Capitolo 2

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Giunse nei pressi di alcuni globi di luce artificiali provenienti da Aviskara, la città della conoscenza situata nel continente nord di Shamal. Si accovacciò e scrutò oltre il bordo delle mura. In lontananza, vide delle luci baluginare nel territorio del Clan Mudra. Proprio sotto di lui, si trovavano le Porte del Sud, serrate. 

Chiuse. Le Porte del Sud erano sempre chiuse. 

Sotto di lui, nella città prigione, i Vakum vagavano arrancando con passo stanco, i loro occhi vuoti sporgevano da volti inespressivi. Alcuni di loro sedevano a terra, intenti a fissare il vuoto in lontananza e senza far trapelare il minimo cenno di vita dalle loro facce sbattute. Un numero maggiore di globi di Aviskara era concentrato lungo la più grande strada di Iskawan. La loro lce consentiva a Rakesh di distinguere quelli che un tempo erano sontuosi edifici, ora ridotti a fatiscenti abitazione in rovina. Si sentì il vociare di persone intente a negoziare le proprie merci. Vecchi carri e carretti, entravano e uscivano da vicoli bui, scricchiolando nell'oscurità. Dei soldati imperiali stavano uscendo dalle Porte del Sud, lo sguardo fisso di fronte a loro, come a voler ignorare i Vakum e gli altri disgraziati alle loro spalle.

Rakesh tornò a guardare le luci provenienti dai distanti territori del Clan Mudra. Non importava quanto avesse tentato, era semplicemente ovvio: non sarebbe riuscito a sfuggire a fuggire da Iskawan dalle Porte del Sud. 

Bizzarre, tremolanti luci giallognole in città testimoniavano la presenza di candele, un bene ad appannaggio dei residenti più importanti di Iskawan. Si trattava di coloro che vivevano lungo la strada principale della città, in edifici che non avevano ancora ceduto al marciume e decadimento generati dall'opprimente oscurità. 

"Gli Yojin" sentì gridare una donna "Non si vedono da molti cicli di sonno"

Il cuore di Rakesh sobbalzò dolorosamente nel suo petto. Gli Yojin. I tre misteriosi agenti imperiali che pattugliavano Iskawan, sorvegliavano gli abitanti e garantivano la sicurezza.

"Perchè conti i cicli?" sbraitò una voce in risposta

"Non ha senso. Gli Yojin arrivano quando vogliono loro. La vita stessa qui non ha senso"

Rakesh si abbassò dietro un masso che si era spaccato a metà. Un vento gelido gli soffiò lungo il dorso, facendogli venire la pelle d'oca. 

La voce femminile rispose stizzita "La vita qui ha senso eccome! Dovresti diventare un raccoglitore. La gente butta sempre via qualcosa. Tu la raccogli e la scambi. è così che funziona!"

Rakesh lanciò un occhiata in basso. Numerosi fuochi fatui volteggiavano nella zona principale della città, mentre altri vagavano nei pressi. Più lontano, le ombre proiettate dai globi di Aviskara andavano mutando. Iskawan celava molti segreti, molte ombre. Solo fuochi fatui potevano rivelarli. 

Si rialzò, per poi scivolare rapidamente lungo il perimetro di Iskawan. Quando vide che un ammasso di fuochi fatui in un'area più distante, aggrottò le sopracciglia. Raramente si spingevano in quella zona della città. Gli ci vollero pochi minuti per percorrere una'latra sezione di mura e avvicinarsi a quell'agglomerato. Si fermò proprio sopra i fuochi fatui, osservandoli da un punto dove le mura erano crollate. Riconobbe all'istante il cranio calvo del Carnefice.  Rakesh rabbrividì, incapace di muoversi da lì. Un ometto era accovacciato accanto all'uomo senza capelli. Alle sue spalle un carro vuoto. La loro conversazione arrivò alle sue orecchie.

"Ecco qui" disse il carnefice "come promesso!"

Gli allungò una piccola sacca di cuoio. L'ometto le agguantò tra le sue mani nodose e la scosse su e giù. 

I Volti dell'inganno - Sinfonie del Sole e della LunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora