Capitolo 7

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Dopo una lnga assenza finalmente ritorniamo con un nuovo capitolo che speriamo vi piaccia :)

Leggete la nota degli autori alla fine del capitolo per favore, è importante.

Buona lettura!!

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Sulle mura, debolmente illuminata dai fuochi fatui, stazionava una creatura simile ad un grosso gufo. La bestia, ricoperta si piume argentate, fissò il ragazzo con intensi occhi rossi. Rakesh non aveva mai visto nulla di simile in vita sua. A dire il vero non aveva mai visto nemmeno un animale più grande di un ratto di Iskawan. Come potevano sopravvivere gli animali in quel luogo?

Mentre cercava di dare un senso a quella presenza, la creatura emise un lamento, un verso così terrificante da rendere quel luogo oscuro persino più sinistro. Rakesh sentì la sua anima lacerarsi. Mise la mano destra sul petto e si inginocchiò, come schiacciato da quel lamento opprimente. Poi, improvvisamente, il verso cessò e la creatura scomparve.  Jiro iniziò a ridere. Una risata profonda, gutturale, agghiacciante. 

"Vi prego! Si tratta di un errore. Fateci entrare!"

Jiro sbattè furiosamente sulle porte nonostante una sensazione debilitante si fosse impadronita di lui. Le sue nocche cominciarono a saguinare. Quel sangue denso prese a colargli lungo le mani. Artigliò il legno, imprecando. Le risa risuonarono sullo sfondo, propagandosi sempre più lontane da loro. Rakesh crollò in ginocchio.

Pensieri disperati e orribili presero il sopravvento. Non avrebbe più rivisto la luce. Non avrebbe più rivisto lei. Sarebbe stata un'altra vittima dimenticata, un'altra vita soffocata da Iskawan. Non sarebbe stato più nulla. Si alzò scrollandosi la terra di dosso. Se doveva morire, lo avrebbe fatto combattendo. Non avrebbe dato al Carnefice la soddisfazione di piegare lasua anima all'oscurità. 

"Jiro" disse con tono di voce calmo "vieni. Dobbiamo andare. Troveremo un riparo, dell'acqua. Li troveremo o faremo qualsiasi cosa, poi ce ne andremo da qui"

Rakesh allungò una mano tremante e debole. Il solo fatto di alzarsi in piedi lo aveva privato di energie, ma ci era riuscito forzando le sue ginocchia traballanti. Premette le sue dita contro la spalla del suo amico nell'unico punto che non era stato colpito dalla frusta. "Jiro?"

Il ragazzo emise un urlo acuto. Si alzò, respingendo Rakesh e corse via. Sparì nell'oscurità fumosa, lasciando solo una scia di grida. Rakesh fissò il punto in cui Jiro era sparito. "Jiro?"

Barcollò in avanti, poi si fermò. Non poteva slavarlo dalleterre oscure del Nulla. Non poteva nemmeno salvare se stesso. Sarebbe certamente morto se avesse seguito Jiro e il suo folle gesto.  Mantenendo la mente ucida, aveva ancora possibilità. Una piccola possibilità. Le lacrime gli rigavano il volto mentre si abbassava lentamente verso terra. Premette la mano contro la guancia e singhiozzò in silenzio "Jiro" sussurrò "è colpa mia..."

Mentre altre lascrime gli scivolavano lungo le guance; le ultime. 

Arrestò il pianto e si rialzò ancora. Doveva trovare una via. Un luogo dove andare. Un posto dove potersi nascondere, recuperare le forze e trovare acqua. Sfruttando la solidità delle porte come guida, Rakesh si fermò in piedi rivolgendosi verso le terre oscure. "Ve la farò pagare, lo giuro" bisbigliò. 

Quelle parole gli risuonarono nella mente. In lontananza, un lieve lamento riempì l'aria. Rakesh deglutì. Il cuore gli batteva in gola con forza dirompente mentre faceva il suo primo, silenzioso passo nelle terre oscure del Nulla.


L'oscurità gravitava attorno a Rakesh, avvolgendolo come un sudario. Allungò la mano, cercando di tastare qualcosa, qualunque cosa, che avrebbe potuto guidare i suoi passi. Gettato nel Nulla, pensò incredulo. Picchiato fino quasi a morire. Non poteva essere vero. 

I Volti dell'inganno - Sinfonie del Sole e della LunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora