Eccomi qui a raccontare di te, un te della quale parlano tutte le adolescenti, ma il mio te è diverso, perché in fondo non so niente di te. Non hai mai parlato molto, ero io quella che parlava, tu sorridevi ogni tanto e ascoltavi, sai sono cambiata molto da quando speravo solo che mi ascoltassi. Adesso vorrei solo sapere cosa ti passasse nella testa ogni volta che ascoltavi, cosa ne pensassi dei tramonti, cosa pensassi delle mie parole, come fosse la tua situazione familiare e sociale, cosa pensassi della scuola.
Da ipocrita non ho mai ascoltato, ho sempre dato la colpa agli altri che non sapevano ascoltare, e io non l'ho mai fatto! Che cosa stupida, vero? E ora mi ritrovo a rimuginare sui miei errori facendone altri. La realtà è che non riesco a non sbagliare, ma voglio dire una cosa, una cosa che ho detto molte volte ma che ora dirò con meno leggerezza, ti amo. E fanculo ipocrisia e tutto il resto è la verità e non voglio cancellare nulla di quello che sto dicendo perché penso tutto questo al 100%.
Ogni volta che ti guardo negli occhi non sostengo il tuo sguardo, hai un colore troppo profondo che non riesco a interpretare, come stai?
In questi mesi ho guardato ragazzi sui ragazzi ma nessuno era come te, erano tutti così sbagliati e tu continuavi a essere lì, un punto fisso. E mi faceva male ammetterlo ma lo faccio ora e lo ammetterò da adesso sempre. Sei così stato tanto in così poco e con così poco.