"Buongiorno signore." Jimin s'inchinò rispettosamente dinanzi il suo capo. Quel giorno lo aveva convocato nel suo ufficio e venne scortato da Namjoon.
"Prego Jimin, accomodati pure." Rispose l'uomo.
Il ragazzo annuì e prese posto, il leader seguì il suo esempio. Lasciò vagare lo sguardo per la stanza tappezzata di trofei e fotografie del gruppo e di due uomini. Jimin aveva sentito parlare di loro, erano gli Homme, idol che facevano parte anch'essi della BigHit. Si sentiva tremendamente in soggezione. Quell'uomo dall'aspetto calmo e rilassato aveva un grande potere tra le mani. Era riuscito a creare il gruppo K-Pop più influente e acclamato del momento.
"Sono estremamente contento che tu abbia accettato di far parte della nostra compagnia."
"Io ringrazio lei per avermene dato l'occasione." Mormorò.
"Il merito è della tua splendida voce. Inoltre Namjoon mi ha riferito che sei anche una stella della danza."
"Beh, me la cavo." Disse, arrossendo leggermente. Tutti quei complimenti lo stavano mettendo in imbarazzo.
"Sei un vero e proprio asso." Disse il leader, dandogli una pacca sulla spalla.
"Jimin, sapendo il tuo luogo di provenienza, il quale è lo stesso di Jungkook, suppongo che voi vi conosciate."
"Più o meno, si."
"Molto bene. Ho pensato di creare delle collaborazioni tra voi due. La prima sarà un ballo che preparerete insieme, mentre più in là vorrei vedervi duettare sulle note di We don't talk anymore."
"Beh veramente io-"
"Non accetterò un no come risposta." Di colpo il viso calmo del capo si fece serio.
"D'accordo." Acconsentì il ragazzo.
"Molto bene. Potete andare e Jimin, incontrati con Jungkook ed iniziate a pensare ad una coreografia."
Jimin annuì e insieme a Namjoon si alzarono, fecero un piccolo inchino e uscirono dalla stanza.
"Jungkookie, hai sentito la notizia?" Il suono della voce di Taehyung lo fece sobbalzare. Era concentrato nel rivedere la loro ultima performance avvenuta due mesi fa. Non si lasciava sfuggire un solo dettaglio. Si accorse con disappunto di aver commesso due errori durante l'esibizione e questo non andava per nulla bene. Avrebbe dovuto allenarsi ancor più di prima.
"Jungkook mi stai ascoltando?" Sbuffò il maggiore, strappandogli il telefono di mano.
"Cosa c'è hyung?" Sospirò il giovane.
"Tu e Jimin dovrete collaborare su una coreografia."
"Chi te lo ha detto?"
"L'ho sentito dire da Namjoon a Suga. Lui è incaricato di scrivere la melodia."
Un senso di agitazione si fece strada dentro di lui. Con Jimin non era in buoni rapporti ma il capo aveva ugualmente deciso in quel modo.
"Perché tutto questo?"
"Questa esibizione che preparerete presenterà Jimin come membro ufficiale del nostro gruppo." Rispose il ragazzo dai capelli color rubino.
"Capisco." Mormorò l'altro.
"Non sei emozionato?" Esclamò Taehyung.
"Non esattamente."
"Per quale motivo?"
"Jimin mi odia."
"Non dire così Jungkookie."
Qualcuno bussò improvvisamente alla porta della sala da ballo e i due si zittirono. Un secondo dopo il ragazzo dai capelli corvini fece capolino con la testa.
"Scusate per aver disturbato ma ti stavo cercando, Jungkook." Disse Jimin, entrando.
Taehyung si alzò da terra e dopo aver rivolto un allegro "Divertitevi" ai due, lasciò la stanza, facendo un occhiolino in direzione del minore, il quale sospirò, scuotendo la testa. I due ragazzi si guardarono intorno, senza osare posare i loro sguardi l'uno sul corpo dell'altro. Il disagio divenne quasi palpabile nell'aria, finché Jimin non si schiarì la gola e non si decise a guardarlo finalmente negli occhi.
"Bang Sihyuk ci ha dato un programma da portare a termine." Disse con il suo solito tono scocciato.
"Lo so." Rispose l'altro.
"Bene."
"Bene." Gli fece eco Jungkook, per poi sospirare pesantemente.
"Ora basta Jimin." Disse, alzandosi da terra e dirigendosi verso di lui.
L'altro allarmato, fece dei passi indietro, fino a toccare la parete con la schiena. Le mani di Jungkook si posarono ai lati della sua testa. Il cuore di entrambi batteva all'impazzata a causa di quell'improvvisa vicinanza.
"C-Che stai facendo, Jungkook?" Sussurrò il ragazzo dai capelli corvini.
"Voglio risolvere questa cosa una volta per tutte." Rispose.
"Ora tu sarai costretto a dirmi cosa c'è che non va e dovrai farlo ora." Continuò.
Calò il silenzio. Jimin chiuse gli occhi, il suo corpo iniziò a tremare. Tutto ciò non sarebbe mai dovuto accadere.
"Lasciami andare immediatamente." Parlò con fare minaccioso.
"No hyung. Per i prossimi mesi dovremo lavorare a stretto contatto e non ho voglia di farlo con tutto questo distacco che c'è tra di noi."
"Dovrai farci l'abitudine allora."
"Non credo affatto."
Le mani di Jimin colpirono con forza il suo petto, tentando invano di toglierselo di dosso, eppure il minore non desisteva, anzi lo afferrò per le spalle e si avvicinò ancor di più. Il respiro del corvino si spezzò e si perse in quegli occhi così scuri. Quegli occhi che in quel momento esprimevano preoccupazione e dolore. Dolore? Jimin non avrebbe mai voluto ferirlo.
"Non voglio farti del male." Sussurrò.
"Il tuo comportamento mi sta ferendo, hyung. Tu sei molto importante per me. Non voglio perderti. Non voglio che ti mi odi."
"Io non ti odio affatto. Ti sto solo proteggendo."
"E da cosa?"
"Da me stesso."
"Jimin, tu non sei pericoloso."
"Ma i miei sentimenti si, invece."
Gli occhi del minore si spalancarono. Il suo cuore intraprese una corsa scatenata.
"C-Cosa vorresti dire?" Sussurrò.
Eppure Jimin non rispose. Semplicemente si avvicinò a lui, senza mai distogliere lo sguardo dal suo e con una lentezza straziante posò delicatamente le labbra sulle sue. Ogni cellula del corpo di Jungkook esplose. La sua mente si svuotò e un intenso calore si propagò dentro di lui. Le braccia del maggiore gli andarono a circondare il collo, stringendolo forte a sé, come se avesse paura che da un momento all'altro potesse sgretolarsi sotto il suo tocco. Come se fosse stato vittima di un incantesimo, Jungkook comprese finalmente ciò che stava accadendo. Tutto il suo corpo prese vita e con uno scatto lo afferrò per la vita, approfondendo il bacio in una maniera quasi selvaggia. Le loro labbra si scontrarono furiose, affamate di altri baci che ben presto arrivarono. Jungkook sembrava insaziabile e Jimin soccombeva ai suoi gesti bruschi, eppure pieni di amore. Dopo un tempo che parve un'eternità, i due giovani trovarono pace e lentamente si staccarono l'uno dall'altro. I loro nasi si sfiorarono, i loro respiri s'intrecciarono, le loro anime si unirono. Poi Jimin corse via, le lacrime che copiose scendevano dai suoi occhi. Il suo unico pensiero era quello di scappare. Dal quel posto, da Jungkook, da se stesso.
Tutto questo non sarebbe mai dovuto accadere.
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𝕎𝕖 𝕕𝕠𝕟'𝕥 𝕥𝕒𝕝𝕜 𝕒𝕟𝕪𝕞𝕠𝕣𝕖 ➳ 𝕁𝕚𝕜𝕠𝕠𝕜
FanfictionPark Jimin e Jeon Jungkook sono amici da sempre, finché un giorno il più giovane decide di intraprendere la carriera di cantante e si trasferisce in un'altra cittadina.