2. Danza

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Con uno sbuffo mi metto la sacca dei panini in spalla.
Non posso rischiare il lavoro.

Teoricamente dovrei indossare anche la divisa ma l'ultima cosa che voglio in questo momento è entrare lì dentro sembrando un evidenziatore umano, quindi opto per usare solo il cappellino arancione e me lo metto in testa.

L'accostamento di colori tra il berretto arancione e i miei capelli azzurri fa schifo.
Sospiro.

Maledizione, perché a me?
Inizio a camminare verso l'entrata e sento lo stomaco stringersi.

[...]
Scivolo silenziosamente nei corridoi della scuola, l'odore inconfondibile della cera per parquet mi riempie il naso.

Tengo la visiera del cappellino bassa sul viso per non rischiare di incrociare lo sguardo con nessuno dei ballerini e ballerine che sfilano leggiadramente intorno a me per raggiungere le proprie lezioni.

Un chiacchiericcio sommesso pervade l'aria.
Sono tutti così aggraziati.
Pieni di vita.

Sto cercando la sala 13D e, quando finalmente la intravedo in lontananza, mi ci piombo senza aspettare oltre.
Voglio uscire da qui il prima possibile.
Sto già frugando nella sacca quando apro la porta.

La musica cristallina mi investe come un onda.
Mi blocco.
Davanti a me, un angelo.
Il mio cuore si ferma.

Non saprei neanche come descrivere quello che sto osservando in questo momento.
La magia irreale che sta avvenendo sotto i miei occhi.

Il ragazzo che ho davanti, nonostante non abbia ali, sta volando.
Non c'è altro modo per dirlo.

Si muove sul ritmo lento del pianoforte e sembra possedere ogni nota. Farla sua.
O forse è proprio il suo corpo a produrre la melodia.
Forse non c'è nessun pianoforte.
Non saprei dirlo.

La luce che entra dall'enorme vetrata illumina il pulviscolo facendo risplendere ogni cosa intorno al ragazzo.
Ogni suo movimento è un piccolo tornado di luci.

Ho il cuore in gola. Più lo guardo più penso che forse sto sognando.
Non può esistere una persona così.

Ha gli occhi chiusi e un espressione beata. Benedetta e dannata.
Non so spiegarmi come sia possibile.

Le labbra carnose schiuse leggermente.
I muscoli asciutti che guizzano sotto la stoffa svolazzante.
Il sudore a imperlargli la pelle chiara.

I capelli rosa che si muovono dolcemente come se fosse sott'acqua.

È bellissimo.

Il suo grido silenzioso continua indisturbato.
Salta e poi si accuccia. Dolore.
Si abbraccia stretto e poi si calcia via. Rabbia.
Si ama e poi si odia. Disperazione.

Balla come in trance.
Come posseduto da una qualche entità superiore.
Balla soffrendo di se stesso. Come un angelo dannato.

Io lo fisso sul ciglio della porta.
È come se ci fosse un filo stretto intorno al mio cuore e stesse venendo tirato, stritolandolo.
Fa male. Dannatamente male, ma per quale ragione non vorrei si fermasse.

Il ragazzo si muove velocemente, gira su se stesso e, rallentando, allunga un braccio.
Gli occhi ancora chiusi.
Volto e mano diretti verso di me.

Odore di pioggia //Yoonmin//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora