Capitolo 3

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Mi sveglia il rumore fastidioso della sveglia di Jace, di là nell'altra stanza, ma imposta sempre un'ora prima del suono della mia. Che avrà da fare per due ore prima della scuola?

Mi giro lentamente su un fianco, cercando di evitare il livido procurato dalla lezione di ieri, ma non riesco comunque a chiudere occhio. Ormai è abitudine. Decido di alzarmi solo per affacciarmi alla finestra. Emy, stranamente il cielo è completamente sereno,allarme.

Oggi non ho voglia di uscire, rischio, essendo totalmente vulnerabile alla socializzazione, di rimanere asfissiata dai continui ragazzini che escono nelle belle giornate, quelli che girano tra le vie affollate di New York solo con lo skate.

Ero strana appena arrivata nella città, avevo la testa in bambola e l'idea di essere subito qualcuno che sembra viverci da sempre era allettante. Taylor mi amava e mi ero trovata anche qualche conoscenza piacevole. Allo stesso tempo ero triste e vulnerabile, pienamente esposta agli avvoltoi. Ho abbassato troppo in fretta il mio muro di protezione.

Mi si rigano subito le guance con qualche lacrima. Questa merda di città ha portato solo guai.

Prendo dall'armadio un maglione nero dei jeans del medesimo colore con le Dr Martens.

Mi vesto e sistemo i capelli, senza nemmeno uscire dalla camera. Un mese fa ho ricattato i miei genitori , o meglio mia madre e il mio nuovo padre, che non avrei più preso gli antidepressivi se non mi avrebbero fatto un bagno con il buono coniugale. Ah politica, grazie a Dio sperperi soldi anche se qualcuno respira.

Leggo i messaggi

Da Francis Kickboxing:

Oggi hai allenamento alle quattro fino alle cinque e mezzo. Porta le bende o ti ritroverai le nocche bruciate come ieri, io non te le presto

Da Preside Scuola:

Hai la punizione alle una e un quarto oggi resti a scuola

Da Mikelle:

Ho da testimoniare stamattina, mi trovi in tribunale

Da Taylor:

Ehi piccola devi scusarmi, non ci sono stato a letto, richiamami. Ti ripeto che con Alexia è finita.

2 chiamate perse da Taylor

1 chiamata persa da Mamma

Non mi sono nemmeno alzata e già la mia giornata è perfettamente organizzata.

Inizio a preparare il borsone di danza, tanto so che dopo essere stata in palestra non avrò voglia di farlo. Punte spanate, calze bucate e rammendate trenta volte, body, asciugamano, acqua, cambio, mezzepunte. La danza è sempre stata la mia più grande passione. Me la ha insegnata papà per tanti anni,ma quando i miei genitori anno iniziato a litigare, mio padre non era mai a casa. Ho iniziato a prendere lezioni per sperare di entrare in Accademia.

Inizio poi con quello di kickboxing. Top e pantaloncini Adidas, asciugamano, acqua, bende e tutto quello che serve.

Ancora non posso credere che per sopravvivere ai casini di mio fratello-fidanzato devo saper stendere la gente.

Mia madre non sa che prendo a botte un sacco, solo per sfogarmi o per ricattare i giudici che incolpano Jace di omicidio, e fortunatamente ora che se ne sono trasferiti a Chicago, nemmeno devo più nascondere il borsone in macchina.

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