Capitolo 9

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Chris suona in campanello, rispondo che sto scendendo.

Le ragazze mi fermano sulla porta.

"Jess, aspetta!" Dice Sophie.

Mi volto verso di loro con aria interrogativa.

"Volevamo darti una cosa.." Dice Anne porgendomi un mazzettino di lavanda con un fiocchetto rosa pesca, proprio come quello sul mio vestito.

"Tienilo nella borsetta, ti porterà fortuna per stasera.. ormai.. Sei nostra amica.. è un simbolo per dirti che ti vogliamo bene.." Dice Corinne.

Non posso resistere, metto il mazzettino nella borsetta e le abbraccio fortissimo. Finalmente credo di aver trovato delle amiche vere, nessuno aveva mai fatto queste cose per me.

Dopo essere arrivata giù con l'ascensore, apro il portone, scendo le scale che ci sono fuori e apro il cancellino di ferro trovando lui assieme ad un taxi. Dio quanto è bello!

Indossa una camicia nera elegante e un paio di Jeans da sera, i suoi capelli sono tirati all'insù grazie ad una abbondate passata di Gel. I suoi occhi stanno brillando sotto la luce della luna.

"Signorina Jess Brown.." Mi dice avvicinandosi.

"Signorino Chris Barrion.." Dico cercando di sembrare tranquilla.. Quando dentro di me c'è una banda che non la smette di suonare i suoi tamburi.

Mi prende la mano, la bacia e mi accompagna dentro al taxi. Però, che stile.

"Devo dire che sono sorpreso. Mi aspettavo la ragazza rock che mi è venuta addosso la prima volta che ci siamo conosciuti" mi dice divertito.

Non so perché ma sto arrossendo tantissimo. Mi piace da matti.

"Beh diciamo che.. Ho dato una "piccola" rivisitata al mio look.." Dico spostandomi una ciocca di capelli dietro all'orecchio.

Arriviamo al ristorante, Chris ha prenotato all' "Unique" locale a 5 stelle. Resto di stucco davanti all'insegna, non mi sarei immaginata minimamente di entrare in un posto del genere. Non riesco a muovere un solo muscolo.

"Che c'è? Non.. Non ti piace?" Mi chiede con aria preoccupata.

"No, è fantastico Chris ma.. Costerà un occhio della testa.. Io.." Sto andando in iper ventilazione.

"Tranquilla, ho fatto degli straordinari il mese scorso e ho messo qualche soldino in più da parte nel caso mi fosse capitata un occasione speciale.." Mi sorride nel modo in cui nessun altro sarebbe mai riuscito a sorridere.

Entriamo e un signore in giacca e cravatta ci fa accomodare in un tavolo leggermente separato da tutti gli altri.

"Non ti sembra un po' troppo per il primo appuntamento?" Chiedo interrogativa.

"Quindi, confermi che è un appuntamento signorina Jess Brown" mi risponde malizioso.

La mia faccia cambia subito colore, che diavolo ho appena detto? Bocca mia cerca di restare serrata per cortesia che crei solo danni o figuracce. Chris mi sembra divertito e soddisfatto della cosa che ho detto.

Ci portano come antipasto un piattino con dell'insalata come letto e dei gamberetti conditi sopra.

"Ma.. Non ci portano che ne so.. Un menù per ordinare?" Chiedo fissando il piatto.

"No, qui ci sono i menù del giorno e i menù della sera già pianificati. Ma tranquilla, ti ho portata qui perché è un posto che merita." Mi dice facendomi uno dei suoi occhiolini.

Vado per mangiare ma ci sono quattro forchette diverse. E adesso? Dio su questo non sono preparata. Chris sembra più esperto di me perché prende la prima a destra senza

Pensarci. Seguirò i suoi movimenti.

Mangiamo e dopo un po' arriva il cameriere che ci sostituisce il piatto con un'altra portata: gnocchi di patate al salmone. Qualcosa mi dice che il menù sarà dedicato al pesce.

"E quindi, abiti praticamente dietro al Moka Bar" mi dice mangiando il primo boccone.

"Si, sono arrivata a Los Angeles da circa tre settimane, ho trovato sistemazione da delle ragazze fantastiche" dico guardando sorridendo il mazzolino di lavanda che ho nella borsetta.

"Bello! Dove abitavi prima di venire in questa grande città?" Chiede curioso.

"Ok, penso sia arrivato il momento di parlarne" bevo un sorso d'acqua e continuo a parlare.

"Vengo da un posticino sperduto del Brasile, ma non mi sento brasiliana per niente, mammaha i tratti di quel posto, io no. Sembro più un italiana ad esempio. Poi lasciamo perdere mia madre, non è mai stato un genitore modello. Da quando mio padre è morto e ha cambiato marito la mia vita è stata un inferno in piena regola." Non sto più mangiando, sono bloccata a guardare fuori dalla finestra del ristorante.

"Oh.. Mi dispiace tanto Jess.." Mi dice mortificato.

Il cameriere ci porta la terza pietanza:

Una aragosta gigante circondata da un letto di patate e verdure saltate.

Ce la dividiamo e stavolta è il mio turno per fare delle domande!

"E tu? Non mi racconti la tua storia?" Dico cercando di tagliare l'aragosta nel modo più femminile possibile.

"Ok, io vengo dall'Italia, più precisamente da Milano. Mi sono trasferito a Los Angeles a 18 anni perché volevo vivere da solo, quindi sono circa tre anni che abito qui. La mia famiglia è leggermente strana. Anche mia madre si è trovata un altro uomo perché mio padre è il tipico puttaniere che va con tutte, pensa quante corna ha dovuto mangiare mia madre nella sua vita con lui. Con il suo nuovo compagno hanno fatto una bambina, quindi adesso ho una sorellina di sette anni che si chiama cindy." Mi dice tutto soddisfatto.

Sono contenta che mi abbia raccontato tutto fidandosi di me.

"Ah, adesso che ci penso, tu hai lo stesso cognome del mio patrigno" aggiunge.

"Ma guarda un po'! Quanto è piccolo il mondo, anche io avevo una compagna di classe con il tuo secondo nome" rido.

La serata passa in fretta. Il tempo scorre veloce quando si sta bene. E con lui mi trovo benissimo. Parliamo, ridiamo, scherziamo. Mi sembra di conoscerlo da una vita. Forse.. Mi sto innamorando.. Piano piano.

'Profumo di Lavanda'Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora