☙~[ Capitolo .4 ]~☙

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  Gettò il telefono sul divano vellutato.
  «Cazzo... é così profonda la sua voce anche al telefono! Aah! Devo contenermi!»
  Coperti gli occhi con le lunghe maniche del pigiama, Timothy aveva il cuore a mille. Si era vietato prima di non dover provar nulla per quel tale, eppure Timothy cedeva sempre per quelli più belli, più "fighi", ma quale ragazza non farebbe lo stesso? Credo che tutte sognino di avere un ragazzo bellissimo, intelligente, buono e simpatico. Ma il ragazzo perfetto, diciamocelo, non esiste. Era questo fatto che non entrava nel cervello di quello lì, che ora stava raggomitolato a produrre un versetto acuto sulla seta rosa della sua veste, quasi si stesse trattenendo dallo sclerare.

  «Un'altra cotta, signorina Mitchell?» Chiese conferma il fidato e unico maggiordomo di Timothy.
  «Oh, Aaron... sapessi quant'è bello! Si chiama Nathan, ed è così bello...» con le mani sulle guance alzava gli occhi al soffitto, come al contemplare l'immagine perfetta di quel ragazzo «... così belloo...»
  «Si curi però, My Lady, che non conta solo il fascino. Serve anche che vi ami e ve lo dica, e che vi renda felice sotto ogni punto di vista.» [*] Aaron era un uomo espero, un po' in là con gli anni, ma non troppo. Era anche lui di buona famiglia, ma era da anni che lavorava sotto la famiglia Mitchell, oltre che come servitore, anche come insegnante privato di etichetta. Soprattutto con Timothy aveva creato un rapporto di simpatia, perché vedendolo in difficoltà, e quindi da quel momento si era auto definito "premuroso", ma forse era solo caritatevole. Capiva il disagio di quel ragazzino, e non per altro gli dava del "voi" di cortesia e del "lei" come pronome, così da farlo stare meglio, ed in effetti ci riusciva. Di aspetto assomigliava molto ad Alfred, il celeberrimo maggiordomo di Batman.
  «Ma per sapere com'è veramente devo intanto iniziare a conoscerlo, e quale modo migliore se non con un appuntamento?» rise teneramente, recuperando il manga [**] da terra, caduto, perché aveva saltato sul divano.
  «Dovete stare attenta, però, e andare con calma. Voi avete bisogno di contegno, Signorina. Non volete finisca come con le altre vostre relazioni passate, sbaglio?»
  «No affatto! No! Stai dicendo giusto, ma anche lui deve contribuire alla riuscita della relazione! Non penso che nei tempi addietro sia stata colpa mia, non credi?»
  «No, non lo penso. So che siete una ragazza dai facili costumi,» (fulminata da parte di Timothy) «ma avete splendide qualità, quali l'intelletto, la vivacità, la vostra raffinatezza e avete un fascino tutto vostro.»
  Le lusinghe entravano con prepotenza della mente del ragazzo.
  «Oh, ammetto di essere una divinità greca~» mosse i capelli albini col dorso della mano. In tutto questo Aaron stava facendo le pulizie di casa con un adorabile grembiulino lilla ricamato e legato alla vita.
  «Signorina Mitchell...»
  «Chiamami "Afrodite" [***] .» Disse smorfioso con gli occhi attaccati sulle pagine del fumetto.
  «... non dovrei dirvelo, ma se domani, per puro caso, mi assentassi dalla casa, sempre con casualità, il vostro amato diverrebbe anche il vostro ospite.» Sorrise l'anziano sotto i baffi grigi.
  «Eeh?!» Si voltò con una velocità estrema
  «Davvero me lo permetteresti?! Cioè- Posso?!»
  «Non ne vedo il problema. Siete giovane, e dovete mostrarvi interessato a quell'uomo.»
  «Se la mettiamo sotto il punto di vista dell'età, effettivamente e abbastanza grande~»
  «Come, prego?»
  «NIENTE.»
  «Sappiate che siete ancora sotto la tutela dei vostri genitori, ancora per diversi mesi, e vedete di non combinare qualcosa di poco appropriato com'è vostra consuetudine fare.» Si voltò il vecchio, con uno sguardo minaccioso, come se effettivamente quello che a Timothy fruttasse soldi non fosse una cosa di cui andare fieri.
  «Anche lui è come me.» Abbassò lo sguardo, sentendo che il messaggio non fosse arrivato in modo molto chiaro ad Aaron. «Anche lui fa il gigolò.»
  Aaron rimase colpito a ciò che gli aveva appena detto il suo capo. Forse perché sapeva della difficoltà nel far parte di quel circolo vizioso, che Timothy si era invaghito di quel ragazzo. Ora stava guardando quel ragazzetto semi-disteso sul divano di velluto vinaccia, che con fare triste guardava la copertina del suo manga, ed era vestito di bianco e di rosa. Oltre ad essere in crisi con se stesso, ora si era di nuovo acceso d'amore, ma era diffidente. Anche lui avrebbe preso più distanza se le ultime, nonché uniche relazioni, fossero state un fiasco. Sapeva però, che Timothy era un ragazzo dagli interessi scontati per un teenager, perché sentiva il bisogno di trovare un'anima gemella, ed appartarsi ogni tanto per mostrare il suo amore. Era il desiderio carnale che lo assaliva, ed era diventato un bisogno troppo grande, tanto da arrivare alla prostituzione, che però non lo appagava abbastanza. Timothy credeva fosse tutta una questione d'amore, del fatto che dovevi avere un rapporto con qualcuno a cui volevi bene, e nell'attesa di trovarlo avrebbe fatto quel che voleva con persone a caso, sentendosi comunque parte di un vizio ormai incontrollabile: la lussuria.

  «Non perdete mai la speranza, My Lady. È uno dei vostri pregi più grandi.»
  «Grazie Aaron, ma non sono sicuro sia adatto ad amare ed essere amato. Forse l'inettitudine è il mio punto di forza, e la causa dei miei insuccessi. Forse non ho possibilità.»
  La sua voce era un po' tremolante alla fine del discorso. Probabilmente non era mai entrata nella sua testa un'opzione del genere, e ciò lo addolorava.
  «Non dovete prendervela con voi stessa. I ragazzi che avete frequentato non erano semplicemente adatti a voi. È improbabile trovare l'anima gemella al primo tentativo.» Gli si sedette imparte. «Dovete pensarla come se fosse la vostra volta buona.» Sorrise. «Parlatemi di più di lui, di questo Nathan.»
  «Ooh! È così bello!»
  «E oltre alla bellezza, in lui cosa avete notato?»
  «Beh, non saprei... sembra un tipo un po' scontroso, però è anche gentile, quindi suppongo sia solo un po' alterato~» "supponeva" con l'indice sul mento e una posizione eretta a gambe incrociate.
  «Ah, mia cara... Voi cedete sempre per quelli più affascinanti e freddi...» scosse la testa, quel vecchio, e sospirò.
  «Ogniuno ha i suoi gusti.» Si mostrò imbronciato. Poi però tornò ad essere triste. «Forse nemmeno lui è l'uomo dei miei sogni... e il filo rosso del destino con è intrecciato tra le nostre dita...» abbracciò il manga, pensieroso, in realtà preoccupato.
  «Ora però alleviate il vostro dolore con il sonno. Domani avete un'importante compito, o sbaglio?»
  «No, hai ragione.» Ricambiò il sorriso, anche se sforzato. «Devo darmi da fare se voglio arrivare in alto!» E saltò giù dal divano, con la vestaglia chiusa dalla cintura e che ondeggiava ad ogni piccolo movimento. «Oyasumi Aaron-san!»
  «Pensate in positivo, My Lady.» Ribadì il maggiordomo con un gesto lento e raffinato del polso.
  La figura chiara e rosea del giovane aristocratico con balzi fulminei saliva le scale marmoree, con sovrastante un tappeto rossiccio, più verso il viola, un po' come il vino. Ci mancava solo che si dedicasse anche all'alcol. Era già messo male così, con crisi d'identità e desideri difficili, ed Aaron pensava solo a quanto fosse dura per quel suo "padrone", che già aveva imparato a cavarsela da solo, ma ancora troppo giovane per rimanere da solo, e che i suoi genitori non lo volevano più, perché lo ripudiarono già anni prima, per motivi del tutto assurdi.
Ma essendo questa un'altra storia, tra l'altro strappalacrime, meglio lasciarla per un momento più opportuno. Era giù di morale già così, ed è bene non peggiorare le cose.

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NOTE:
[*] ~ Chiedo scusa per i termini poco normali, ma la vita è fatta così ... *ride*
[**] ~ È probabilmente un hentai (fumetto pornografico giapponese, lol)
[***] ~ Per gli ignoranti, Afrodite è la dea della bellezza ewe

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Attualmente è il 15 dicembre, e durante le vacanze di Natale mi darò da fare per allungare i capitoli ed aumentare la velocità nel farli ú-ù surry...

❝Just a Black Rose❞ by. Psycho_Nyctophilia & JershandTyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora