Capitolo 8: L'accampamento

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𝓛𝓲𝓼𝓪𝓷𝓭𝓻𝓪

«Ci hanno mandati qui a morire!»urla mentre cammina avanti e indietro.

«Non per forza», commento.

«Ma per favore...», sbuffa, guardandomi male.

«Ascolta, proviamoci. Devi solo fidarti di me», propongo prendendola per le spalle, obbligandola a fermarsi.

«Fidarmi di te? Ci hai mentito. Tu non sei come noi», afferma, chiudendo gli occhi per la rabbia. «Si muore una volta sola», insisto.

Dalla conca, tra una collina e l'altra, si intravede del fumo uscire dagli alberi e questo ci permette di capire la posizione dei cacciatori.

Scendiamo nel modo più silenzioso possibile, attaccandoci ai massi e ai fusti degli alberi, fino ad arrivare a meno di un metro delle tende dei cacciatori.

Sono meno di una ventina e questo mi regala una leggera speranza.

Mio fratello sapeva di questa cosa?

Mi ha mandata a morire senza dire nulla... E la mia famiglia?

«Lo faremo davvero?»sussurra Ruxandra.

Una rabbia profonda inizia a crescere dentro di me.

«Guardate un po' chi ho trovato!»urla dal fondo del campo un umano grasso, con lunghi baffi e una barbetta orrenda. Indossa dei jeans, una camicia a quadri verde e nera e un pesante giubbotto nero. In una mano ha una lattina di birra e nell'altra un lungo fucile.

È seguito da due uomini che tengono sottobraccio... una ragazza dai capelli color caramello. È Abel!

Tutti gli uomini si riuniscono intorno al fuoco e ridono di gusto.

«L'ho scoperta mentre ci spiava. È una di loro», dice l'uomo mezzo ubriaco.

Lei si dimena senza risultati e piange silenziosamente, a testa bassa.

«Cosa facciamo?»bisbiglia Ruxandra.

«Non lo so». Non lo so davvero...

Il sole sta tramontando. Siamo dietro questa roccia ormai da ore e nulla è cambiato: hanno attaccato Abel a un palo con le mani legate sopra la testa, mentre tutti siedono intorno al fuoco e bevono una birra.

«Guarda!»esclama Ruxandra, facendomi voltare. Dietro di noi si sta avvicinando qualcosa o qualcuno che non riusciamo a definire, finché non ci accorgiamo che è Dragos.

«Ragazze, cosa ci fate qui?»bisbiglia lui tenendo la testa bassa.

«Se torniamo al castello, ci uccideranno comunque», commenta Ruxandra.

«Abel è stata rapita», affermo mentre ricomincio a osservare la ragazza dai capelli color caramello.

«Sono morti tutti. Io sono riuscito a scappare», dichiara Dragos abbassando ancor di più la testa.

«Li hai abbandonati?»ribatto in tono aggressivo e stupefatto.

«No», ribatte immediatamente, ma subito dopo abbassa la testa. «Sono un codardo», afferma.

«Se non vuoi essere più un codardo, aiutaci a salvare Abel», commento acidamente e Ruxandra.

«Avete fatto dei progressi?»chiede con un po' di preoccupazione e impazienza.

«No», risponde Ruxandra con uno sguardo torvo.

Ormai è diventato tutto buio e Dragos è sempre più agitato.

Legami di sangue: il risveglioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora