5. Illusions.

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In circa due settimane, Harry aveva visto Louis tre volte e ciò era bastato per fargli riconsiderare le sue decisioni. Ed ora, trovandosi davanti a lui, avrebbe dovuto anche chiarire tutto quello che gli era successo, tornando a scontrarsi violentemente con una parte della sua vita che non voleva più ricordare per le scelte sbagliate che l’avevano caratterizzata. 

Ora capiva lo sguardo ansioso di Michael e il suo tentativo di bloccarlo non appena entrò nel locale, solo che era talmente perso nei suoi pensieri che non si accorse di nulla, neanche della presenza di Louis. Eppure adesso non poteva più ignorarla. 

- Harry, che cosa stai facendo qui? – continuò Louis, facendo tornare Harry alla realtà. 

- Salve, signore. Benvenuto all’ Adriano’s. Cosa posso portarle? –. 

- Harry, mi stai prendendo in giro? –. 

- Personalmente le consiglio il “First Break”: è probabilmente il menù più conveniente che abbiamo per le cose che offre. Potrà avere un cornetto, una tazza di –. 

- Harry, smettila! -. Harry lo guardò serio. – Perché stai lavorando come barista? -. Esitò. – Harry, che cosa è accaduto in questi tre anni? –. 

- Le consiglio di leggere meglio il menù, signore, vista la sua indecisione nell’ordinare – e si voltò dopo avergli lasciato il sorriso più forzato e distaccato che aveva. Louis lo vide mentre tornava sul retro del negozio, dopo aver malamente gettato il suo blocchetto per appunti sul bancone del bar. Michael incontrò lo sguardo di Louis e poi raggiunse Harry affidando ad una ragazza il compito di gestire il bar. 

Harry era seduto su una sedia nella stanza dei dipendenti e si teneva la testa tra le mani. Iniziò a piangere e ad arrotolare nervosamente i suoi ricci. Perché Louis era tornato? Non avrebbe mai dovuto trovarlo lì, a lavorare in quel bar. Non avrebbe mai dovuto scoprire la verità perché Harry sapeva che lo avrebbe deluso. E invece ora Louis aveva capito tutto e sicuramente lo avrebbe odiato ancora di più perché quel poco di cose che aveva raccontato da quando si erano rivisti, erano state solo bugie. Ed Harry era certo che Louis non ne avrebbe potute sopportare altre. 

Ciò che si augurava era che non provasse a parlargli: Harry non avrebbe mai trovato il coraggio per dirgli tutto. Ma sapeva che Louis era testardo e il tono confuso e preoccupato della sua voce gli facevano pensare che probabilmente avrebbe preteso le sue spiegazioni a tutti costi. 

Forse però in quel caso non lo avrebbe fatto. In fondo aveva un nuovo ragazzo, un nuovo lavoro e una nuova vita: cosa poteva importargli del passato di Harry? Probabilmente lui non era neanche più molto importante per Louis. 

- È venuto qui ogni giorno da quando sei scappato – arrivò Michael. 

- Perché io non l’ho mai incontrato? – chiese Harry. 

- Perché veniva di pomeriggio e tu il pomeriggio non sei qui. Però oggi è Domenica e credo sia per questo che è venuto di mattina –. 

- Ti ha domandato qualcosa di me? –. 

- No: penso sia perché sa che siamo amici –. 

- Sì, gliel’ho detto io e per evitare che tu mi riferissi qualcosa, non ha provato a dirti nulla –. 

- Forse temeva che se ti avessi detto qualcosa, tu non lo avresti ascoltato –. 

- Non lo farò comunque –. 

- Harry, forse dovresti invece –. 

- Ah, sì? Mi ha implicitamente chiesto di tornarmene a Londra, non ha mostrato il minimo interesse per me e mi ha sbattuto in faccia la sua vita sentimentale come se non potesse farmi male. Cosa potrebbe dirmi ancora? –. 

Season of Love (Second Book)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora