POV'S [ E ]
Aprii gli occhi, solito colore, lo stesso bianco che accomunava tutte le giornate, ovvero il soffitto della mia stanza d'ospedale. Ormai ci avevo fatto l'abitudine, essendo qui da quando sono nata non ci faccio più caso.La stanza numero 101 era la mia camera da letto e il resto dell'edificio era come una vera e propria casa per me. La gente andava e tornava, ma io rimanevo sempre lì e purtroppo, essendo timida, non ho mai legato con nessuno, a parte le mie infermiere preferite, Danbi e Chaeyoung.
Avevo un tempo limitato da trascorrere fuori dalla stanza altrimenti che ne so potevo rischiare di morire di qualsiasi malattia possibile esistente. La mia stanza era blindata, non passava aria che non usciva da filtri appositi. Ogni angolo era sterilizzato, ogni santissima cosa. Perchè? Semplice soffro di una malattia che riduce il mio sistema immunitario fino a farlo arrivare a quello di un sasso. Come si chiama? Immunodeficienza.
Non ho mai conosciuto i miei genitori, quei bastardi se ne sono andati appena hanno saputo che ero ammalata e quindi ora mi tocca passare le giornate chiusa qua dentro ad ascoltare musica tutto il tempo.
Ieri Danbi mi ha detto che una nuova persona di nome Bae sarebbe venuta a condividere la stanza con me... Non ho intenzione assolutamente di dividere quel poco che posso avere. Da sempre ho desiderato di avere un compagno di stanza, ma non con un maschio, andiamo sono tutti uguali.
Così stavo aspettando imperterrita che arrivassero mentre giravo e rigiravo i pollici. Ecco... La porta si aprì e subito si richiuse lasciando poi un rumore di passi e le parole di Danbi fuoriuscire dalla sua bocca.
D: Ecco piccoletto, benvenuto nella tua nuova stanza e lei è Eiko. Fate amicizia e se hai bisogno di qualcosa chiamami pure.
Disse lei per poi uscire dalla stanza; e poi, un silenzio tombale.
B: Ciao.
E nulla, non risposi.
B: Bella questa camera vero?
Diceva lui mentre cercava di interagire con me.
B: Piacere, sono Kim Bae, ho 17 anni e vengo da Busan... E tu?
Ero profondamente a disagio, così, mi nascosi sotto le coperte.
B: Tranquilla non mangio...
Esclamò per poi ridere di imbarazzo.
B: Ok... Posso almeno sapere dov'è il bagno?
Tirai fuori il braccio dalle coperte e indicai la porta. Lui si alzò dal suo letto e si diresse verso la stanza è si chiuse poi dentro.Uscii fuori dal mio rifugio e sospiriai, "Sempre a me" pensai tra me e me. Non feci in tempo ad accorgermene che lui uscì dal bagno.
B: Eccoti finalmente!
Si avvicinò a me cercando il contatto fisico che io evitai subito reinfilandomi sotto le coperte.
E: Vattene subito!
B: Peccato, allora mangerò io questa buonissima barretta al cioccolato.
Cioccolato! Sicuramente Danbi glielo avrà detto che non resisto al mio amato e saporito cioccolato. Così uscii e afferrai la barretta iniziando a mangiarla.
B: Buongiorno anche a te.
E: Zitto.
B: Sei propio simpatica lo sai?
E: Ho detto zitto.
B: Si può sapere perchè già mi odi?
E: ZI-TTO.Il moro sbuffò e se ne andò fuori dalla stanza, ma quando fece per aprire la porta lo fermai.
E: Fermo! Cosa vuoi fare? Suicidati per caso?
B: Tu non mi vuoi ne sentire, ne vedere, ne ascoltare. Cosa devo fare allora?
E: Mi chiamo Himitsu Eiko, ho 16 anni e sono giapponese, ti va bene?
B: Certo... Senti io non so nulla di questo ospedale e Danbi mi aveva detto di chiedere a te quindi...
E: Abbiamo massimo 15 minuti ogni 5 ore per stare fuori, quindi ogni giorno ti mostrerò cose diverse e niente di più. Ah, e non ringraziarmi.
B: Grazie....?
E: Ora addio.
Presi il telefono è corsi fuori dalla stanza per poi correre alle macchinette dove potevo prendermi la mia solita cioccolata calda e berla in pace salutando tutti i malati che passavano di lì. Ma una persona mi inseguiva? Chi sarà mai stato?

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UT●PIA
Novela JuvenilChe valore hanno per te l'utopia, il sogno? Io penso che un uomo senza utopia, senza sogno, senza ideali, vale a dire senza passioni e senza slanci sarebbe un mostruoso animale fatto semplicemente di istinto e di raziocinio, una specie di cinghiale...