5장

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POV'S [E]
C'era un bel calduccio tra le braccia di... Non sapevo chi fosse in quel momento chi mi tenesse tra le braccia, di sicuro una persona a me cara.

E: M-ma-mamma...
Ecco che di nuovo mi si presentava davanti la mia figura materna, la quale non ho mai avuto.
Mm: Eiko, bambina mia, come stai?
E: Male, non dovevi lasciarmi, perchè l'hai fatto?

Una lacrima scese dai suoi occhi e un sorriso sincero comparve sul suo volto.

E: Mamma perchè?
Iniziai a piangere disperata e devastata da tutto quel dolore che provavo da sempre.

X: Eiko svegliati...
Non era la sua voce, ma mi era famigliare.
B: Eiko svegliati, cosa ti succede? Perchè piangi?
E: Niente...
Mi alzai dal letto per andare in bagno lasciando il ragazzo con un viso stupito e rattristato. Giunta davanti allo specchio, mi guardai e sorrisi. Vedendo il mio riflesso cercavo sempre di immaginarmi come fossero i miei genitori, ma non era un problema mio purtroppo.
Uscii dal bagno e senza far apposta inciampa e cadetti a terra.

B: Eiko tutto bene?
Si avvicinò lui per aiutarmi mentre quasi stavo per scoppiare; non mi trattenni più. Così iniziarono le lacrime a scendere e a rigarmi le guance che si facevano rosse. Per quanto potevo essere dura o avere un cuore di ghiaccio, sentii il bisogno di un abbraccio, quindi allungai le braccia e mi strinsi forte a lui appoggiando la testa sul suo petto. Lui mi accarezzò la testa con cura, percepito qualcosa di strano in lui.

B: Non piangere, va tutto bene. Ti va di parlare?
Annuì per poi alzarmi e sedermi sul suo letto aspettandolo. Una volta arrivato lui si sedette affianco a me e mi mise una braccio attorno la spalla.
E: Mia mamma... faccio sempre questo sogno dove lei mi chiede sempre come sto ed io non posso altro che rispondere "male".

B: Mi dispiace, ti capisco, i miei genitori non sono... Non sono più vivi.
Mi blocca i subito dal pianto frenetico e lo guardai nei suoi occhi lucidi.
E: Promettiamoci di non lasciarci o abbandonarci mai e poi mai. Promesso?
B: Promesso.
Un abbraccio concluse il tutto.
La giornata andò bene, la passammo giocando a carte, ascoltato musica e a parlando come al solito.
B: Vado un attimo in bagno, non mi sento tanto ben-
Non fece in tempo a finire che vomitò per terra. Io non aspettai un secondo ad aiutarlo e a chiamare il dottore. Gli toccai la fronte ed era bollente.
Dott.: Non ti preoccupare Bae, non è niente di che, ti passerà tutto entro domani e vedrai che starai meglio.
Si rivolse il dottore, al moro coricato nel suo letto.
Dott.: Ora scusate ma ho un urgenza, Buona serata.

Corse fuori e non ci lasciò nemmeno il tempo di rispondere.
E: Tutto bene?
B: Si si, tu?
E: Io sto bene, sei tu quello che sta male qui sciocco.
Sorrisi e lo guardai; era bianco pallido.
B: Sai, quando abbaimo fatto la promessa, dicevi sul serio?
E: Ovvio.
B: Grazie, veramente... Ti voglio bene.
Dopo quelle tre parole chiuse gli occhi e si addormentò.
E: Anche io.
Dissi anche se lui non mi poteva già più sentire.

UT●PIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora