La decisione senza senso

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Draco arrivò nella Sala Comune dei Serpeverde con la testa fra le nuvole. Era rimasto colpito da Mione. Quando i loro sguardi si erano incontrati, il suo cuore aveva perso un battito, o due, o centomila, o due milioni. Non era riuscito a contarli, perché era stato troppo occupato a guardare i suoi occhi cioccolato non Svizzero, ma Novi, i suoi capelli setosi e boccolosi e le sue curve sinuose e al posto giusto. Era ovvio che avesse un manipolo di ammiratori.

«Hey, Draco, come va?» chiese una delle sue tante scopa-amiche.
Draco la spinse via con un calcio nelle tette.
Doveva assolutamente trovare il suo migliore amico. Sapete già di chi parlo, vero?
Improvvisamente il buco del ritratto si aprì, e tutti si zittirono. Entrò un ragazzo stupendo. Portava una camicia attillata che metteva in risalto i suoi muscoli, e dei jeans stretti in pelle. I suoi capelli erano neri come la pece, e la pelle bianca accecante si scontrava perfettamente con i grandi occhi blu zaffiro.

Camminò lentamente verso Draco, una mano in tasca e l'altra che teneva una sigaretta accesa.
«Hey, Dra!» esclamò, e gli diede una pacca sulla spalla.
«Bla, amico mio» rispose Draco.
Cacciarono via un paio di prostitute dalle poltrone, e si sedettero.
«Ma dove sono Tiger e Goyle?» chiese Blaise, sorpreso.
«Chi?»
Blaise decise di lasciar perdere. «Niente. Allora, che mi racconti?»
«Non so che mi succede, Bla» si disperò Draco. «Non faccio che pensare alla Granger».
Il Dio del Sesso scosse la testa, sospirò, poi si alzò dal divano.
«Dove vai?»
«A farmi la Parkinson».
Draco corrugò la fronte, perplesso.
«Hey! Questo è il momento in cui dovresti dirmi che mi sono innamorato!» protestò, indignato.
Blaise alzò le spalle con noncuranza.
«Non sei innamorato, sei soltanto capitato in una Dramione di nuovo, ed io, per colpa tua, sono di nuovo costretto ad andare a scoparmi metà Hogwarts perché sono maledettamente sexy e non so che diavolo fare durante la giornata, quindi ciao, bel maschione!» e se ne andò canticchiando.
Draco sospirò: doveva smettere di pensare a quella stupida Mezzosangue.

Quella mattina, Mionuccia si svegliò presto. Si cambiò il pigiama - che consisteva in una gonna vertiginosa e un top attillato - con una gonna altrettanto vertiginosa e un top altrettanto attillato. Poi afferrò le scarpe coi tacchi, le indossò e scese tranquillamente dal Dormitorio.
Appena arrivò in Sala Comune, sentì qualcuno chiamarla: Ginny Weasley, soprannominata anche "Colei che si fa tutta Hogwarts con disarmante nonchalance". Come Hermione, aveva un fisico da urlo che copriva a stento, e dei lunghi capelli rossi.
«Ciao, Gin» sospirò Mione.
«Dobbiamo andare in Sala Grande! Sbrigati!» esclamò Ginny con agitazione.
«Cosa? Perché?» chiese la Grifoncina innocentemente.
«Non lo so, è che Harry mi sta fissando da mezzora e mi rompo i coglioni» le rispose.
Harry, che era intelligente quanto una Puffola Pigmea, non fece caso a questa risposta, ne alle corna d'alce che aveva in testa.
Ron fece la sua teatrale comparsa camminando goffamente verso di loro con un gelato in mano. «Ciao, Mione» mormorò.
Mione fece una smorfia e si voltò dall'altra parte.
«Andiamo in Sala Grande, GinGin» borbottò disgustata, e la trascinò fuori dalla Sala Comune.
Si incamminarono verso la meta tanto agognata, attente a non scivolare nella bava che colava dalla bocca dei ragazzi che le fissavano. Con un po' di fatica, riuscirono comunque ad arrivare nella Sala Grande, e si sedettero nel solito tavolo dei Grifondoro.

All'improvviso il chiacchiericcio in Sala Grande si spense. Il portone si aprì, e fece la sua entrata il Principe delle Serpi, Malferret, il più figo del mondo. Tutti lo guardarono mentre avanzava al tavolo di Serpeverde con un sorrisetto intrigante. Indossava dei pantaloni attillati di pelle di Basilisco morto e una camicia bianca attillata.
Schioccò le dita, e Colin Canon arrivò correndo affannosamente verso di lui.
«Ecco la sua acqua, padrone» sussurrò il ragazzino, e gli porse una bottiglietta di acqua.
Senza un motivo apparente, Draco afferrò la bottiglietta, la aprì e ne versò il contenuto sulla camicia.
Tutte le ragazze sospirarono. Perfino Mione si lasciò sfuggire un sorrisetto sognante.

Un colpo di tosse dietro di lei la fece voltare bruscamente: era la McGranitt. Anche lei aveva una gonna che fasciava perfettamente... no, scherzo.
«Signorina Mione, potrebbe seguirmi?» disse la finta professoressa.
Mione annuì.
Quando entrarono nell'ufficio della McGranitt, si sorprese trovando Draco sdraiato sulla scrivania che beveva Vodka.
«Ma, ma...» mormorò Hermione, «Malferret era in Sala Grande fino a due secondi fa!» esclamò, e Draco le sorrise maliziosamente.
«In questo tipo di fanfiction non si tiene conto del tempo, faccia di merda» la rimbeccò la McGranitt. «Ma parlando di argomenti più seri...» la donna fece il giro della scrivania e si sedette sulla sedia. Osservò per un momento il fondoschiena di Draco spalmato sul tavolo, poi si riprese e inforcò gli occhiali. «Io e il corpo docenti, senza una ragione in particolare, abbiamo deciso di farvi trasferire entrambi in un altro Dormitorio. Starete da soli e dovrete darci dentro come Merlino comanda».

Note dell'Autrice:
Tutte queste descrizioni monotone sul fisico e l'abbigliamento sono davvero stancanti! cwc
E quindi Mione e Draco verranno sistemati in una camera tutta per loro. Questa cosa non vi sorprende, eh? Neanche a me.
Beh, a presto, spero. :)
Un bacio a tutti!

Guarda papà, una Dramione! (CC) Humor Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora