Gifts Under The Tree.

12- Kiss me like you do.

Le luci offuscate del locale davano a Lily la possibilità di nascondere anche i suoi pensieri, oltre allo sguardo accigliato. Se ne stava con il suo bicchiere di birra tra le mani ed osservava la situazione di tensione che si era creata, Daphne mancava già da un po' e non si sentiva per niente sicura a lasciarla da sola con uno sconosciuto, nonostante gli amici di lui continuavano a ripetere che Jon non le avrebbe fatto nulla di male.

Era piú forte di lei, diffidava dagli uomini e dai loro modi di fare, suo padre era stato il primo a tradirla e quel gesto l'aveva segnata per la vita, era arrivata alla conclusione che le donne potevano stare bene anche senza la presenza di un uomo nella propria vita. Lei aveva delle amiche meravigliose, un lavoro che amava ed una vita di cui non poteva per niente lamentarsi, perché desiderare qualcuno al suo fianco? Stava bene cosí, con il suo caratteraccio e la diffidenza perenne.

Un colpo di tosse palesemente finto la costrinse ad alzare lo sguardo per incontrare le iridi scure di Colby. L'uomo le si era seduto accanto con cosí tanta tranquillità da sorprenderla, prese il bicchiere dalle sue mani e bevette un sorso della sua birra, per poi darlo alla propria padrona con un sorrisetto alquanto irritante. Lily lo fulminò con lo sguardo, ma lui parve ignorare quella provocazione e continuò a guardarla intensamente, costringendo la sua fronte a creare due piccole rughette al centro.

«Sei ancora preoccupata per Daphne?» d'istinto allungò la mano e prese a giocare con uno dei braccialetti della ragazza, in modo cosí confidenziale da destabilizzarla per qualche secondo.

«Certo che sono preoccupata!» si riprese, tuttavia, non ritirò la mano e lasciò che lui si prendesse quella libertà senza nemmeno accorgersene. «Daphne é ingenua con gli uomini, é sempre alla ricerca dell'uomo perfetto e non si stanca mai di innamorarsi. Il tuo amico l'ha puntata, é facile che si lasci incantare da lui.» spiegò a grandi linee i suoi pensieri senza saperne la ragione.

Colby sorrise a quella confessione, era la prima volta che sembravano parlare in modo calmo e tranquillo, senza battibecchi ed urla starnazzanti. Non si sarebbe aspettato che lei gli rivolgesse la parola dopo l'ultima sfuriata che gli aveva rifilato, ma ne fu in qualche modo sollevato, era convinto che nella sua testa ci fossero troppe cose interessanti da scoprire per passare tutto il tempo a litigare.

«Jon non é per niente perfetto, ma quando s'intestardisce nessuno riesce a fermarlo, dá il cuore a chi ama ed é quel genere di persona che si prenderebbe il proiettile al tuo posto se riesci ad entrargli dentro.» sorrise appena nel descrivere l'amico, unico nel suo genere. «Il suo unico difetto é essere troppo suscettibile, ma forse la tua amica l'ha capito fin da subito e ne approfitta, non credi?» alzò gli occhi su Lily.

Quest'ultima ascoltò tutte le sue parole in silenzio, vedere il modo in cui parlava di uno dei suoi amici l'aveva colpita. L'immagine del Colby idiota, irritante ed egocentrico sembrava lontana dall'uomo che si trovava davanti ed anche se non lo avrebbe mai svelato ad anima viva, quasi le stava risultando piacevole conversare con lui; era la prima volta che parlavano come due persone normali.

«Sí, in effetti é cosí.» si morse il labbro nervosamente, parlargli la metteva a disagio e lui se ne accorse. «Spero solo che non si ritrovi di nuovo con il cuore a pezzi.» lasciò andare un sospiro dispiaciuto.

«Prometto di tirare un pugno a Jon se le farà qualcosa, questo ti fa sentire meglio?» batté un pugno leggero sul tavolino e ghignò.

«E perché lo faresti?» improvvisamente alzò gli occhi in quelli di lui, curiosa di conoscere il motivo della sua affermazione inaspettata.

«Per sdebitarmi con te! Ti devo delle scuse per averti sorpassata in quel modo, no?» portò una mano a grattarsi la nuca in modo goffo, quella situazione stava diventando fin troppo strana anche per lui. «Beh, mi dispiace!»