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"Mi hanno violentata" dice tutt'ad un tratto, scoppiando a piangere.

Ora sì che sono arrabbiato. Chi si è permesso di farle una cosa del genere? Mi irrigidisco subito, con i nervi a mille.

"A chi devo spaccare la faccia?" ringhio.

"Avevo solo diciannove anni.." singhiozzava. "Mi hanno fatto malissimo.. ho ancora i residui.."

"Dimmi come si chiamano" mi stavo arrabbiando fin troppo, non dovevano azzardarsi a toccarla.

"Quindi non è colpa tua se mi fai male, davvero.. probabilmente ieri sera ero molto ubriaca.." continua, sospirando.

"Dimmi i loro nomi!" urlo, alzandomi.

"No" mi tira il braccio. "Rimani a letto, con me" mi supplica.

"Non voglio farti male." sospiro.

"Rimani, ti prego.."

Come potevo dirle di no? Smetto di vestirmi e mi stendo di nuovo accanto a lei, che si posiziona subito vicinissima al mio corpo.

"È per questo che non sono più andata a letto con nessuno, ci soffro troppo.." le prendo la mano e gliela bacio.

"Li uccido, te lo prometto." la abbraccio e le bacio la guancia.

"Io volevo perdere la verginità con la persona giusta, non così.." mi stringe forte la mano.

"Fai come se la prima volta l'avessi avuta con me." sorrido.

"L'avrei voluto tanto.." sorride anche lei.

"Però adesso ho paura di farti male.." le bacio il collo, e la sento gemere.

È ancora nuda e io non resisto a vederla così, è troppo bella.

"Tu non ti preoccupare di me.. fai come se non ti avessi detto nulla." mi accarezza il braccio e stringe forte quando le bacio il lobo dell'orecchio.

"Stasera mi hai detto tante cose, tesoro, è meglio se riposiamo. Non preoccuparti, domani riprendo il mio lavoro." sorrido e le bacio la guancia.

Nemmeno il tempo di coprirla con il lenzuolo che si era già addormentata. La abbraccio e le bacio la guancia, stringendola forte a me.

***

Dormire non è stato facile, stanotte. Ho pensato tutto il tempo a lei, e a quello che mi ha detto. Ha sofferto tanto, non merita questo. È una roccia, la persona più forte che io abbia mai conosciuto.

Mi alzo presto dal letto e prendo dall'armadio la busta che ho ritirato ieri. Dopo essere passato per casa sua, sono andato in un negozio di abbigliamento e le ho comprato dei vestiti da mettere, intimo compreso. Spargo tutto sul letto, così quando si sveglierà potrà indossare dei vestiti decenti.

Le preparo la colazione che consiste in cornetto al cioccolato, un bicchiere di latte caldo e tanti biscottini. Se la memoria non m'inganna era questa la sua colazione preferita ai tempi del primo superiore, e se devo corteggiarla devo farlo bene. Aggiungo una rosa sul vassoio e la lascio sul tavolo. Prima di portargliela vado a vestirmi, però. Indosso un jeans blu e una semplice canotta, non mi va di vestirmi troppo "elaborato". Finisco di guarnire il vassoio e, quando mi dirigo in camera per portarglielo, noto con grosso dispiacere che si è già vestita.

"Credevo fossi andato via." mi abbraccia, e mi bacia la guancia.

"Perché avrei dovuto? Tieni." le porgo il vassoio, e mi sorride pienamente.

"Ma.. è la mia colazione preferita! Come fai a saperlo?" è felice, l'ho resa felice. "Be', dopo quello che ti ho detto ieri sera.."

"Io non me ne vado, sia chiaro." sorrido. "Ho le mie fonti personali." le faccio l'occhiolino.

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