Capitolo 14

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Il sole stava tramontando e gettava degli spicchi di luce color rosso rubino sui grattacieli di Seoul. Gli impiegati d'ufficio si affrettavano verso la metro o i bus, esausti dopo una faticosa giornata di lavoro. Jimin e Jungkook passeggiavano mano nella mano per le strade della capitale. I loro occhi erano nascosti da degli occhiali da sole che presto avrebbero dovuto togliere. La notte stava avanzando. Jungkook era stato molto attento a non farsi notare dai fans e Jimin aveva seguito il suo esempio. Dopotutto tra pochi giorni avrebbe debuttato e si sarebbe presentato dinanzi il mondo intero come un artista. Quando era soltanto un bambino si divertiva ad immaginare ciò che sarebbe diventato una volta cresciuto. Un poliziotto, un cuoco, oppure avrebbe seguito le orme di suo padre e avrebbe intrapreso la strada dell'insegnamento. Mai avrebbe pensato di poter divenire un idol. Alle volte la vita era sorprendente.

"Ho fame, perché non ci fermiamo a mangiare qualcosa?" Propose Jungkook.

"Sicuro che sia una buona idea? Gli altri ci hanno intimato di non dare troppo nell'occhio."

Jimin era teso, ed il castano poteva ben notarlo dalla postura dritta e dagli occhi che si spostavano freneticamente sui passanti. Il rischio che correvano era alto. Se qualcuno avesse riconosciuto Jungkook in compagnia di un'altra persona che non fosse un membro del gruppo, per di più in rapporti intimi, sarebbe stata la fine. Inoltre era insieme ad un altro ragazzo, mano nella mano, e Jimin sapeva molto bene il parere dei cittadini coreani riguardo le relazioni tra persone dello stesso sesso.

"Hey, non preoccuparti. Prenderemo qualche sandwich e andremo in un posto speciale, dove nessuno potrà disturbarci." Lo rassicurò il minore, stringendo la sua mano.

Jimin sospirò ma annuì, confidando nelle sue parole. Così decisero di fermarsi in un fast food poco affollato e ordinarono panini e bibite. Il corvino si sorprese dalla quantità di cibo che quel ragazzino immagazzinava nel suo corpo.

"Un double cheeseburger, un chicken BBQ, due porzioni di chicken wings e una coca cola grande? Sei disgustoso ragazzino." Mormorò.

"Tu invece sei patetico." Rispose l'altro, accennando al semplice hamburger e dell'acqua.

"Io ci tengo alla linea. Non posso dire lo stesso di te, a quanto pare."

"Sono in fase di crescita, hyung. Ho bisogno di cibo." Si difese Jungkook.

"Non ti azzardare a baciarmi dopo aver mangiato tutto quel formaggio." Lo avvertì il maggiore.

Jungkook scoppiò a ridere e lo prese per mano, mentre con l'altra trasportava la busta piena di prelibatezze.

"Oh invece ti riempirò di baci fino a che non mi pregherai di smetterla."

Jimin roteò gli occhi infastidito ma un piccolo sorriso nacque sul suo volto. Non si era mai sentito così bene, così vivo fino a quel momento.









"Dove hai intenzione di portarmi?"

"Tra non molto lo saprai."

Jimin sbuffò, contrariato. Odiava le sorprese. Camminarono verso il centro della città ed il corvino alzò lo sguardo per ammirare la grande torre che svettava imponente nel cielo. Mano a mano che si avvicinavano, ella diventava sempre più alta e luminosa. La torre di Seoul era uno dei luoghi più romantici e prediletti dagli innamorati. Le guance di Jimin presero fuoco.

"Wow, è bellissima." Mormorò, una volta arrivati.

"Eppure c'è qualcosa di ancora più bello che non riesco a smettere di ammirare." Sussurrò Jungkook.

Posò il sacchetto a terra e circondò la vita di Jimin con le braccia, attirandolo a sé. Gli occhi del ragazzo brillavano più di quella torre.

"Hyung, so che forse sto affrettando le cose ma non riesco a trattenermi quando si tratta di te. So che stiamo insieme da poco e che il nostro amore è ancora giovane ma io mi sono innamorato di te dalla prima volta che ti ho conosciuto. Da ora in avanti le cose si complicheranno perché viviamo in un paese dalla cultura troppo rigida e severa ma qualsiasi cosa accadrà, io sarò sempre al tuo fianco. Tra non molto debutterai come cantante e ballerino e sono così fiero di te, Jimin. Sono sicuro che i nostri fan ti ameranno. Sei una persona splendida, anche se cerchi di nascondere la tua vera personalità, ed io ti amo così tanto che fa quasi male."

Afferrò la mano del corvino e la baciò dolcemente. La vista di Jimin si fece sfocata e dovette appellarsi al suo autocontrollo per non scoppiare a piangere.

"Jungkookie. Sei un ragazzo così dolce e premuroso. In tutta la mia vita non ho mai amato qualcuno come amo te, e so di non essere perfetto ma tu mi rendi una persona migliore. Mio padre sarebbe così felice di sapere che suo figlio ha trovato la propria anima gemella. Non ti lascerò andare così facilmente, ragazzino. Ti terrò prigioniero tra le mie braccia per il resto della vita."

Il castano ridacchiò e lo strinse al petto. Il maggiore affondò il viso nella sua felpa e inspirò il suo odore. Sapeva di casa. Jungkook era la sua casa. Avvertì due dita che gli alzarono delicatamente il mento e un attimo dopo due labbra soffici e calde si depositarono sulle sue. Il cuore di Jimin prese a battere in modo irregolare ed il suo corpo si accese di desiderio. Si issò in punta di piedi e avvolse le braccia intorno al collo del ragazzo. Le loro labbra si muovevano freneticamente, affamate le une delle altre. Un gemito sfuggì dalla bocca di Jungkook quando il corvino le dischiuse e gli diede accesso per un contatto più profondo. Era una sensazione così bella, essere stretto tra le braccia del castano, sentirsi al sicuro.

"Vieni, andiamo a distenderci un po'." Sussurrò Jungkook contro le sue labbra. Erano così rosse e stuzzicanti che il giovane dovette distogliere lo sguardo per evitare di saltargli nuovamente addosso. Lo prese invece per mano e lo condusse sul monte Namsan, dove avrebbero potuto godere della meravigliosa vista e di un po' di privacy. Presero una delle coperte che il parco teneva a disposizione per i turisti e si distesero sull'erba. Jimin prese il suo panino e gli diede un morso, sorseggiando poi la Coca Cola del suo ragazzo, il quale gli lanciò un'occhiataccia a cui il corvino rispose con una linguaccia. Aveva giurato che non lo avrebbe baciato dopo che avesse trangugiato tutte quelle schifezze ma neppure il sapore salato del formaggio lo fece desistere quando Jungkook posò nuovamente le labbra su di lui. Jimin si era posizionato tra le sue gambe e posò il capo sul suo petto, avvertendo le braccia del castano avvolgerlo per riscaldarlo dalla fresca brezza che si stava alzando. Ridacchiò quando Jungkook tracciò una scia di baci lungo il suo collo e poi una piccola smorfia quando ricevette un morso.

"Non ti sei saziato con tutta quella roba? Devi mangiare anche me?" Borbottò.

"Tu sei il dessert, hyung." Sussurrò sulla sua pelle, facendogli venire i brividi.

Gli diede una gomitata sul fianco e l'altro ridacchiò. Poi Jimin si rilassò tra le sue braccia e insieme ammirarono la discesa del sole tra le montagne per lasciare il suo posto alla luna, che timida, si stava affacciando nel cielo contornato già da alcune stelle luminose.

 𝕎𝕖 𝕕𝕠𝕟'𝕥 𝕥𝕒𝕝𝕜 𝕒𝕟𝕪𝕞𝕠𝕣𝕖  ➳ 𝕁𝕚𝕜𝕠𝕠𝕜Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora