Cosi la gentile donna se ne andò via, borbottando qualche insulto contro di me.
rimisi le cuffiette e iniziai a canticchiare tra me e me la canzone che rimbombava nelle mie orecchie.
il viaggio fu lungo, ma a consolarmi c'era il pensiero che al mio arrivo avrei trovato i miei amici, quelli a cui avevo pensato sempre durante questi anni. Robert, Fletcher e Gordon avevano vissuto qui a New York, anzi, là a New York, fino a tre anni fa. ne avevamo combinate della belle: dal rovesciare il banchetto dei pop-corn durante la fiera, a suonare i campanelli, e poi correre via ridendo. erano gli unici amici che mi erano rimasti, oltre a Thomas. immersa cosi nei miei pensieri non faccio caso al ragazzo che mi toccava la spalla.
"ehi, scusa, é sveglia?, scusi ma non volevo disturbarla- mi tolgo le cuffiette- scusi ma avrei bisogno di dormire, può evitare di canticchiare?"
oddio, che imbarazzo. non mi ero accorta.
"si si mi scusi, ero presa dai miei pensieri"
"non si preoccupi, ormai il sonno mi é passato- oooooops- come si chiama? il mio nome é Jonathan, mi chiami pure J!"
affascinate
"mi chiamo... -mi potevo fidare? in fondo non lo conoscevo, ma era piuttosto simpatico- .... mi chiamo Moon" dico alla fine, tutto d'un fiato.
i suoi occhi splendevano come gli scintillii di un diamante. e i suoi capelli corvini, che si avvolgevano in un ciuffo sexy, proprio sopra il viso. un viso cosi dolce e pieno di allegria.
"perché vai in Australia?"
si rivolge a me
"oh, ehm... ho una mia prozia ammalata, che vive qui, e che sa quanto ami quel paese." dico, accennando un sorriso e un occhiolino."tu?"
"io perche ci vivo. ero venuto negli stati uniti perche mi eccitava l'idea di visitarla tutta, da Los Angeles, a Washington DC, a New York"
"e come ti sembrano?" domando, sperando di non sembrare troppo invadente.
"belle, niente da dire ma... manca quel non so che di... selvaggio!"
scoppio in una fragorosa risata e lui mi segue a giro.
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passiamo cosi tutto il viaggio, tra una chiacchiera e l'altra scoprì che abitava vicino a casa della prozia. ci scambiammo i numeri di cellulare, e appena finii di digitare l'ultimo numero sentii l'altoparlante annunciare il nostro arrivo. scendemmo, e ci salutammo come se fossimo sempre stati amici, come se fosse mio fratello.
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riconobbi subito tra la folla i capelli eccentrici di Gordon, la bandana di Fletcher e i brillanti occhi azzurri di Robert. di fianco a loro una donna molto anziana, in carrozzina, che sorrideva.
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Dreams of 5 卌 *5sos*
FanfictionUn'adolescente troppo presa dai suoi sogni per pensare a ciò che la aspetta. Una lettera. Una malattia. Un incontro che determinerà la sua vita talmente in modo magico da sembrare un SOGNO.