Nothing Lasts forever

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Non potevo credere davvero di aver accettato di venire.

“Sei serio? L I A M   P A Y N E . la sua festa? A casa sua?”

Ero impazzito. Eravamo davanti ad una enorme villa nella periferia della vecchia Brooklyn in piena notte davanti alla casa della persona che odiavo di più al mondo.

“Ma zitto, sai ci sarà anche una certa … Lydia”i miei occhi saettarono nei suoi divertiti mentre mi spingeva verso l’enorme casa davanti a noi.

Inutile dire che c’erano tutti, ma davvero TUTTI .

Dai deficienti della nostra scuola ai cazzoni del college.

Le stenze erano crepite di gente e la casa così grande sembrava fin troppo piccola per racchiudere tutti quegli animali.

“LOUIS” urlai per farmi sentire sopra la musica altissima proveniente dal salotto, ma appena mi voltai mi accorsi che Louis era già sparito.

Non avevo la minima idea che fare lì, mi girai e feci per andarmene quando un armadio mi venne addosso facendomi cadere.

“Porca troia stai atten …” le parole si fermarono così come il mio respiro mentre incontravo per l’ennesima volta un paio di occhi marroni, occhi che non vedevo da tempo ma troppo familiari, occhi che mi sussurravano cosa fare nelle orecchie, occhi che mi hanno portato alla deriva.

Occhi che significavano guai.

Zayn Malik.

“oh, guarda guarda. Un mio vecchio cagnolino” disse sorridendo mentre nella mia mente riscorrevano vecchie immagini che ancora mi spaventavano.

“già, VECCHIO cagnolino.” Strinsi i denti alzandomi per afrontare uno dei miei incubi.

“non provare a fare il duro con me, Easy Punch” il sorriso probabilemte dovuto alla birra che teneva in mano.

“Non chiamarmi così” scandii le parole avvicinandomi a lui. Quel fastidioso nomigliolo aleggiava nella mia testa easy punch pugno facile.

Eravamo a centimetri di distanza mentre sentivo i miei pugni stringersi d’istinto sulla sua maglia alzandola e lasciando vedere il cuore tatuato che aveva sull’anca.

In passato ero un mostro. Un vero mostro.

Dopo il divorzio dei miei, avevo lasciato la scuola, entravo nei locali, entravo in circoli viziosi … fumo … droga erano i miei migliori amici, ma la velocità era la mia anima gemella.

Già sembro uno di quei soliti cliché dello ragazzo sfigato dall’oscuro passato.

Ma dopotutto quelli erano miei vizi, non facevo parte di sorta di clan o merde così.

Certo, finchè non arrivò Zayn, che prese un ragazzino depresso e lo trasformò nell’arma di punta del suo arsenale.

Questo ben quattro anni fa, solo due anni dopo la nascità della mia forza, della mia rabbia, del mio rancore.

La mia mano era ancora piantata nella maglia di Zayn, la mia vista si offuscava.

“Ti ricordi cosa mi hai insegnato?” sussurrai, ma seppi bene che mi aveva sentito benissimo.

Il suo sorriso svanì al suono di quelle parole.

Usa la rabbia, usa le esperienze, usa il rancore e trasformale in forza. Immagina di colpire ciò che ti ha causato tutto questo e colpiscilo finchè questo non muore.

Finché non è tutto finito.

Certo che se le ricordava.

Stava per balbettare qualcosa mentre al posto del suo volto apparve il volto dell’amante di mia madre e un pungno lo colpi giusto giusto sul mento.

Cadde a terra, fuori dalle mie mani.

Un sorriso si dipinse sul mio volto. Avevo dimenticato come ci si sentisse quando si è dei mostri.

Sentivo l’adrenalina nei muscoli, testa leggera , e un forte desiderio di sangue, come un vero e proprio mostro deve sentirsi.

Louis mi aveva portato via da Zayn  e mi aveva reso migliore, solo lui. Solo lui avrebbe potuto riprendermi.

Peccato che lui non c’era.

Un altro pugno invase il viso di Jackson, ancora un altro e un altro ancora mentre lui cercava di divincolarsi.

Ricordi, sensazioni, pensieri … un groviglio nella mia testa.

La gente intorno a noi cominciava a notarci ma io ero troppo occupato a distruggere i due uomini che avevano rovinato anni della mia vita finché il volto di Jackson scomparve e lasciò il posto a un paio di occhi verdi iniettati di sangue, capelli marroni, lunghi ricci, pelle chiara.

Mi fermai.

Stavo colpendo me stesso.

La terza persona che mi aveva rovinato la vita … me stesso.

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