Capitolo 3: Famiglia

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N.A. La canzone di questo capitolo è...


𝓛𝓲𝓼𝓪𝓷𝓭𝓻𝓪

Seguo l'uomo-triangolo: torniamo all'ingresso, scendiamo le grandi scale e giriamo in un piccolo corridoio sulla sinistra. Superiamo una, due, tre porte, quando l'uomo triangolo l'uomo-triangolo si ferma davanti ad una grande e nera sul lato sinistro del corridoio. Mi fermo dietro di lui e trattengo il respiro.

Perché sono così in ansia? Devo incontrare solo la mia famiglia? È , forse, perché non l'ho mai vista? Saranno lì dentro anche mia madre e mio fratello?

Fritz apre la porta con un movimento fulmineo, ma delicato, e informa: «Signori, come da voi richiesto, la ragazza è qui». L'uomo triangolo fa un inchino e attende ordini da parte di mio nonno. Io lo fisso per qualche secondo: non so se ridere o rimanere basita per tale comportamento. Siamo nell'800?

Come sospettavo, anche questa stanza è gigante: al centro di essa si trova un lunghissimo tavolo, circondato da almeno cinquanta sedie antiche ed eleganti sul quale ogni cinque sedie, al centro, è posto un candelabro nero e oro.

Sembra quasi un tavolo reale di Luigi XIV. Solo un po' più scuro.

Le pareti sono decorate con una particolare carta da parati grigia, il pavimento è costituito da piastrelle nere e dal soffitto spunta un grande lampadario, che dona alla stanza una luce arancione tenue e soffusa. La porta si chiude dietro di me e questo mi porta a concentrarmi sul fondo della stanza, dove si trovano quattro figure sedute e tre in piedi incollate al muro. Mi avvicino lentamente a testa alta, sentendomi addosso gli occhi dei presenti.

«Cara, buonasera. Accomodati», afferma l'uomo seduto a capotavola alzando una mano e indicando una sedia vicino a mia madre. È lo stesso uomo che ci ha accolti ieri sera, ma questa volta indossa un completo nero comprensivo di un panciotto.

Ora che c'è più luce e che sono meno stanca, riesco a definire i suoi lineamenti: ha la pelle bianchissima, come se fosse di ceramica, i capelli lunghi e castani legati sotto alla nuca con un nastro rosso di tessuto e gli occhi sono di un colore strano tra il nero, il grigio e il giallo, ma che nascondono un qualcosa sotto.

Indossa delle lenti colorate, perché? Ma, soprattutto, perché mio nonno è così giovane?

Alla sua sinistra si trova mia madre, ma non sembra lei: ha la pelle color oliva scaduta, come se fosse malata, i capelli raccolti in una coda bassa con un elastico nero e gli stessi indumenti con cui l'ho vista l'ultima volta. Ha il capo chino e non dice una parola.

Sta male?

Di fronte a lei c'è una donna, che, con il suo portamento dritto e gli occhi fissi su mia madre, emana potenza e fermezza. Ha la pelle bianca come il latte, i capelli neri raccolti con delle forcine che le donano un'acconciatura da aristocratica e gli occhi molto simili a quelli dell'uomo a capotavola . L'unica differenza è l'intenzione nello sguardo di lei, il quale pare assassino, mentre quello di lui è sereno e fisso su di me. Indossa un abito lungo nero ornato con perline nere luccicanti, che accentua le forme del suo piccolo corpo minuto, tiene le mani sotto il tavolo, molto probabilmente sul ginocchio, e indossa molti gioielli costosi, eccetto uno specie di bracciale rosso intorno al polso destro, molto simile a quello che l'uomo seduto a capotavola usa come nastro per capelli.

Questa dovrebbe essere mia nonna? Chiedo tra me e me.

Poso lo sguardo su Licano, che si trova al fianco della donna. Indossa un completo molto simile a quello dell'uomo a capotavola, ma senza panciotto: ha una camicia bianca, una giacca nera chiusa e dei pantaloni eleganti. Non l'ho mai visto così elegante. Anche perché non avevamo soldi.

Legami di sangue: il risveglioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora