"Potevi indossare la mia nuova tunica" disse Jiro
"Così il Carnefice ci fiuterà da un miglio di distanza!"
"E se per introdurci nell'edificio passassimo dai vecchi cunicoli? Basta proseguire sempre dritti passando tr ai ratti che li infestano"
"Quei cunicoli stanno per crollare. Rischiamo di finire seppelliti"
Jiro e Rakesh sedevano al loro malconcio tavolo in cerca di una soluzione, circondati dalla consueta, umida oscurità. Gekko si muoveva sullo sfondo, con aria preoccupata come se dovesse procurarsi del cibo alla stregua dei ratti famelici che sfrecciavano per la stanza. Il suo volto pallido somigliava a quello di uno spretto nel buio.
"Dobbiamo farlo stanotte" disse Jiro, piegandosi in avanti. I suoi occhi luccicavano, ravvivati da nuove prospettive di vita.
"Dobbiamo farlo ora che siamo motivati. Non possiamo lasciar scemare l'entusiasmO. Se non si mettono in pratica le idee al momento giusto, ci sarà qualcun altro che lo farà al posto tuo. Questa è la nostra idea. Consideriamoci frotunati a sapere che il Carnefice ha ricevuto una scatola speciale. Dobbiamo agire e presto!"
Rakesh sogghignò "Sì amico mio. Stanotte, potremmo ottenere la libertà. Quella scatola contiene sicuramente qualcosa di importante. La Triade veglia su di noi"
Dietro di loro Gekko fece cadere una padella e imprecò. Il forte clangore metallico che ne risultò, fece sobbalzare Rakesh. Per un attimo, mise ind ubbio la propria sanità mentale: Aveva perso la testa per cercare di intrufolarsi in casa del Carnefice? Che la vita sconclusionata di Iskawan lo avessero reso scondiderato? Forse, proprio come Jiro, aveva iniziato a varcare un confine sottile che non sapeva nemmeno esistesse. Forse la sua lucidità stava venendo meno come una corda sciolta senza che nemmeno se ne rendesse conto!
"è ora di cena" disse Jiro sbattendo le mani sul tavolo con vigore "Mangiamo qualcosa prima di andare. Abbiamo bisogno di energie per conquistare la liberstà"
Grazie all'entusiasmo di Jiro, tutti i dubbi di Rakesh vennero dissipati. Anche se il tentativo di trafugare la scatola fosse stato una follia, era sempre meglio nutrire una tale speranza che lasciarsi vivere tra gli eterni cicli temporali di Iskawan. Mentre cercava il cibo che aveva nascosto da qualche parte, Jiro continuava a proporre nuove idee, una più stramba dell'altra, fin quasi a resentare ridicolo.
"Voi siete matti" gridò Gekko
"Forse" concordò Rakesh "ma meglio essere pieni di speranza e follia che non averne affatto"
Gekko trasse un profondo respiro, poi sfogò tutta la sua frustrazione "Perderò entrambi i miei compagni se stanotte andrete lì"
"Non ti preoccupare per noi Gekko" disse Jiro
"Rimarrò tutto solo. Svanirete nel nulla, come i Vakum che stanno scomparendo di recente. Con chi passerò il mio tempo dopo?" li incalzò Gekko
"Scambia i miei vestiti con qualcosa di bello" disse Jiro mentre alzava gli occhi al cielo ridendo e ingurgitando un pezzo di alga secca.
Gekko corrugò la fronte e scivolò verso un angolo del rifugio, dove era solito ritirarsi quando era imbronciato. O almeno così sembrava. Vista la scarsa presenza di fuochi fatui, le ombre facevano sembrare anche un sorriso sincero al pari di una smorfia.
"Riso" di Jiro, allungando a Rakesh una ciotola di legno che avevano rinvenuto lungo le mura sud "La nostra prelibatezza"
Stando in silenzio, Jiro sembrava in estasti mentre consumava il suo riso raffermo con voracità, incurante di gustarne il sapore. Ogni cosa nella città prigione sapeva di umidità. Oppure di metallo o di legno marcio. Persino l'acqua, umida e salmastra, aveva un gusto ferroso. Il riso che Rakesh stava mangiando schioccava sotto i suoi denti. Il vecchio droghiere, responsabile della distribuzione dei viveri portati dai carri imperiali, era solito mischiare riso con piccole pietre per aumentarne il peso ed incassare più denaro. Nessuno aveva mai protestato; dopotutto a chi sarebbe importato? Rakesh finì il pasto rapidamente, mise da parte la sua ciotola e si alzò.
"Gekko, vieni con noi?"
Si udì un mormorio lontano. Rakesh e Jiro attesero, ma Gekko non proferì parola.
"Dorme già" disse Jiro con un cenno della mano "Andremo senza di lui"
Tre fuochi fatui saettarono nel rifugio non appena Jiro sollevò una vecchia asse dal pavimento, per poi rovistare all'interno ed estrarre due coltelli smussati.
"Non saranno della migliore qualità" mormorò lui, scorrendo il pollice lungo la lama che presentava diverse intaccature "ma sono sufficienti per difenderci"
Rakesh pensò alla considerevole stazza del Carnefice e deglutì. Tuttavia, qualche minuto dopo, i due amici si addentrarono nella città oscura, con Rakesh che seguiva Jiro tra le ombre. Passare inosservati per Iskawan non era una cosa nuova per nessuno dei due, ma farlo seguendo un piano preciso sì. Ogni cosa che facevano dava loro la sensazione di fare rumore. Ogni passo sembrava sbagliato. Rakesh tenne il suo coltello vicino al fianco sotto la tunica, per impedire che riflettese la luce al passaggio di un fuoco fatuo. I Vakum non erano abbastanza consapevoli per preoccuparsi di ciò che vedevano, persino distinguere se Rakesh fosse un uomo o meno, ma c'erano altri dalla vista aguzza e dalla lingua velenosa che avrebbero riferito al Carnefice ogni cosa sospetta o un potenziale tentativo di fuga. La gente era davvero disposta a fare qualsiasi cosa per migliorare la propria condizione.
"Tutto bene?" chiese Jiro sottovoce quando girarono un angolo, oltrepassando una vecchia che di rado abbandonava il suoportico. Gli occhi della donna scrutavano sìcostantemente nell'oscurità, stranamente soenti nonostante fossero così attenti. Di tanto in tanto la vecchia emetteva un acuto schiamazzo nel buio.
"Tutto bene" rispose Rakesh sussurrando
Jiro sorrise, i suoi denti brillavano riflettendo la luce di un globo luminoso mentre attraversavano la strada principale, lasciandosi alle spalle il rivoltante puzzo di rifiuti.
"Perfetto"
Un mercatino era stato allestito più avanti, le grida di coloro che cercavano di vendere i loro patetici averi risuonavano nell'oscurità. La fine di quel ciclo temporale sarebbe presto arrivata; almeno per coloro che ad Iskawan tentavano di avere una routine quotidiana anzichè abbandonarsi ad una vita priva di significato. I due ragazzi vagarono per il mercatino, fingendo di essere interessati alle misere merci esposte su quei tavoli sgangherati. Qualcuno rise. Un tintinnio seguì quella risata. Rakesh rallentò il passo mentre gli occhi di Jiro ispezionavano un tavolo colmo di rare perle di vetro. Il proprietario si accostò ai suoi tesori con sguardo torvo.
"Queste perle per una tunica?" chiese Jiro, mentre si allontanava con fare sarcastico che nessuno, a parte lui, sembrava cogliere. Rakesh vide l'uomo imprecare contro il suo amico
"Non so bene in cosa ci stiamo cacciando" bisbigliò Rakesh agitato "forse dovremmo aspettare e farlo un'altra volta"
Sembra che oggi tutta Iskawan sia pervasa da una strana atmosfera, pensò. Quella notte sembrava ancora più opprimente delle altre, come se l'oscurità potesse penetrargli le osse, proprio come faceva la nebbia eterna.
Jiro non arrestò il passo, piuttosto, iniziò ad accelerarlo. Rakesh si affrettò per stargli dietro.
"Quando se non oggi?" chiese l'amico. La sue espressione era tesa e gelida.
"Domani?"
"Non avrai il fegato per farlo, cosa faremo se il Carnefice spostasse la scatola? No, dobbiamo farlo stanotte"
Un impeto di vergogna scosse Rakesh. In fin dei conti, non era stata una sua idea? Non poteva tirarsi indietro ora. No...non voleva tirarsi indietro ora, non quando una prospettiva di libertà era lì a pochi passi.
"Sì. Sì, hai ragione. Per un attimo la nebbia mi ha mandato in confusione"
"Coraggio! Questo potrebbe essere il nostro grande momento"
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Spero vi sia piaciuto! Sabato ci sarà la seconda parte :)
Buona serata a tutti!
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I Volti dell'inganno - Sinfonie del Sole e della Luna
FantasíaIn un mondo pieno di inganni, ognuno recita una parte. In vista della celebrazione di un matrimonio fra reali, i clan dell'Impero si ritrovano nel palazzo imperiale, dove il Principe Isao sposerá la mite Ren, secondogenita del clan Nari. Per la prim...