La dannatissima Torre di Astronomia

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Dracuccio passeggiava per i corridoi, deciso a trovare Blaise. La notizia che lui e Mione avevano una stanza tutta per loro aveva fatto velocemente il giro della scuola, e tutti non facevano che lanciargli occhiate maliziose o invidiose.
Scosse la testa quando vide Blaise parlare con un gruppo di ragazze.
Blaise Zabini era una persona impegnata e famosa. Passava le giornate a firmare autografi alle sue ammiratrici, riceveva centinaia di mazzi di rose al giorno e non erano poche le ragazze che gli dedicavano orribili serenate. Ma in fondo, lui era il vincitore di "Cessi che cambiano completamente aspetto", perciò era ovvio che fosse così famoso.

«Bla, andiamo» sbuffò Draco.
«Che c'è, amico?» gli chiese Blaise, e si allontanò con dispiacere dalle sue ammiratrici.
«Ho un problema» mormorò disperatamente Drachino Dracò. «Non faccio che pensare a lei, a quei suoi occhi così cioccolatosi e ai suoi capelli così boccolosi... Bla?»
Blaise si era appoggiato al muro e piangeva disperatamente. Dalla tasca estrasse un fazzoletto rosa e si soffiò rumorosamente il naso.
«Blaise?»
«Che cosa romantica!» piagnucolò il Serpeverde tra un singhiozzo e l'altro.
Draco lo guardava sconcertato - come se lui fosse più normale dell'amico - e decise di lasciar perdere le pazzie di Zabini.
«Dicevo: che mi sta succedendo?»
Zabini smise di piagnucolare e lo guardò seriamente.
«Ti stai innamorando, amico» disse. «Mione è una ragazza a posto. Fregatene se è una Mezzosangue, io non li ho mai disprezzati quelli come lei».
Draco aggrottò le sopracciglia, confuso.
«Ma se un anno fa dissi che non ti piaceva la Weasley perché era una Traditrice del-»
Apparve Silente dal nulla che zittì Draco con un incantesimo. Sparì subito dopo.
Blaise era in evidente imbarazzo.
«Ehm... dicevo... lei è una ragazza splendida, è ovvio che ti stai innamorando».
Draco lo guardò con gli occhi sgranati. Aprì la bocca ma non ne uscì nessun suono. Subito dopo riapparve Silente che gli tolse l'incantesimo.
«Ora puoi parlare, minchione» disse il Preside dolcemente, e scomparve.
«Lasciamo perdere» borbottò Drachino. «Da quando sei così sdolcinato, tu?»
«Ti ricordo che questa è una Dramione, io sono comprensivo e di buon cuore» rispose lui. «Per questo odio questo posto. Sono costretto a indossare delle lenti blu ogni giorno e a riempirmi di un fondotinta bianchissimo per colpa di quelle pazze delle autrici di Dramione!» strillò.
«Blaise, io-»
«Non voglio sentire niente!» piagnucolò, e scappò via.

Si era fatta sera, così, all'improvviso.
Harry, Ginny e Ron erano spariti, perciò Mione decise di fare una cosa molto interessante, che ammazzasse il tempo. Andare in Biblioteca? No. Stare in Sala Comune? No. Parlare con Harry e Ron? Divertente! No.
Andò nella Torre di Astronomia e purtroppo non per suicidarsi, ma per vedere la luna piena. Si affacciò, e il panorama fu talmente bello che i suoi capelli divennero più caramellosi, i suoi occhi più cioccolatosi, il vomito dell'autrice più prolungato e la già famosa terza abbondante divenne una quinta più che abbondante.
«Anche tu sei qui» disse una vosa seducente, misteriosa e affascinante alle sue spalle.
La Grifoncina si voltò, confusa.
«No, sono qua».
«Ma qua dove?»
«Qua qui!»
«Allora avevo ragione» sorrise Draco, e si avvicinò a lei.
Mione incontrò il volto del Principe delle Serpi. Sbattè le ciglia in un pessimo tentativo di sembrare seducente, peccato che gli entrò una ciglia nell'occhio e cominciò a fare strani movimenti come uno dei Troll di Barnaba il Babbeo dopo essersi fumato qualche canna.
Drachino, infastidito, tossì un paio di volte e Gazza spuntò dal nulla.
«Mi hai chiamato, mio Re?» ansimò, inchinandosi ai piedi di Draco.
«Io sono un Principe» precisò quest'ultimo. «E comunque ne abbiamo già parlato: fai quello che ti ho detto».
Gazza annuì, corse fuori dalla Torre di Astronomia e subito dopo partì una melodia romantica e assolutamente sdolcinata.

Draco guardò Mione, che era riuscita a togliersi la ciglia dall'occhio. Si avvicinò a lei.
«Mione» sussurrò, provando a fare la voce seducente di prima. Non ci riuscì: sembrava più che altro Platinette.
«Sì?» chiese Mioncina, emozionata.
Draco si inginocchiò a lei e le afferrò la mano. Sentì una strana consistenza sotto il ginocchio destro: aveva spiaccicato una merda di Mrs. Purr, ma fece finta di niente.
«Oh, mia regina, io ti ho sempre amata!» esclamò teatralmente. «Dal primo giorno i tuoi occhi dorati mi han rapito e il mio cuore di ghiaccio è diventato tuo!»
Mione era senza parole, o più che altro non era in grado di dire qualcosa di intelligente.
All'improvviso, la luna piena illuminò i suoi boccoli lucenti e il seducente volto di Drachino, che si alzò da terra dimenticandosi della merda appiccicata al pantalone. I loro volti si avvicinarono sempre di più...
SPLAT.

Poco lontano da loro, si sentì uno strano rumore. Una torta era caduta in terra, e vicino c'era Ron con in mano cinque vassoi colmi. Non si accorse di loro due.
«Acciderbolina...» bofonchiò, irritato. «Era la torta migliore».
Sbuffò e si sedette per terra. Ne prese un'altra e immerse completamente la faccia dentro di essa.
Drachino e Mione lo fissarono stupiti qualche secondo, ma poi decisero di ignorarlo e continuare la loro acculturata conversazione.
«Perché mi ami, Furetto?» chiese la Regina dei Grifoni innocentemente.
«Perché se no che cazzo ci faccio in questa fanfiction?» sussurrò lui in risposta.
Dopo qualche attimo di smarrimento da parte di Mione, si baciarono, con sottofondo i rumori dell'ingozzamento di Ron, ignaro totalmente della faccenda. Ma d'altronde, c'era da aspettarselo.

Note dell'Autrice:
Rendiamoci conto che sto ridendo da sola immaginandomi la scena di Ron che si ingozza e... okay, basta.
Vi ha fatto divertire anche a voi o sono solo io la cogliona? Probabilmente la seconda.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, dai. cwc
Un bacio a tutti! :)

Guarda papà, una Dramione! (CC) Humor Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora