18 - Kids.

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Dopo aver parlato con Georgia, Louis si sentì ancora più confuso. Stava tenendo una spiegazione riguardo delle armonie e intanto guardava i suoi alunni come se avesse di fronte un gruppo di persone e tra quelle ci fosse il carnefice da riconoscere. 

Non era sbagliato il ragionamento della ragazza e in fondo chiunque avrebbe potuto scattare quelle foto se avesse trovato il modo di procurarsi le informazioni giuste. La voce di Louis tremava e troppe volte si fermava per deglutire e per prendere aria. Si sentiva vulnerabile in tutta quella situazione, come se stesse aspettando di essere condannato a morte senza però sapere quando sarebbe arrivato il giorno fatale: tutto poteva succedere da un momento all'altro. 

- Ragazzi - iniziò quando mancavano dieci minuti alla fine del corso. - Oggi finiremo qualche minuto prima perché non mi sento molto bene. Spero non vi dispiaccia -. Tutti lo guardarono preoccupato, mentre Harry lo fissava terrorizzato. Ognuno annuì e lentamente iniziò l'esodo degli studenti. 

Harry allora si diresse verso la porta e la chiuse dall'interno servendosi della chiave che era stata messa nel cassetto della cattedra. Era rischioso chiudere l'aula nel pieno pomeriggio, quando l'università era piena di alunni poiché chiunque avrebbe potuto insospettirsi per tale gesto. 
- Louis! -. Harry si slanciò verso il ragazzo e lo abbracciò forte. 
- Baciami, Haz. Baciami e non lasciarmi andare -. Harry afferrò il volto del ragazzo e lo baciò a lungo. Giocò con le labbra di Louis, mentre questo lo attirava a sé. Si baciarono per minuti che parvero interminabili senza saziarsi del bisogno che avevano entrambi l'uno dell'altro. 
- Tutto questo finirà, stai tranquillo! -. 
- Devi proprio andare al corso di scrittura? Vorrei stare con te e portarti in un posto speciale... -. 
- No, se non vuoi, non andrò, ma devo comunque passare a firmare l'assenza -. 
- Okay, allora vai. Conterò fino a settanta e poi uscirò anche io. Ti aspetto nel parcheggio sul retro -. Harry annuì e salutò Louis. 

Quella era la seconda volta che saltava la lezione di O'Connor e sebbene sapesse che non era buona come cosa, non poteva lasciare Louis perché anche lui aveva bisogno di stare con quel ragazzo. Harry era certo di conoscere il motivo per cui Louis aveva terminato prima la sua ora quel pomeriggio. Riusciva a capire l'agitazione del ragazzo perché era la stessa che stava provando lui mentre attraversava i corridoi del piano: intorno a lui c'erano tanti ragazze e ragazze ed Harry non ne conosceva neanche un quarto. Eppure in chiunque avrebbe potuto celarsi la persona che aveva scattato o ordinato di fare quelle foto. Era come camminare in mezzo a tante persone che avrebbero potuto sapere tutto di te e non riconoscerne nessuna. 

Quando arrivò nella classe di scrittura, vide che dentro non c'era nessuno a parte Aby. Harry tremò alla vista dell'uomo e distolse lo sguardo altrove. Fece un respiro profondo e velocemente si avvicino al tavolo dove c'era il foglio delle presenze e delle assenze. Incontrò lo sguardo di Aby solo per un secondo e gli bastò poco per vedere la tanta tristezza che lo caricava. 
- Mi dispiace per ieri - proferì l'uomo, dopo che Harry aveva firmato accanto al suo nome. 
- Prova a fare del male a Louis e ti farò rimpiangere di avermi conosciuto. E sì, questa è una minaccia e no, non mi dispiace... per niente. E quando dico niente, intendo niente - puntò il dito Harry. Lo guardava duro e la sicurezza nella sua voce non sembrava quella di un ventiduenne. Il suo era il tono di chi è deciso a fare qualsiasi cosa per non perdere ciò che ha di più caro: caustico, irremovibile e sorprendentemente audace. 
- Non gli farei mai del male, Harry. Mi scuso per il modo in cui mi sono comportato: non avrei mai dovuto trattarti in quel modo perché, anche se tu hai una relazione con Louis... -. Delle lacrime resero lucide le sue iridi blu. - qui dentro per me sei soltanto Harry Styles, ovvero un alunno brillante. Non dovrebbe interessarmi la tua vita privata -. 
- Però ti interessa! - lo accusò Harry. 
- Non sarà più così - promise Aby. - Ma mettiti nei miei panni: come ti saresti sentito tu? -. 
- Non sono stato io a decidere per Louis. Ci siamo amati ai tempi del liceo e abbiamo continuato a farlo. Ha fatto la sua scelta e per dispiace per te -. 
- Okay, lo capisco. Spero tu possa perdonarmi -. 
- Non penso di doverti nulla al momento. Tu, piuttosto, se tieni a Louis, se lo hai amato veramente, fai sparire quegli scatti e fai in modo che nessuno li trovi -. 
- Li ho lasciati a Louis -. 
- Potresti averne altre copie -. 
- Non ne ho: sai collezionare foto del mio ex ragazzo mentre esce con il suo attuale fidanzato non è esattamente il mio hobby -. 
- Mi auguro che non lo sia nemmeno andare a fare fotografie in giro -. 
- Non lo farei mai. E non lo faccio per te, ma per Louis: in questi mesi ho provato a renderlo felice e non potrei ferirlo -. C'era qualcosa in ciò che stava dicendo Aby, che portò Harry a fidarsi di lui. Appariva incredibile, ma gli credeva. Forse Louis aveva ragione: Aby era soltanto un uomo che usava diventare facilmente geloso, ma non uno stalker con l'obiettivo di distruggere la loro relazione. 
- Va bene. Cerchiamo allora di non attaccarci, almeno per Louis -. 
- Sono d'accordo -. 
- Arrivederci, professor O'Connor - salutò Harry, andandosene. 

Season of Love (Second Book)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora