4.

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"Ila! Ila svegliati!"

Apro lentamente gli occhi, ma mi blocco. È giorno inoltrato, il cielo è limpido.

"Che ore sono?" domando, con la voce ancora un po' impastata dal sonno.

"Le 9.. c'è qualcuno che ti sta chiamando al cellulare!" mi avvisa Marisa.

Cavolo non ho sentito la sveglia, aiuto!

"Vado fuori a rispondere"

Come sospettavo era Alessandro, e ora? Cosa avrei dovuto dirgli?

Per la paura mi salgono del lacrimoni pazzeschi agli occhi, ma li ricaccio subito via. Prendo un bel respiro profondo e rispondo. Non posso tirarmi indietro.

"Hey, Ilaria, oggi hai deciso di non venire?" ride, scherzando.

"Scusa Alessandro è che.. è successo un caos con mio fratello e sua moglie, sono in ospedale da ieri pomeriggio.."

"Ma non dirlo nemmeno per scherzo, tranquilla! È successo qualcosa? Mica piangi?"

"No no, sarà la linea che va male. Se mi dai tempo arrivo tra poco, pullman permettendo. Scusami." sospiro.

"Non ti preoccupare, da vicino mi racconti tutto. A dopo e fai con calma."

Stacco la chiamata e finalmente ho un respiro regolare. Torno da Marisa.

"Grazie per avermi assistita stanotte, Ila, mi sei stata molto di compagnia" mi abbraccia "Ora vai, ho capito che devi."

Sorrido annuendole e prendo la mia poca roba, uscendo. Mi servirebbe una bella doccia rigenerante ma non c'è tempo. L'unica mia fortuna è che porto sempre la macchina fotografica in borsa, altrimenti avrei dovuto fare una tappa inutile a casa. Nel bagno dell'ospedale mi sciacquo leggermente la faccia e poi vado via, attendendo il pullman alla fermata. Per fortuna non arriva dopo molto, e per ingannare il tempo chiamo il meccanico.

"Ciao Nicola, allora? La mia macchina a che punto è?" domando, è frustrante spostarsi con i mezzi.

"Hey Ila, ciao. Oggi pomeriggio puoi passare a prenderla."

"Grazie mille!"

Riattacco, almeno una notizia buona. Arrivo all'angolo del Quartiere e cammino a piedi fino al 'suo' edificio. La stessa guardia del giorno prima mi blocca.

"Lei chi è?"

"Sempre Ilaria Dale" sbotto frustrata.

"Entri dentro."

È tutto esattamente come il giorno precedente, e arrivo fuori la sua porta. Busso piano.

"Avanti." ripete, come ieri.

Entro con un sorriso falso stampato in faccia.

"Ciao Ilaria." sorride, avvicinandosi per baciarmi la guancia.

Ricambio il bacio e il mio cuore batte fortissimo quando si avvicina tanto a me.

"Mi spieghi il motivo del tuo ritardo?" ride.

"Mia cognata.. è un discorso complicato.. rischiava di perdere il bambino.. io l'ho vegliata tutta la notte in ospedale e.." cerco una giustifica ma mi sembra tutto inutile.

"Ho capito, ho capito. Non preoccuparti. La famiglia prima di tutto" sorride "Comunque oggi lavoriamo da soli, Gab aveva da fare. Ci ha lasciato i fogli con le pose" me li indica, sono sparsi ordinatamente sulla scrivania.

"Perfetto, direi allora che si può cominciare."

Si posiziona e metto a fuoco l'obiettivo, scatto solo qualche foto ma vengo interrotta dal suono del mio cellulare. Imbarazzata, faccio finta di nulla e continuo a scattare.

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