Jimin osservò l'enorme palazzo che si presentava dinanzi i suoi occhi, meravigliato. Jungkook gli fece segno di seguirlo e varcarono la soglia dell'edificio, scortandolo per i corridoi infiniti della Bighit. Bang Si Hyuk era scomparso in una delle stanze, lasciando i due ragazzi soli. Il corvino rimaneva in silenzio, mentre il minore lanciava occhiate furtive nella sua direzione. Non poteva credere che da quel momento in poi lo avrebbe visto ogni giorno. Un piccolo sorriso si dipinse sul suo viso.
"Perché stai sorridendo?" Domandò Jimin.
"Sono felice." Rispose.
"Buon per te." Mormorò l'altro.
Sarebbe stato difficile, questo lo sapeva, eppure Jungkook avrebbe scoperto il motivo per cui il suo migliore amico era cambiato e lo avrebbe fatto tornare il Jimin sorridente e dolce che tanto amava. A quel pensiero improvviso il suo volto divenne rosso dalla vergogna e sperò con tutto se stesso che il corvino non lo notasse. Gli lanciò un'occhiata e rimase colpito nuovamente dalla sua bellezza delicata, le labbra carnose invitanti, i capelli color dell'ebano, morbidi al tatto. Jungkook ricordava ancora la piacevole sensazione delle sue dita che scorrevano tra quei fili scuri, accarezzando il suo capo mentre pian piano il suo hyung sprofondava nel sonno, il viso posato sul suo petto. Gli mancava così tanto.
"Siamo arrivati." Mormorò, aprendo la porta della loro sala prove.
Vennero investiti da risa e schiamazzi e videro Taehyung che veniva rincorso da Yoongi, mentre Jin se la rideva e Hoseok faceva un video che presto o tardi avrebbe pubblicato sulla loro pagina Twitter. Namjoon li guardava da lontano, oramai rassegnato dal loro comportamento infantile.
"Kookie!" Esclamò Taehyung non appena lo vide.
Venne investito dal suo corpo e lo avvolse in un abbraccio soffocante. Il giovane tentò di divincolarsi dalla sua presa ferrea ma fu il loro leader a richiamare l'ordine.
"Andiamo ragazzi, non facciamo la figura degli immaturi davanti al nuovo arrivato." Disse.
"Piacere di conoscerti, mi chiamo Kim Namjoon e sono il leader del gruppo. Ci siamo già incontrati ma non mi sono presentato a dovere." Disse avvicinandosi, facendo un inchino ed in seguito porgendogli una mano. Jimin s'inchinò a sua volta e si presentò ai ragazzi.
"Piacere di conoscervi, il mio nome è Park Jimin."
"Benvenuto in famiglia, Jiminnie!"
Alle parole di Taehyung gli occhi del corvino si fecero di ghiaccio e si avvicinò lentamente a lui.
"Sono uno hyung per te, ragazzino." Lo rimproverò con tono aspro.
Nella sala calò il silenzio, spezzato subito dopo dalla risata di Yoongi, il quale mise una mano sulla spalla del ragazzo.
"Mi piaci, marmocchio."
Jimin osservava in silenzio i ragazzi che si allenavano sulle coreografie delle canzoni che avrebbero dovuto eseguire nel concerto che si sarebbe svolto tra meno di una settimana. I suoi occhi erano fissi sulla figura slanciata di Jungkook, il suo corpo si muoveva al ritmo della musica in modo perfetto, i suoi movimenti erano eleganti, il suo viso serio e concentrato su ciò che stava facendo. Hoseok invece era incredibile, il corvino non aveva mai visto nessuno muoversi in quel modo così armonioso ed energico allo stesso tempo. Da quello che gli avevano riferito, era il main dancer del gruppo e Jimin non poteva che esserne d'accordo. Non sarebbe mai riuscito ad arrivare al suo livello, doveva ancora allenarsi duramente. Al contrario, Namjoon e Jin non se la cavavano molto bene, anzi. Il giovane dovette trattenersi dallo scoppiare a ridere nel vedere i loro movimenti goffi, cercando di rimanere al passo con gli altri. Yoongi non s'impegnava più di tanto nel ballo, i suoi gesti erano svogliati e distratti, il volto quasi scocciato. Taehyung invece se la cavava piuttosto bene, anche se c'erano ancora delle imperfezioni da correggere.
"Va bene ragazzi, facciamo una pausa." Disse Hoseok dopo un po'.
Gli altri sospirarono, desiderosi di sdraiarsi a terra e riposare. Jungkook però fu l'unico a continuare a provare i passi delle coreografie. Jimin si alzò e gli si mise dietro, poggiando le mani sulle sue braccia.
"Hai provato abbastanza, devi riposarti."
Jungkook gli lanciò un'occhiata attraverso lo specchio della sala e si fermò, il respiro irregolare causato dal movimento.
"Non è sufficiente, devo-"
"No Jungkook. Era perfetto. Non devi sforzarti in questo modo."
Un sorriso malizioso si dipinse sulle labbra del minore ed incrociò le possenti braccia al petto, facendo distogliere lo sguardo a Jimin, posandolo ovunque tranne che sul suo corpo così attraente.
"Ti stai preoccupando per me, hyung?" Lo canzonò.
"Si." Rispose francamente il corvino.
Jungkook rimase sorpreso dalla franchezza delle sue parole. Si aspettava un qualche tipo di rifiuto.
"Davvero?"
"Si Jungkook. Perché non dovrei esserlo?"
Le braccia del castano circondarono il suo corpo, sprofondando il volto nei suoi capelli corvini. Quanto gli era mancato il lieve tepore del suo piccolo corpo? Quanto gli era mancato lui? Jungkook non sapeva rispondere a quella domanda. Dopo aver lasciato la sua città natale, nulla importava se non la lontananza con il suo migliore amico, suo fratello, l'unico che riusciva a comprenderlo e si prendeva veramente cura di lui. Quante notti insonni aveva passato disteso sul letto con le lacrime che solcavano il suo viso, il telefono in mano, il numero di Jimin nella rubrica, pronto per essere chiamato. Quante volte aveva preso invece sonno grazie soltanto al suono della sua melodiosa voce? Jungkook era a conoscenza delle abilità canore del corvino, per questo si divertivano a cantare canzoni a squarciagola. Capitò una volta in cui erano distesi sul letto di Jimin, intenti nel guardare un drama. Il minore aveva il capo posato sul petto del più grande, il quale lo circondava con le sue braccia, una mano nei soffici capelli castani. Si stava facendo tardi ed il corvino gli suggerì di passare la notte da lui e Jungkook annuì, sistemandosi meglio nel suo abbraccio e chiudendo gli occhi. Avvertì sul suo volto un tocco leggero, delle dita delicate che accarezzavano la sua guancia. Udì un sussurro impercettibile, poi una melodia scaturì dalle labbra di Jimin, come una cascata di miele. Jungkook non si era mai sentito in pace come in quel momento.
I still can't believe it
Everything feels like a dream
Don't try to disappearIs it true?
You
You're so beautifulBe by my side
Will you promise me?
If I touch you I'm afraid you'd fly away or break
I'm afraidYou're like a Butterfly
I stare at you from afar
If I touch you, will I lose you?
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𝕎𝕖 𝕕𝕠𝕟'𝕥 𝕥𝕒𝕝𝕜 𝕒𝕟𝕪𝕞𝕠𝕣𝕖 ➳ 𝕁𝕚𝕜𝕠𝕠𝕜
FanfictionPark Jimin e Jeon Jungkook sono amici da sempre, finché un giorno il più giovane decide di intraprendere la carriera di cantante e si trasferisce in un'altra cittadina.