Mollala.

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Tutto quello che circondava Yuko Kudo era merda.

Dal suo passato al suo presente. 

Tutto aveva iniziato ad andare male dalla sua partenza da Tokyo.

Era cresciuta in mezzo ad omicidi e persone a lei care che se ne andavano.

A partire da suo fratello.

"Amore.. io non sapevo.." cercò di dire sua madre alla fine della storia. Aveva le lacrime agli occhi.

Tutti stavano per piangere ma cercavano di trattenersi per non deprimere di più la ragazza.

L'unica persona che era scoppiata a piangere in silenzio era Shinichi. Guardava sua sorella e la immaginava con le mani coperte di sangue mentre cercava di aiutare il suo migliore amico. 

Avrebbe tanto voluto abbracciarla per farle capire che le voleva bene, che per lei ci sarebbe stato ma non poteva. 

Sua sorella era un probabile bersaglio. 

E non la voleva morta.

"Yuko-chan.. non piangere" disse però mentre si asciugava velocemente le lacrime per non destare sospetti e preoccupazione.

La ragazza alzò lo sguardo e gli sorrise.

"Sto bene Conan-kun"

Qualcosa si spezzò dentro il cuore di tutti e due.

Quel "sto bene" suonava come una richiesta d'aiuto.

"Dai. Continuiamo" annunciò Yuko alzandosi di scatto mentre faceva cadere sua madre per terra.

"Conan, Ai? Li riconoscete?" chiese ai due bambini. 

Shinichi si girò un attimo verso la ragazza e la vide soffocare.

"AI" urlò Ran correndo verso la ragazza.

La bambina non riusciva più a respirare. Continuava a battere il petto con violenza come se volesse finire la sua vita lì, davanti a tutti.

Ran la prese in braccio mentre cercava di messaggiarle la schiena e le dava leggeri colpi.

"M-mollami. MOLLAMI" continuava a dire Ai, impotente.

"Mollala"

Yusaku Kudo era entrato all'improvviso nella stanza.

Con il suo cappotto blu e i suoi occhiali da sole scuri, ricordava tanto Sherlock Holmes.

"Ran, per favore mollala" 

"Ma..."

"Ran, mollala"

Tutti si girarono verso la porta.

La persona entrò nella stanza con fare troppo altezzoso.

Si tolse il cappello, si sistemò i capelli che erano stati appiattiti dall'indumento e sorrise a tutti i presenti.

"S-shinichi?" urlò Yukiko spostando lo sguardo su suo figlio il quale guardava lo straniero. Era letteralmente sotto shock.

Kogoro spostò velocemente lo sguardo tra Conan e il detective che si fingeva lui e, per la seconda volta da quando era nato, mise a lavoro il suo cervello

Porca merda.

I due KudoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora