La sera dopo Carota va al bar con Berto e Lodo.
«Hey, ciao vez.»
«Ciao Lodo.»
«Scusa amico io... Ho fatto troppo lo stronzo e-e non lo meritavi.»
«Hai ragione.»
«Lo so che-che ho detto un sacco di cattiverie e me ne pento. Senza te il gruppo è un mortorio. Ho detto che i tuoi problemi non dovevano essere nostri, ma non-non è vero. Siamo amici e se non riesci a risolvere i problemi da solo ci proveremo in due»
«In tre»
Si aggiunge anche Berto alla conversione.
«In tre?»
«In tre.»
Ripete Lodo.
«Accetti le mie scuse?»
«Sì... Amico.»
Carota si sente un pochino meno solo, si sente un pochino meglio.
Ora ha due amici su cui contare nel momento del bisogno.
Tornano a casa un po' brilli.
Carota fa la strada del parco e vede Checco con l'altro ragazzo, non si accorgono di lui.
Sente il ragazzo urlare.
«SEI UNA MERDA! SEI VERAMENTE UNA MERDA!»
«Lo so... Mi dispiace.»
«ON ME NE FREGA UN CAZZO SE TI DISPIACE! MI HAI TRADITO!»
«Io... Davvero...»
«SENTI, NON MI INTERESSA SE AMI UN ALTRO, MA NON ME LO MERITAVO! LASCIAMI E SCOPATI CHI VUOI, MA IO NON MI MERITAVO TUTTE QUESTE BUGIE!»
«Lo so...»
«SEI UNA MERDA! VERGOGNATI!»
Il ragazzo gli tira una sberla e se ne va.
Francesco resta fermo lì, intontito, per qualche secondo, poi prende il cellulare.
Poco più tardi il telefono di Enrico vibra, è Checco🐉. Perché l'ha salvato con quel drago? Il drago è da sfigati, lo dice sempre e forse il drago si addice a quello sfigato. “L'ho lasciato. Io voglio stare con te. Solo con te. Mi manchi.”
Visualizza e non risponde, non per cattiveria, ma perché non sa veramente cosa scrivere.
Vede Francesco sedersi sulla panchina, quando lo fa inizia a dondolare tantissimo, le panchine del parco sono tutte da cambiare, ma il comune preferisce spendere i soldi in altre puttanate.
È indeciso se avvicinarsi o meno, se andare da lui e dirgli che gli vuole ancora bene, oppure dirgli che lo odia o che lo ama, ma resta fermo dov'è.
Checco se ne sta lì seduto, sta singhiozzando, probabilmente piange, mentre Carota si allontana.
Fa freddo, inizia a nevicare, ma è quella neve brutta che si scioglie prima di arrivare per terra.
Francesco resta lì seduto a bagnarsi, mentre Enrico torna a casa.
Il giorno dopo Carota va al parco dopo aver studiato un po'.
Sta lì un sacco di tempo con le cuffie nelle orecchie a fissare vuoto perché sì sente vuoto anche lui.
Continua a rileggere il messaggio di Checco🐉. Vorrebbe scrivere qualcosa, ma non ci riesce. E resta lì.
Gli arriva un altro messaggio “Ho bisogno di vederti.”
Visualizza.
“Al parco, alle 16. Per favore.”
Guarda l'ora 15.15.
Torna a casa.
Non lo vuole vedere, ma non perché non gli manca, gli manca tanto, ma perché non sa come potrebbe reagire e preferisce non saperlo.
Era a pezzi, quel ragazzo li stava rimettendo insieme in modo precario, con un po' di scotch, e poi ci era passato sopra come un uragano.
No, non lo vuole vedere.
Torna a casa e finisce i compiti per tutta la settimana, poi si mette sotto la doccia.
L'acqua è bollente e gli scotta leggermente la pelle, gli fa bene.
Quando esce trova altri messaggio “Questo messaggio è stato eliminato” seguito da “Me lo meritavo.”
Si sente male, di quel male che ti senti vuoto, non senti niente, ma sai che è sbagliato e che qualcosa non va, che qualcosa manca.
Gli scende una singola lacrima dall'occhio sinistro che gli si ferma sullo zigomo.
Si fa un taglio sul polso, uno soltanto, e esce una piccola goccia di sangue.
Resta lì a fissarla per minuti interi, fino a che la superficie non si secca.
“Ti prego, scegli tu quando e dove, ma ho bisogno di vederti.
Ho bisogno di te.”
Visualizza e non risponde.
Enrico non ha bisogno di Francesco, ha 2 amici pronti ad aiutarlo eppure sente che quello non basta.
Si sente ferito, tradito, preso in giro, usato, ma a quei 'Mi manchi' a quegli 'ho bisogno di te' si sente un po' innamorato, si sente un po' importante.
Si sente un po' scemo e contento.
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Amarsi Male ~Lo Stato Sociale [completa]
FanficE tu amami come ameresti te se fossi me e viceversa, quindi male senza capire niente