalmente i ragazzi per il loro pessimo comportamento.

"Quand'è il suo compleanno?" chiese Michael trattenendo una risata. Tornai alla realtà e mi girai verso i ragazzi che avevano ancora delle facce da idioti.

"A settembre." assottogliai gli occhi e incrociai le braccia al petto.

"Che ne dite di regalarle un set per unghie? La prossima volta almeno non lascia tracce." rise Michael e Ash gli diede il cinque.

"Non si giudica l'amore, Mike." lo rimproverò Calum. "Chi sei tu per mettere parola? Se loro voglio marchiarsi manco fosse roba sadomaso allora che sia così." aggiunse.

"Siete degli idioti." alzai gli occhi al cielo. I graffi erano lunghi e davvero rossi, ma loro la stavano facendo troppo lunga.

"Qualcuno qui è di pessimo umore." annuì Ashton.

"Io so cosa potrebbe farlo rilassare." disse Michael serio.

"Cosa?" dicemmo all'unisono io, Ashton e Calum. La mia voce solo più seccata della loro.

"Presto, un telefono! Chiamate Evelyn!" rispose e gli altri due risero.

"Chissà se quelle mani hanno graffiato solo la schiena o anche qualcos'altro.." ammiccò Calum facendo ridere gli altri più forte di prima. Alzai gli occhi al cielo e mi diressi verso le doccie ignorandoli del tutto. Che andassero al diavolo loro e le loro supposizioni.

"Tanto lo so che ci godi." urlò il moro dall'altra stanza. Mi tolsi i jeans, la biancheria ed entrai nella doccia. L'acqua calda riuscì a sciogliere i miei muscoli tesi e finalmente mi rilassai dopo una lunga giornata. Avevo trascorso la mattina con Lily. Avevamo seguito uno dei pelle-ossa per scoprire se avessero altri nascondigli ma non siamo riusciti a scoprire nulla. Poi ero stato un po' da Evelyn, se c'èra una cosa che proprio non riuscivo a evitare era starle lontano per troppo tempo. Dopo una giornata di lavoro necessitavo della sua presenza. A casa sua mi arrivò la chiamata di Michael avvertendomi dell'impegno della band preso con la dannata e troppo lunga inaugurazione. Passammo tutto il pomeriggio a suonare in quell'atrio enorme e sinceramente ero sfinito. Volevo solo andare a casa a riposare un po'. Ma non sarei riuscito a riposare comunque. Miliardi di problemi tormentavano la mia mente, il più importante riguardava la mia ragazza. Era passato un mese e non avevo ancora detto niente ad Evelyn del mio lavoro. Nonostante Lily mi consigliasse spesso di farlo io ancora non ne avevo avuto il coraggio. Scossi la testa per non pensarci e chiusi l'acqua una volta tolto il sapone dal mio corpo. Accanto ad ogni doccia c'era già un'asciugamano pronto per essere usato. Presi quello accanto a me e lo avvolsi intorno alla vita dopo aver strofinato i capelli. Mentre uscii, i ragazzi entrarono pronti per lavarsi. Arrivai sulla panca dove avevo lasciato la borsa con un cambio. Vidi il telefono sotto i vestiti puliti e lo presi. Già da tempo pensavo di fare la fatidica chiamata, ma ero spaventato dal risultato. Evelyn mi aveva consigliato di farmi avanti e volevo farlo, dovevo farlo, per lei e per Ellie. Sentii i ragazzi chiacchierare e scherzare nelle doccie, perciò presi un bel respiro, aprii il contatto e premetti il tasto di chiamata. Sperai solo non fosse troppo tardi.

Over Light 2 [Luke Hemmings] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora