9 CAPITOLO

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Camminammo per minuti che a me sembravano ore. Nessuna traccia della sua macchina passati tre isolati dalla caffetteria dove mi spinse quasi per uscire. Un pò mi era dispaciuto essere così scortese per colpa di Harry nei confronti di quei quattro idioti che devo ammettere erano molto simpatici. Ognuno di loro aveva qualcosa di speciale e di attraente. Ma più di tutti mi aveva colpito Zayn. Era davvero diverso dagli altri. Il colorito della sua carnaggione me ne dava ancora di più la conferma. Di sicuro veniva da un posto molto lontano. I suoi occhi era ipnotizzanti e le sue labbra, oddio, le sue labbra erano da stupro. Ma che cazzo sto dicendo? Sono qui da due giorni e già sto sclerando. 

<< Perchè ridi? >> chiese Harry con un tono freddo. In realtà non mi accorsi di farlo. Mi fissava aspettando una mia risposta.

<< Emh, in realtà, niente pensavo. >> dissi abbassando lo sguardo. << Perchè ci siamo fermati? >> chiesi quando ci fermammo in un quartiere un po sconcio per i miei gusti. 

<< Siamo a casa mia. >> disse 

Riguardai il quartiere di malfamati con i palazzi piene di crepe e vecchie di cento anni. Mi vennero i brividi a pensare il dentro di queste case. Non sono una ragazza vizziata, non lo sono mai stata e mai li sarò, però in fatto di casa ed educazione io ci tengo. Non è bello vivere in mezzo alla muffa e allo schifo delle persone.

<< Che c'è? Ti fa schifo qui? >> chiese con un sorriso schifiato. 

<< Io-- Comunque non voglio salire a casa tua. >> dissi velocemente da chiedermi se avesse capito. 

<< Tranquilla mocciosa, non ti voglio a casa mia. >> disse con arroganza.

Oltre la zia Geltrude mai nessuno mi aveva chiamata così ed è inutile che io finga che non ci sono rimasta di merda. Il mio odio verso di lui continuava a crescere. Lo guardai per diversi minuti. Era davanti a me con gli occhi chiusi a due fessure e le mani dentro le tasche dei suoi jeans neri stretti. Sinceramente aspettavo delle scuse da parte sua, ma quando capì che non aveva intenzione di farlo decisi di andarmene a piedi. Quando superai il suo corpo, la sua mano prese di nuovo il mio polso ma con mia sorpresa lo liberai dalla sua stretta. Ero davvero incazzata nera. 

<< Che cazzo vuoi da una mocciosa come me, Harry? >> urlai. Guardai la sorpresa dentro i suoi occhi per la mia reazione. 

<< Non lo so, ok? >> disse con più calma. << C'è qualcosa in te che... che.. non lo so. >> disse gesticolando con le mani.

Perchè non aveva continuato la frase? Perchè doveva essere sempre così difficile ed arrogante? Abbassai il capo a guardare le mie supra bianche mentre mi mordevo il labbro inferiore. Non sapevo cosa fare. Ero combattuta molto. Mi piaceva, cazzo, è come se mi piaceva ma mi faceva arrabbiare e non andava bene affatto. 

<< Ti prego, non farlo. >> disse interrompendo i miei pensieri. Lo guardai.

<< Fare cosa? >> chiesi.

<< Non.. non morderlo, ti prego. >> disse guardandomi mentre si passava una mano sui capelli. << Non morderti quel cazzo di labbro, per favore. >> 

Lasciai immediatamente il mio labbro senza sapere il perchè della sua reazione. Lo facevo sempre quando pensavo. A volte non me ne rendevo conto. Semplicemente lo facevo.

<< Perchè sei così? >> chiesi finalmente.

<< Così come, bambolina? >> disse con un sorriso. Oddio, questo qui mi vuole dentro un manicomio pensai.

<< Così! >> dissi gesticolando. <<Prima sei tutto arrogante e scortese e poi mi sorridi e fai sembrare il discorso di poco fa un ricordo lontano. Non ti capisco. >>

<< Mi dispiace, ma non so risponderti. >> disse ritornando serio. 

<< Ah. >> dissi 

Non sapevo più cos'altro dire. Io non ho bisogno accanto a me persone che neanche sanno loro chi sono o come sono. Sarabbe la prima volta per me avere un ragazzo finalmente tutto mio e so anche non so una mazza di come ci si deve comportare in una vera relazione, ma qualcosa dentro mi dice che lui non fa per me. Era meglio troncare subito anche se non eravamo niente di che, solo dei conoscenti. Non voglio affezionarmi più di tanto.

<< Senti Harry, è meglio se io adesso vado per la mia strada e tu per la tua. >> dissi senza guardarlo.

<< Ok. Ma lascia che ti accompagni a casa. Prendilo come un perdono per averti in qualche modo ferita. >> disse. Ero indecisa se accettare o meno. Alla fine erano le quattro del pomeriggio una passeggiata non mi farebbe male. 

<< Per favore. >> disse con una faccia da cucciolo. Lo guardai e senza pensarlo veramente accettai.

<< Va bene ma dopodichè, ognuno per le proprie strade. >> dissi

<< D'accordo. >> rispose. 

Lo seguì dentro un garage e dopo tre pilastri vidi la sua Range Rover nera. Era strano come uno che viveva in un quartiere malfamato abbia una Range Rover. Che lavoro fa esattamente? Quando aprì la macchina col telecomando, il 'bip' eccheggiò su tutto l'abitacolo. Salimmo insieme e dopo aver chiuso lo sportello, lui accese la macchina e fece retro marcia verso l'uscita. La macchina era bellissima. La prima volta che ci salii non mi accorsi dei sedili in pelle color cammello e della perfetta pulizia ed ordine. Ero troppo spaventata dall'incontro con i due tizi che volevano qualcosa di importante da Harry. I manici laterali e la testata erano di un nero specchiabile. Lo stereo era ben incassato dentro ed era uno degli ultimi tipi. Chissà che musica ascoltava pensai.

<< Ti piace? >> chiese Harry rompendo il silenzio tra di noi. Annuii in risposta.

<< Questa è la mia bambina. Nessuno deve permettere di farle del male. >> disse guardandomi. Io scoppiai a ridere.

<< Harry è una macchina. >> dissi ridenso più forte.

<< Una macchina? >> disse sgranando gli occhi. << Questa è la macchina più bella e lussuosa che ci sia. E' una Range Rover ma tu questo non lo capisci. >> disse frustato dalle mie parole di prima.

<< Forse non ne capisco molto, ma è comunque una macchina. >> dissi e lui sbuffo in risposta.

<< Harry, che lavoro fai? >> chiesi tutto d'un fiato. Lui non mi guardò mentre girava a destra.

<< Dov'è che stai? >> chiese cambiando discorso. Decisi di non insistere. Non era tenuto a dirmelo in fondo. 

<< Questa volta ho scritto la via sul mio cellulare. >> dissi prendendolo dalla tasca posteriore. << Chevel's street , numero 9. >> dissi prima di posare il cellulare. Harry girò a sinistra senza aver detto una parola e dopo si fermò esattamente davanti casa di zia Geltrude.

<< Eccoci arrivati. >> disse guardando il volante. Io feci un lungo respiro prima di aprire la portiera e voltarmi verso Harry per salutarlo. 

<< Be, allora grazie per il passaggio e addio Harry. >> dissi e dopo gli lasciai un bacio sulla guancia. Non sapevo perchè l'avessi fatto ma il cuore era stato a comandare. A quel contatto il corpo di Harry si irrigidì ed io me ne pentì subito amaramente. 

<< Addio Leila. >> disse mentre io scendevo dalla macchina. Quando arrivai davanti la porta mi girai a guardarlo e lui, o per lo meno la sua macchina, non c'era più. Ero triste perchè una parte di me non volava lasciarlo ma l'altra parte mi diceva che fra due mesi sarei dovuta partire e non l'avrei più rivisto quindi non era giusto farlo affezionare per poi farlo soffrire. Aprì la porta ed entrai dentro.

Ciao belle :))

Scusate se non l'ho postato prima ma non ho avuto tempo. Comunque l'importante è che adesso avete un bel capitolo da leggere :))

Spero vi piaccio come tutti gli altri e che sarete in molti a commentare ma sopratutto a votare. 

Vi ringrazio di cuore per tutto.

Vi voglio bene, a presto. <3

__Ken

Mistake.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora