3 CAPITOLO

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Il viaggio in macchina fu abbastanza silenzioso a parte le volte dove zia Geltrude trovava qualche canzone che conosceva e iniziava a strillarla. Io invece l'unica cosa che facevo era fissare fuori dal finestrino. Cercavo di memorizzare il più possibile la strada per l'aeroporto, in caso dovessi scappare prima della mia scadenza. Un enorme strada piena di alberi era prorpio davanti a noi e tante case uno vicina all'altra con i classici bambini felici che giocano con i vicini. Pensai alla mia di vicina, la signora Smith che in fondo l'avrò vista si e no cinque volte in tutti questi anni. Donna davvero molto riservata. In realtà sono sicura di non ricordarmene l'aspetto. A volte mi sembrava di averla vista spiarmi dalla sua finestra del piano superiore, ma non poteva essere vero, no? Cioè perchè dovrebbe mai spiarmi? Non facevo mai niente di pazzo! Scacciai i pensieri dalla mia testa quando sentì uno sportello sbattere. Segno che la zia era scesa e che eravamo arrivati. Che qualcuno mi aiuti! 

Scesi anch'io dall'auto, presi la mia valigia dentro il portabagagli ed entrai dentro. Una puzza di rinchiuso entro in collesione con le mie narici e il senso di vomico si fece sentire. Era esattamente come me la ricordavo. L'ultima volta che ci entrai fu quando avevo otto anni, esattamente undici anni fa. Forse c'era qualcosa di diverso, si, i mobili più fradici e la casa più sporca. Da male in peggio direi! Ero ancora ferma all'entrata per colpa del vomito con la valigia in mano quando ad un tratto uno spintone mi fece fare dei passi avanti. 

<< Hai intenzione di stare così per due mesi? >> disse. Io le lancia uno sguardo assassino prima di sorpassarla per andare al piano di sopra dove sapevo che ci sarebbe stata la stanza per me. 

<< Dove credi di andare signorina? >> disse. Mi fermai sulle scale.

<< Al piano di sopra, non credi? >> dissi in risposta.

<< Per quale fottuto motivo? >> disse ed io rimasi in mobile a quelle parole. << Allora? Che c'è hai perso la lingua? >>

<< No! Sto andando in camera mia. >> risposi. Lei scoppiò a ridere ed io non capivo il perchè. 

<< Cosa c'è da ridere, scusa? >> dissi. 

<< In camera tua? Ma per favore. Davvero pensavi che ti facevo dormire a casa mia? >> disse guardandomi con un sorrisetto sul viso. << Che povera illusa! >>

<< Allora, su, dimmi dove dormirò. >>

<< Seguimi stupida. >> disse ed uscì dalla porta principale. Io la segui per poi ritrovarmi nel cortile del retro davanti ad uno sgabuzzino per attrazzature. Non poteva essere vero. No! Non posso credere che dormirò li dentro. Aprì la porta con una piccola chiave e davanti a me c'era un piccolo letto senza lenzuola ed una sedia. 

<< Non può essere vero. Dimmi che stai scherzando? >> dissi guardandola disgustata. 

<< Perchè mai dovrei scherzare?! Ecco la tua nuova stanza. Che c'è non ti piace? Una nullità come te deve pur avere questa meravigliosa suite. >> disse per poi scoppiare a ridere. 

Nullità io? Ma come mai non l'ho ancora uccisa? Dio dammi la forza di andare avanti e superare questi due mesi di inferno. 

<< Io non dormirò qui. Puoi scordartelo. >> dissi arrabbiata.

<< Senti deficiente, o qui o qui, quindi ti lascio scegliere. >> disse.

<< Ok. Cerco di guardare il lato positivo della cosa, non vedrò la tua merdosa faccia tutto il tempo. >> dissi per poi sfoggiare uno dei miei più belli sorrisi. 

<< Come ti permetti a dirmi una cosa del genere ragazzina? >> disse avvicinandosi a me per darmi uno schiaffo. Io bloccai subito l'azione e strinsi forte il suo polso.

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