Entrando nella mia prima aula, noto Adam intento a fumarsi una sigaretta. I capelli coprono interamente il volto non permettendomi di scrutare la sua espressione.
Mi accorgo di starlo a fissare, e se ne accorge anche lui. La sua espressione muta in un deluso atteggiamento.
Da sotto la maglia gli si notano i muscoli tesi mentre prende i suoi libri per poggiarli tranquillamente nel posto libero accanto al suo.
Mi colpisce da dietro qualcuno. Impreco, ma notando il professore, intento a superarmi per andare alla cattedra,mi metto instintivamente una mano davanti la bocca.
Ritorno a guardare Adam, che con un ghigno arrabbiato mi guarda.
Mi accorgo di stare in mezzo al passo, proprio ferma davanti alla porta, e vado a sedermi in un banco in prima fila, totalmente a destra.
Il professore fa un veloce appello, penso solo rivolto a sé stesso, perché nemmeno alza la voce.
- Bene, oggi ho intenzione di darmi una risposta a una domanda,composta da quattro parole. Risponderete tutti per elenco di classe. - Ah, ecco il perché di quell'appello... -Cos'è la gelosia? Annerl, inizia tu. -
Cos'è la gelosia? Gelosia, invidia. Due sinonimi che vanno scomposti. Annerl inizia a prlare e rimango stupita, ma contrariata -...anche se posso vedere la gelosia come un virus, sono contenta che esista. Per me gelosia significa tristezza. In parte della mia vita è stato più felice essere gelosi e tristi, e so che è bellissimo pensare che da questa tristezza, possa nascere la felicità, la notte, di chiudere gli occhi e vedere ciò che non hai, fa crescere speranza -
Alzo immediatamente la mano, e il professore con un cenno della testa e mi da' la parola. -Te hai detto che basta chiudere gli occhi, ma nella vita la maggior parte del tempo stai a occhi aperti, e quindi tu sei triste,e gelosa? Non ha senso, non puoi dire che in quasi due ore in cui sai di sognare e ti rendi conto di sognare, perché nel resto della notte si è completamente staccati dal mondo, bastano a far crescere tutta quella speranza che serve per vivere con uno scudo di fronte a quei sentimenti negativi! -
Rimane ammutolita, posso capire dal suo sguardo rassegnato, cupo, che ha detto questo non perché lo crede veramente. Lei non è riuscita a costruirsi il suo scudo, anche se lo vorrebbe e fa finta di sì, perché è più facile stare con una maschera felice che vivere senza. Il prof se ne accorge.
-Annerl, l'infelicità è per il nostro animo il calore che lo tiene tenero, non si può vivere senza, vai al bagno, sfogati e abbatti quella maschera, dopo la lezione vai dalla professoressa Cristie e digli che non ci sarai, che ti ho convocato, e poi vieni nella mia aula, passiamo oltre, Peter dicci un po' cosa è per te questa 'gelosia' -
Mi guardai intorno, non sapevo che esistesse un Peter nella mia classe. Cerco con lo sguardo il ragazzo e ne vedo uno che si alza teatralmente facendo un inchino. Un ragazzo alto, biondo riccioluto, con degli occhi leggermente a mandorli azzurri, molto azzurri, quasi verde acqua. E' magro, poco palestrato come Adam e questo lo rende davvero carino. - Per me la gelosia è quel sentimento che si confonde con l'amore -
Faccio una faccia interrogativa, non capisco questa affermazione, e come me molti ragazzi. - Puoi spiegarti meglio? - anche il prof sembra confuso, o almeno credo che voglia solo affermare quella che è la sua teoria.
-Certo. Vedete, secondo me la gente pensa di sapere cos'è l'amore; in effetti non sa nulla. Il fraintendimento dell'amore crea gelosia. Per 'amore' la gente intende una specie di monopolio, una possessività, senza comprendere un fatto basilare della vita: quando possiedi un essere vivente, lo hai ucciso. -
-Sono rimasto davvero colpito da questa affermazione. Ma ritengo di farti una domanda, te credi di sapere cos'è l'amore? Non mi devi rispondere, chiedilo a te stesso, dato che ne vai davvero convinto. -
Il ragazzo in un primo momento continua a sorridere, poi quella immediata scintilla si spegne dal suo volto e si mette a sedere.
Quando è giunto il mio turno, sono veramente preoccupata. Il prof ha fatto zittire ogni ragazzo che diceva qualcosa. Ha davvero capito cosa ognuno aveva intenzione di dire, e ha fatto ragionamenti interessanti che però andavano a contro ribattere. Ho paura di ciò che devo dire.
-Emily dai tocca a te, la domanda la sai -
Ragiono. Cosa è per me la gelosia?
-Per me è come un filo ad alta tensione. All'interno passano le invidie e le incertezze da cui essa è nata
ma è estremamente pericolosa ed è meglio non andarci a toccare -
-Cara Emily, mi hai detto niente, io ti ho chiesto cosa sia per te, non una formula chimica da imparare a memoria, non è la mia materia, mi dispiace, te mi hai detto cosa è in fatto scientifico e le possibili conseguenze, ma io non ti ho chiesto questo, ragazza -
-Per me la gelosia è....è.... - non lo so cosa sia, perché nella mia testa strafatta di incomprensioni non so distinguere le emozioni che non siano felicità o tristezza. Sono triste della mia vita o riesco ancora a sperare? Possiedo o tengo? Io non lo so. -Sa cosa prof? Non lo so! Ho poca autostima e sono gelosa? Bho, ho paura che io non riesca a tenere legata la mia vita alla cordicella, e invidio chi al posto della cordicella ha una catena? Io non lo so se è meglio lottare e faticare per tenerla stretta a me e non farla scappare dopo averci fatto solo un nodo, o voltarci e andare senza preoccupazione perché tanto la vita è legata con del piombo. Essere gelosi significa essere insicuri di ciò che si ha? O volere di più? Tutt'e due? La verità è che la gelosia è gelosia, e con il casino che ho in testa la lascio camminare senza un guinzaglio, o uno scudo ma se prova a correre non glielo lascio fare. In questo momento tutte le emozioni possono fare quello che gli pare, ma se provano a mettermi i piedi in testa, io le blocco, nemmeno mi metto ad analizzarle, non esistono domande come 'quale sei' 'perché ci sei', al costo di diventare apatica. -
Il professore mi guarda, impassibile, si volta e va a mettere a posto i suoi libri. Tutti si alzano e iniziano a mettere a posto la propria roba, così faccio anche io. Che mi è preso? Ho iniziato a urlare a fare una sceneggiata, ma tutto è partito da se'.
Mentre esco dalla classe, sento il professore dire -Emily, bada a te stessa e non agli altri, credo che tu non ce la faccia più -
Uscendo dalla classe non ce la faccio a resistere. Una lacrima, una sola, scende e urlo. Non parole, non frasi. Solo un suono strozzato ma urlato al massimo di ciò che le mie corde vocali riescono. Ed è a quel punto che quella lacrima solitaria lascia il posto ad innumerevoli, mi muovo, mi metto le mani in testa, le alzo,e continuo a strillare. Finché due braccia mi circondano la vita, e riconosco il suo profumo, continuo a piangere, ma c'è lui ed è come se piangesse con me, il che mi mette ancora più tristezza, ma Jace riesce sempre a togliermi da questa fottuta terra e portarmi in un mondo in cui siamo solo io e lui, felici, che siamo muti, non parliamo, ma ci capiamo, non ci vediamo, ma vediamo le nostre facce, non ci capiamo sempre, ma ci riusciamo a capire sempre. Una cosa la so, magari non sarà amore, ma la mia vita è sorretta da Jace.

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Unstoppable, You
RomansEmily Lewis è una ragazza appena arrivata a New York, quando una certa ragazza morta le stravolge la vita. Era lì solo per il matrimonio della madre, per ricominciare con un nuovo fratellastro. Ma è proprio questo ragazzo così innamorato che ha port...