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Fuori continuava a piovere, senza sosta, ormai da ore. Il cielo era in tempesta, e sembrava che non avesse nessuna intenzione di smettere.

Dalla finestra appannata della sua stanza, Choi San, seduto comodamente sul suo letto, riusciva solo a vedere una casa: ovvero quella accanto alla sua, nella quale viveva una famiglia trasferitasi lì da poco. Precisamente da una settimana.

Non sapeva molto di loro, tranne che avessero un figlio, e che erano così tanto ricchi da non mischiarsi con la gente comune. Alle sue orecchie suonava bizzarro, ma non ci prestava mai molta attenzione, se non quando affacciandosi, si ritrovava a fissare la finestra di fronte alla sua.
Non era molto distante, e da lì, poteva benissimo vedere qualcuno muoversi dietro le tende di questa.

Era chiaro che fosse il più piccolo della famiglia, data la sua sagoma minuta. San non conosceva ancora il suo aspetto, ma nonostante ciò appariva come un ombra elegante e indistinta ai suoi occhi curiosi.

Si era chiesto più volte cosa facesse tutto il tempo da solo nella sua stanza, e Wooyoung, il suo migliore amico, dopo averlo personalmente spiato, intrufolandosi da solo nel giardino dei suoi vicini, gli aveva rivelato che questo non facesse altro che suonare semplicemente il violino, andando avanti per ore.

La cosa lo affascinava, doveva ammetterlo. Non aveva mai sentito nessuno suonare il violino. Si chiedeva se fosse bravo, e quali canzoni suonasse.

Poteva restare lì seduto sul letto, e applicarsi a guardare fuori tutto il tempo che voleva, anche per ore, dal momento che adorava osservare le cose belle che lo circondavano.
Da lì poteva ammirare il cielo, i fiori, le stelle, gli uccellini e i gatti selvaggi che vagavano per il quartiere, insieme ai loro cuccioli.
E ovviamente, in particolar modo, poteva ammirare il ragazzino nascosto dietro le tende di cui non conosceva né il nome né l'aspetto fisico.

Sembrava passasse davvero tutto il suo tempo a suonare, il che era un po' triste, perché non lo aveva mai visto giocare con gli altri bambini. Avrebbe voluto trovare il coraggio di avvicinarsi, di parlargli, chiedergli che cosa ci trovasse di tanto speciale in tutto quello, ma sembrava inavvicinabile.

Qui stava il problema. Quel bambino era segregato in casa, Wooyoung stesso aveva dichiarato che parlargli era impossibile, perché lui ci aveva provato, e i Kang, così si chiamava quella famiglia, gli avevano vietato di intrufolarsi nuovamente nella loro proprietà, dal momento che si, era già stato beccato, e rimproverato diverse volte.

Avrebbe voluto provare personalmente...ma quel giorno non avrebbe avuto senso, perché la pioggia scivolava ancora contro i vetri della sua piccola finestra.

San cominciava a temere che quel giorno non sarebbe riuscito ad uscire fuori, per andare dal suo migliore amico, e mostrargli così il suo ultimo disegno. C'erano poche cose in cui si impegnava, e in cui credeva di essere bravo, e questa era proprio il disegno.

Quel giorno forse non sarebbe riuscito a vedere Wooyoung.

La maggior parte delle volte passavano il tempo insieme. Abitava proprio nella casa davanti alla sua, era sempre facile raggiungerlo. Sua madre non gli permetteva mai di allontanarsi troppo, ma lo lasciava uscire volentieri, quando la rassicurava dicendogli che sarebbe andato a giocare con Wooyoung.

Anche se Wooyoung stesso, sembrava un pericolo pubblico.

Quando avrebbe smesso di piovere, molto probabilmente avrebbe sicuramente mostrato il suo ultimo disegno proprio a lui, perché questo rappresentava il bambino misterioso, quello che viva nella casa affianco alla sua. Wooyoung adorava il mistero, era infatti colpa sua se molte volte lo metteva nei guai, e ultimamente il figlio dei Kang, occupava i pensieri di entrambi.

Moonchild~SanSangDove le storie prendono vita. Scoprilo ora