Capitolo 20

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BUON ANNO NUOVOOO :D SPERO CHE QUESTO ANNO VI AIUTI A REALIZZARE I VOSTRI SOGNI PROPRIO COME SPERO SI AVVERINO I MIEI. A TAL PROPOSITO QUALI SONO I VOSTRI SOGNI PIU' GRANDI :) SEMPRE SE VOLETE CONFIDARLI, NON GIUDICO NESSUNO <3

BUONA LETTURA. XX

EVELYN



*

Mi accascio a terra mentre il mio sguardo è ancora fisso sulla porta. Le lacrime continuano a rigare le mie guance coprendo quelle precedenti ormai asciutte sul mio viso. Luke se n'è andato, Luke mi ha lasciata e io me ne sto qui a fissare quella porta con la speranza che da un momento all'altro ritorni dicendomi che era tutto uno scherzo, ma non accade. I secondi passano enfatizzati dai miei singhiozzi ma lui non torna. La consapevolezza di quello che è successo ora mi riempie più che mai mentre i singhiozzi diventano più rumorosi. Distolgo lo sguardo dall'entrata fissando il mio esile corpo accovacciato per terra. A cosa mi sono ridotta..E' davvero questo che sto provando? E' davvero così che mi sento? Sono talmente dipendente da Luke da ridurmi in questo modo?

Non ho mai provato una sofferenza simile. Ne ho passate tante, davvero tante, eppure non ho mai pianto in questo modo, tanto meno per un ragazzo.

Le mie spalle tremano proprio come le mie mani, non riesco a calmarmi anche se il cervello mi consiglia di farlo. Inspiro bruscamente ma neanche un briciolo d'aria entra nei miei polmoni. Tento nuovamente di respirare ma nulla, non riesco. Altre lacrime scendono sul mio viso stavolta per la paura. So cosa sta succedendo e non mi piace. La gola pizzica e sento il petto restringersi e pesare sempre più. Metto una mano sul petto e stringo gli occhi, la bocca è intenzionata a recuperare un po' d'aria per i polmoni ma è come se l'aria fosse sparita con Luke. E' come se con la sua assenza anche tutto il resto se ne sia andato, l'aria, la luce..la vita. Allungo la mano verso il mobile e cerco di afferrare in qualche modo il telefono. Le gambe non collaborano, appena tento di rialzarmi sembrano fatte di gomma e mi riportano sul freddo pavimento. La tosse non è di alcun aiuto e il mio respiro sembra più che altro un gemito continuo. Un gemito strozzato.

Riesco ad afferrare il telefono e non spreco tempo a comporre il numero. Non appena mi risponde tento di parlare, di dire qualsiasi cosa ma l'unica cosa che esce dalla mia bocca sono questi piccoli sbuffi dolorosi. Chiudo gli occhi facendo scendere altre lacrime, convinco me stessa di potercela fare e li riapro stavolta vedendo sfocato. L'unica cosa che riesco a dire è il suo nome prima di sentire le forze abbandonarmi e il buio arrivare.

*

"Perché diamine non ne avevi uno in casa?" sbraitò Elizabeth. Mi sventolò un mano davanti la faccia facendomi tornare alla realtà. "Ci sei? Ti sto rimproverando, sta' attenta!" disse.

"Si scusa." mi posizionai meglio sul letto.

"Perché non hai uno di questi a portata di mano?" mi sventolò davanti un inalatore per l'asma.

Sbuffai. "Perché non mi serve."

"Ah no? Guarda caso è stato proprio questo a salvarti la vita."

"Sembri mia madre. Non ho un attacco da anni."

"Comincio a capire quella povera donna."

Le lanciai un'occhiataccia mentre Trevis entrava in camera con un vassoio tra le mani.

"Ecco qui." sorrise posandolo sul comodino. C'era una bottiglia d'acqua con dei bicchieri, poi una tazza di thé e molte bustine di zucchero. Io e Beth facemmo la stessa smorfia.

"Uhm...Grazie." finsi un sorriso.

"Qualcosa non va?" chiese il ragazzo. Non sapevo neanche fingere.

Over Light 2 [Luke Hemmings] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora