11.

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Tyler camminava da un giorno.
Si era fermato in un motel a basso costo da cui, comunque, sarebbe uscito senza pagare la mattina dopo.
Guardò l'ora, erano le quattro e venti di mattina di venerdì quattordici marzo.
Sospirò e si sdraiò sul letto che scricchiolò non appena ci si appoggiò del tutto.

"Te lo avevo detto"

Tyler si girò in un fianco dando le spalle al suo demone che però si ritrovò davanti pochi secondi dopo.
"Cosa vuoi ora?"

"Niente, solo ricordarti che il ragazzo di cui ti eri innamorato ti ha cacciato di casa non appena gli hai raccontato che mostro sei e ora ti odia, non hai più nessuno dalla tua parte, morirai da solo e in fuga, ma almeno hai me"

"Wow per fortuna" rispose sarcastico
"Non vuoi lasciarmi stare neanche ora?"

"No, è proprio in questi momenti che mi piace parlarti, vederti.
Perché sei così debole, è da quando mi strangolasti che aspetto questo momento.
Tu sei solo mio Ty
Ti controllo da sempre, con un'unica parola posso farti vivere o morire.
Ma tu sei, diciamo, fortunato.
Non voglio che tu muoia, no
Voglio che tu viva, per sempre, sapendo quello che hai fatto.
Voglio che tu viva in una cella buia e stretta, da solo, con i detenuti più pericolosi che ti massacrano giorno dopo giorno, senza che le guardie ti aiutino perché sei un assassino e ti meriti di stare dove sei.
Voglio che tu viva tutto il dolore che mi hai dato, perché mi hai tolto la vita e io ora toglierò la tua ridendo."

Blurryface era tornato nelle sembianze di Zack e se la rideva, con lo stesso ghigno che aveva mentre gli mostrava la maledetta foto.

"Come tu hai guardato l'aria finire nei miei polmoni, io non aspetto altro che vedere la vita finire nei tuoi occhi mentre il tuo corpo va ancora avanti.
Aspetto solamente di vedere la tua anima corrosa dall'interno, dalla solitudine, dalla consapevolezza che nessuno ti proteggerà da me, perché tutto questo te lo sei meritato.
E come ultima cosa voglio che queste parole affondino nel tuo corpo come le due coltellate affondarono nel mio.
Non sarebbe divertente vederti morire."

Tyler si era alzato dal letto e aveva attaccato la schiena contro il muro.
Non riusciva a respirare, cercava una via d'uscita ma non c'era.
Cercava di pensare a Josh, l'unica cosa che lo aveva tenuto in vita per più di due mesi, che gli aveva dato una ragione per sorridere.
Cercava di pensare a Josh
Al suo sorriso, ai suoi capelli, a quanto era felice quando erano insieme.

"Ci pensi troppo Ty, ti ha abbandonato, ti ha lasciato, ti ha cacciato, non ti vuole, e tu non lo biasimi certo, nessuno ti vuole, nessuno.
Mostro
Mostro"

Quella parola gli rimbombava in testa mentre stava seduto con le mani tra i capelli, la risata di Blurryface sormontava il ricordo del volto di Josh, distorcendo i suoi ricordi.
Mentre provava a pensare a lui che rideva gli tornava in mente la sua espressione inorridita quando gli aveva raccontato la storia del perché era lì.
Provò anche a pensare che la colpa era di Josh se ora si trovava in quella stanza di quel motel, da solo con il fantasma di suo fratello cresciuto nella sua testa.

Provò a dargli la colpa ma non ci riuscì, per quanto ci provasse non poteva certo dargli torto, solo uno stupido avrebbe tenuto un assassino in casa.
Ripensò alle parole di Blurry di poco prima.
"Nessuno ti vuole"
Forse aveva ragione, si meritava tutto quello che gli stava accadendo.

Allora, forse, doveva farla finita.

Choke // Joshler // CompletaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora