Combatti (pt. 7)

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Erano in viaggio da circa mezz'ora, il sole ormai era sorto definitivamente e Kelly per rompere il silenzio che era calato lungo la strada provò ad iniziare una conversazione

-Senti.. Quando saremo arrivati come faremo a procurarci le informazioni?-

-Argomenti più interessanti no? Chiedimi se ho amici, una ragazza, cosa faccio nel tempo libero-

Kelly lo guardò ancora una volta con uno sguardo perso

-Non hai la minima idea di che cosa io stia parlando vero?-

Kelly annui debolmente

-Ok incominciamo da principio, io non ho amici nè una ragazza perciò ho molto tempo libero. Un amico è una persona che ti aiuta nel momento del bisogno, che ti fa ridere, ti fa star bene ed è... leale-

-Quindi noi due siamo amici giusto-

-Sì tu sei la mia unica amica.... Quando dico ragazza ragazza intendo fidanzata, che è come un'amica ma quando la guardi senti le farfalle nello stomaco-

Si girò verso Kelly e arrossì debolmente

-E questo ci porta al tem...-

Un'esplosone fece capovolgere la macchina, Kelly riuscì a slacciarsi la cintura e ad uscire a carponi. Le faceva male la testa e quando provò a toccarla: oltre a sentire un dolore allucinate si ritrovò la mano insanguinata. Si rialzò a fatica e si diresse alla postazione di Lance lo estrasse vivo ma inerme, lo adagiò delicatamente a terra e si preparò a combattere. Impugnò la sua spada e scrutò l'orizzonte:  vide una macchiolina nera avvicinarsi in lontananza a grande velocità. Dovevano andarsene, volare era fuori discussione  con quella ferita alla testa sarebbe durata pochi minuti, aveva solo un'altra scelta: restare e affrontare il nemico, non aveva intenzione di morire nel secondo giorno di libertà. Kelly si accucciò dietro alla macchina aspettando di sentire arrivare l'altro veivolo, l'attesa fu spasmodica, poi finalmente sentì le ruote frenare sull'asfalto le porte del furgone si aprirono e scesero uomini armati fino ai denti. Doveva portare lontano da Lance il campo di battaglia, così pensando prese il volo e atterrò ad una ventina di metri dal rottame. Fu scossa una fortissima fitta alla testa ma nonostante ciò urlò contro ai soldati, mossa da incosciente: loro incominciarono  subito a bombardarla con le mitragliatrici, Kelly per un soffio rotolò dietro un masso che usò per ripararsi dai proiettili. Quando il fuoco cessò Kelly uscì dal suo nascondiglio e corse in contro agli uomini in nero, la battaglia fu intesa Kelly cercava di difendersi come meglio poteva, si ricordava delle parole dette dal suo istruttore:"La miglior difesa è l'attacco" ma in quel momento stava cercando di tener occupate dieci persone in una sola volta, l'attacco era impensabile. Colpì allo stomaco uno dei soldati e quello cadde agonizzante a terra, aveva appena ucciso un uomo in carne ed ossa: non c'era tempo per i sensi di colpa: il campo di battaglia si era avvicinato troppo alla jeep, poi lo vide, uno dei soldati aveva preso Lance e aveva una pistola carica puntata sula sua tempia

-Smettila di opporti o farò saltare la teta al tuo amichetto!-

Kelly indietreggiò e fece cadere a terra la sua arma, alzò le mani e disse

-Lascialo andare-

-Oh non credo proprio-

Utilizzò la pistola calibro 22 e gli sparò alla spalla, per Kelly quello era troppo: distesa la mano serrata in un pugno in direzione del soldato e quando l'aprì provocò un getto d'aria tanto potente da farlo volare a decine di metri i distanza. Si ritrovò puntate addosso tute le armi ma aggiunse:

-Oh no, non credo proprio-

Raffiche di vento iniziarono  a turbinare, Kelly spalancò le braccia e si alzò da terra: una tromba d'aria si formò davanti a e sé, era molto più potente di una comune tromba d'aria tanto da sollevare e scaraventare via cinque dei soldati che si preparavano a colpirla. Gli uomini rimanenti presi dal panico raccolsero i cadaveri dei compagni e fuggirono sul furgone nero; Kelly si accasciò a terra privata delle poche energie che aveva, riuscì solo a raggiungere il corpo do Lance e poi svenne per lo sforzo.

 

 





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