Capitolo 10

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"Sarai la mia stilista."
Sorride come un ebete.

"Cosa cazzo stai dicendo Mario." Lo fulmino con lo sguardo e lo oltrepasso allontanandomi da lui.

"Aspetta Alice! Io non sto scherzando" mi segue raggiungendomi immediatamente.

"Non posso perdere tempo con queste stronzate, oggi mi stai spazientendo!" Sbraito aumentando il passo ancora di più.

"Cazzo Alice! Ti vuoi fermare?!" Sbotta e mi blocca per un braccio. Penso che questa sia la prima volta che lo vedo 'incazzato'.

Prendo un respiro profondo e mi giro verso di lui.

"Io non sto scherzando, da oggi sarai la mia stilista, ti sembro un cretino che si inventa stupidaggini?" Mi guarda, e ogni volta che mi guarda, gli si illuminano gli occhi.
So che sembrerebbe una osservazione modesta, ma è la sincera verità, mi intenerisce tantissimo ogni volta.

"Va bene, scusa..." sospiro abbassando lo sguardo.
"È solo che... è tutto così strano... ti incontro così, all'improvviso.. il ragazzo perfetto, ti offre un bel lavoro, una bella vita... e poi, di solito, va sempre qualcosa storto"

"Non esageriamo ora" sorride.
"Non sapremo mai se qualcosa andrà storto, noi facciamolo andare bene" mi chiude in un abbraccio.
"Ora ti accompagno a casa"

Annuisco e lo seguo tenendolo per mano.

"Allora! Quante cose può fare la macchina di Nettuno?" Inizio a smanettare sull'enorme, ma veramente enorme, schermo che avevo in basso a sinistra.
Riesco a collegare il telefono con il Bluetooth e mettere un po' di musica.

Appena arriviamo a casa lo saluto e racconto tutto a mio padre che, stranamente era ancora sveglio.

"Ehi papi" saltello sul divano accanto a lui.

"Buonasera, come mai tutta questa energia?" Chiede sorridente.

"Ti ricordi quel ragazzo di cui ti ho parlato??"

"Certamente, quello che ha rotto la mascella a Davide"
Ridiamo insieme all'idea.

"Ecco lui, mi ha offerto un lavoro per fargli da stilista!" Esclamo entusiasta.
Mio padre mi guarda confuso, giustamente.
"Ehm... ti spiego meglio" sfilo il telefono dalla tasca e apro YouTube.
"Allora papi lui è un rapper, conosci?"

"Ow... non mi piace quella musica" fa una smorfia che però allo stesso tempo mi intenerisce.

"L'importante è che ti piaccia lui, la sua musica passa in secondo piano" gli sorrido comprensiva.
Faccio partire il video il video di Vertigini, e glielo faccio vedere fino all'ultimo secondo... o forse l'ho guardato solo per mio piacere... dettagli.

Alla fine del video mio padre mi accarezza i capelli e mi sorride a trentadue denti.
"È davvero un bel ragazzo, ma dovevi vedere i tuoi occhi mentre guardavi il video.."

Abbasso lo sguardo imbarazzata.

"La canzone mi è piaciuta"

Gli sorrido.

"Però quegli occhiali poteva evitarli... penso proprio che una stilista gli faccia bene"
Scoppiamo a ridere entrambi.
"Ordino una pizza ti va?"
Annuisco e vado in camera mia a cambiarmi.

Avviso immediatamente Chiara sull'accaduto, ed è entusiasta almeno quanto me.
Vado in bagno a darmi una lavata e mi infilo nel mio bellissimo pigiamino con i coniglietti.

Poco più tardi vado a cenare con una grande pizza con le patatine per poi andare a dormire.


Mi sveglio accecata dal sole.
Mi cambio velocemente e scendo a fare colazione. Papà non c'è, evidentemente è già andato a lavoro. Apro il frigo e prendo il cartone del latte, mi preparo un bel tazzone di cereali, e ce lo verso dentro.
Mi siedo al tavolo e consumo la mia colazione.

Dopo un po' il citofono della porta mi fa sobbalzare.
"Chi è?!" Chiedo dal citofono.

"Sono Davide"

Gli apro il portone del palazzo e lascio socchiusa la porta del mio appartamento, tornando a guardare la tv sul divano.

"Cosa ti ha proposto di fare il tuo amico lì??" Chiede a braccia incrociate.

"Davide, ti prego.." sospiro affranta.
"Puoi farmi respirare? Te lo chiedo per cortesia"

"Ti ho solo fatto una domanda, potresti anche rispondere" sbuffa sedendosi accanto a me.

"Sarò la sua stilista" rispondo secca guardando la TV.

Alza le sopracciglia e rimane in silenzio, affondando nel morbido divano.

"Che c'è, devo dirgli di no perché a te non va bene?" Lo guardo storto.

"Io non ho parlato" alza le mani innocentemente.

Mi butto sul bracciolo del divano e faccio un profondo sospiro. Davide mi poggia una mano su un fianco e me lo accarezza.

"Scusa se mi sto comportando così, ma quel ragazzo mi urta, e mi preoccupo per te" sospira.

"Non ho bisogno della tua protezione, Mario è una bravissima persona, continuo a non capire perché lo odi così tanto, perché ti ha spaccato la faccia? Non credo! Non eravate lì per quello?!" Sbuffo tornando dritta.

"Ho paura che ti faccia stare male..."

"Davide, cavolo! Ti stai preoccupando di cose che non sono successe! Puoi smetterla?" Sbuffo alzandomi dal divano e andando in cucina.

"Lo so, ma se dovesse succedere?" Allarga le braccia seguendomi.

"In tal caso potrei anche capirti. Ma dato che non è successo, smettila!" Sbotto aprendo il mobile e prendendo una scatola di cereali.

"Sai che non smetterò vero?"
Incrocia le braccia.

Annuisco masticando i cereali.

Mi arriva una telefonata e rispondo.

Ehi Mario!

Signorina, è attesa immediatamente a lavoro!
Dice con voce ironica.

Arrivo.
Attacco e sorrido mordendomi il labbro inferiore, guardando il suo nome sullo schermo del mio telefono.

Davide rotea gli occhi e mi da le spalle.
"Dove vai?" Chiedo.
"Mi accompagni da Mario?"

Lui scoppia a ridere.
"Me lo stai chiedendo veramente? Non ci pensare"

"Ok, andrò a piedi.
Sei un bastardo." Sbuffo andando in camera mia a cambiarmi.
Quando torno all'ingresso, Davide è poggiato alla porta che mi aspetta con le chiavi della macchina in mano.

Sorrido e gli vado in contro salterellando, gli lascio un bacio sulla guancia e andiamo in macchina. È comunque scocciato, ma l'importante è che mi stia accompagnando ihih.

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