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La situazione non è delle migliori.

Qui sta per scoppiare una lite con i fiocchi.
Non è la prima volta che mi capita, ed è questo che mi preoccupa.
Ogni volta finiva sempre male, ma questa volta voglio farmi valere.
Non mi farò intimorire da Fabrizio, anche se so che probabilmente non avrò chissà quali forze contro di lui.

-Famme capì, a che gioco voi giocà, eh?-
-Io? Tu piuttosto.-

Non ho voglia di fare la ragazzina indifesa. Non stavolta.
Mi avvicino puntandogli un dito contro.
-Tu cosa vuoi da me!? Credi di potermi prendere in giro trattandomi così e usandomi!?-
-Letì, ascoltame. Io nun voglio farte nien-
Non lo lasciò finire che riprendo parola.
-Ah no? E allora fammi capire cosa vuoi. Non ho paura di te, dai dimmelo.-
-Te stai a comportà come 'na bambina, Letì.-

Basta. Non sopporto che mi chiami così. Lui non è nessuno per chiamarmi così e mai lo sarà.

-Non mi chiamare così! Tu non mi conosci! Tu vuoi usarmi! Sono queste le tue intenzioni! Tu...tu sei come tutti gli altri...- sento alcune lacrime rigarmi il volto. No, non voglio piangere davanti a lui. Non voglio mostrarmi debole.

-Letizia...- mi mette una mano sulla spalla, ma mi sposto subito. Non voglio che mi tocchi.
-Non mi toccare...-
-Letizia, io nun te voglio fà niente...te fidi de me? Guardame. Te sembra che te voglia fà der male?-

Lo fisso per qualche secondo e mi asciugo le tante lacrime che non la smettono di scendere.
Mi sono tornati a mente molti ricordi.
Ricordi che speravo di dimenticare. Ricordi che volevo assolutamente dimenticare, ma non credo che sarà mai possibile.

-Letì, te prego ascoltame. Io nun te voglio fà male. Nun 'o farei mai. Te fidi?-
-Non lo so se fidarmi di te...ho paura di fidarmi della gente...-

Ed è così. Quelle persone in cui hai contato per tanto tempo, quelle che ti stavano a cuore, quelle che dicevano di amarti...dopo un po' cambiavano. Non erano più quelle. Ed è di questo che ho paura. Che lui possa essere come loro. Ho paura di fidarmi di lui, anche se con tutta me stessa vorrai rispondergli di sì, ma la paura mi blocca, come sempre.

Non lo sento più pronunciare niente. Solo un "perdoname pe' questo" sussurrato e all'improvviso sento le sue labbra sulle mie.
È una sensazione stranissima, però mi piace.
Dovrei staccarmi, ma non voglio.
Continuo a ripetermi che ha vent'anni più di me e che non devo assolutamente cedere...
Ah, fanculo.

Ricambio il bacio con trasporto avvolgendogli le braccia intorno al collo mentre lui poggia le sue sui
miei fianchi.
Lo lascio fare.
Il mio cervello non riesce più a collegare e le troppe informazioni nella mia testa, unite alla mia debolezza dovuta dal calo di zuccheri, vengono messe da parte.

Se dopo racconterò questo a qualcuno, accompagnato dalle mie emozioni, non ci crederà.
Sento le sue mani passare dai miei fianchi alla schiena e sul collo. Prosegue la sua discesa fino a quando non sento qualcosa stringermi il fondoschiena.

Wait.

Cosa sta succedendo?

Mi stacco, spingendolo lontano da me. Solo dopo qualche istante collego tutti i pezzi del puzzle.
-Bambolì, che t'è successo?- mi chiede passandosi la lingua sulle labbra.
-Avemo appena 'niziato-

-Bambolì ci chiami qualcun'altro.- dico.
E l'unica cosa sensata che la mia mente riesce a partorire è uno schiaffo. Forse come arma di difesa, forse per paura. O forse, più semplicemente, perché non so cosa fare.

Nella stanza l'unico rumore che riesco a sentire è l'eco del potente slap ancora impiantato sulla guancia di Fabrizio e il mio respiro affannato.

Mi lancia uno sguardo di fuoco mentre si massaggia con una mano la guancia.
So che il mio gesto deve averlo fatto incavolare per bene, ma è stata la prima cosa che mi è venuta in mente. Sapevo che non mi dovevo fidare, dopotutto il suo unico interesse è quello, ovvio.

-Ma che t'è saltato pe' 'a testa?!- mi chiede guardandomi con quello sguardo.
-Sapevo che ti interessava solo quello.-
-Me sembra che te stesse a piacè er bacio.-

Per quanto mi possa essere piaciuto non ho voglia di andare così in fretta, ma a quanto pare lui sì e non può andare così. Non mi va bene.

-Come hai detto tu, il bacio. Non ho intenzione di andare oltre quello, ma sembra che tu invece voglia fare progressi velocemente.-
Comincia ad avanzare verso di me minacciosamente e inizio a camminare all'indietro sbattendo alla porta, ma continuo a tenere sempre lo sguardo fisso sul suo. Non mi farò intimorire.

-Regazzì, se vedeva che anche te volevi annà oltre.-
Si sbaglia. Speravo davvero che almeno lui potesse fermare per un attimo i suoi istinti, ma come ho potuto pensare questo?

-Tu non hai capito un cazzo.-
Pronunciando questo ultima frase apro la porta e scappo via piangendo.

Odio tirare fuori questo lato di me. Quel lato che pochi conoscono, quello che viene nascosto da un'altra maschera, quella forte. Quel lato che nasconde i segreti più oscuri.
Quel lato che purtroppo mi tormenta sempre.

Lo sento urlare il mio nome, ma non mi fermo, non voglio fermarmi. Non tornerò da lui per perdonarlo. Lui vuole solo usarmi. Ma dopotutto cosa può volere lui da me? Una relazione seria? Magari passare la vita con me? Certo che no.
È solo un altro dei tanti. Tanti che mi hanno usato. Tanti che ho amato.

Oramai non c'è più nulla da fare. La vita è così.
Mi ero ripromessa di non commettere più questo errore.
Ma ormai sembra questo il mio scopo.
Lo scopo di soddisfare i bisogni della gente.

Ho deciso.
Non sarà mai più così.

Io mi scordo di dimenticarti {Fabrizio Moro}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora