Occhi che guardano il vuoto, davanti a loro il mondo intero, ma guardano il vuoto, come se non avessero la forza di elaborare nessuna delle immagini che hanno difronte.
Tiene una sigaretta tra le dita pallide e fredde e ruvide che tremano mentre la portano alla bocca; e lei quasi morde il filtrino spugnoso, come se fosse l'unico posto dove scaricare lo stress per poi tirare il fumo dentro la bocca.
Stringe i denti perché non sa aspirare bene, ma il fumo scende e le riscalda il corpo, il catrame le riempie i polmoni e il corpo si solleva come se quella cartina avesse dentro elio e non tabacco.
L'inferno la brucia dall'interno, si nutre di lei; e lei si sente bene solo in quel momento, sola e con lo sguardo persi nel nulla, un nulla che la riempie perché le giornate non lo fanno.Le occhiaie sotto gli occhi le pesano, e anche se lei vorrebbe andare a letto prima alla fine si ritrova sempre a rigirarsi nelle coperte dal posto più caldo a quello più freddo del letto per poi fare il contrario a ripetizione.
Vorrebbe chiudere gli occhi ma se li chiude sente un silenzio asfissiante, quello dei pensieri, i pensieri che cercano di convincerla di cose false, lei lo sa bene che lo sono.. Ma.. Se non lo fossero? Infondo che ne sa lei, è stupida! Forse anche questo lo dice la voce. Oppure è vero, forse è vero.
Come fa a distinguere lei stessa dalla voce se lei È la voce? Non può, quindi la notte è ormai inoltrata, guarda l'orologio e si rende conto che anche quella notte non dormirà abbastanza.
Mai abbastanza.. Parole che le risuonano in testa come le campane la domenica mattina davanti casa.. O come fossero proprio dentro la sua stanza.
E nel dolore stringe gli occhi, che piano piano si distendono e si rilassano... Un giorno ancora è passato e il giorno dopo le sue mani saranno ancora pallide e le occhiaie saranno ancora lì