I battiti del suo cuore scandivano le lancette dell'orologio appeso alla parete che si avvicinava sempre più al suo debutto. Il backstage pullulava di uomini e donne con le braccia colme di abiti o cosmetici. I membri del gruppo siedevano dinanzi a degli ampi specchi, lasciando che lo staff li preparasse. Jimin era stato sistemato per primo. Avevano optato per un look piuttosto sobrio: una camicia bianca di flanella e dei pantaloni neri eleganti. Il trucco che avevano utilizzato era leggero, giusto un velo di matita sugli occhi e del lucidalabbra per valorizzare la sua bella bocca. Egli se ne stava poggiato al muro in un angolo, lo sguardo perso nel vuoto. Jungkook lo teneva d'occhio dal riflesso dello specchio. Anche da lì riusciva captare la paura e la pressione che il suo corpo emanava. In quegli ultimi giorni si era allenato così tanto. Aveva il terrore di fallire. Jungkook era rimasto al suo fianco e lo aveva incoraggiato a non mollare e ad avere fiducia in se stesso.
"Mancano quindici minuti."
Jimin alzò la testa ed i suoi grandi occhi marroni si puntarono sul monitor che registrava il palco colmo di fans trepidanti. Jungkook si alzò dalla sua postazione, ignorando le proteste della donna che stava ritoccando il suo trucco e si avvicinò al corvino.
"Vieni con me." Gli disse.
L'altro gli lanciò un'occhiata interrogativa ma fece come gli fu detto. Imboccarono il corridoio sotto gli sguardi disinteressati degli impiegati. Jungkook entrò in una stanza vuota e Jimin lo seguì.
"Hyung, devi rilassarti." Parlò il castano.
Il maggiore lo guardò e rimase abbagliato dalla sua bellezza. Si era così rintanato nella sua inquietudine da non aver prestato attenzione al suo fidanzato. Con quella giacca adornata da piccole e graziose paillettes, Jungkook somigliava ad una stella splendente.
"Ci provo ma è molto difficile. Quando sarà il mio momento, ci saranno migliaia di persone che mi guarderanno e mi giudicheranno." Si morse il labbro inferiore.
Jungkook gli si avvicinò e gli incorniciò il viso tra le mani. Il suo dolce sorriso fece la sua tanto agognata comparsa ed il cuore del corvino divenne più leggero.
"Sarai straordinario, rimarranno senza fiato, proprio come me ogni volta che ti guardo."
Jimin sorrise imbarazzato. Non era ancora in grado di accettare i complimenti del suo ragazzo. Gli circondò il collo con le braccia e lo guardò negli occhi, affogando il quel mare scuro ma in cui si sentiva protetto.
"La tua opinione non conta, non è oggettiva." Lo canzonò.
Il giovane ridacchiò e strinse il corvino a sé, nascondendo il volto nell'incavo del suo collo e respirando il delicato sentore della sua pelle morbida come la seta.
"La mia opinione è l'unica che conta."
"Hai ragione."
"Ora ti senti un po' meglio?" Domandò Jungkook.
Jimin corrucciò le labbra in una espressione pensosa.
"Non proprio." Rispose.
"Baciami." Disse poi.
Il castano non se lo fece ripetere due volte e con un rapido movimento avvicinò il proprio viso a quello del maggiore e coinvolse le sue labbra in un lungo e dolce bacio. A Jimin vennero i brividi quando le mani del ragazzo gli strinsero i fianchi.
"Sarai fantastico, Jimin."
"Si entra in scena!"
Una dolce melodia riempì lo stadio ed i fans urlarono, sorpresi e felici. Jimin se ne stava rannicchiato al centro del palco, nascosto dalle luci. La canzone che Yoongi aveva composto si addiceva molto alla sua personalità ed al suo stile di ballo. Aveva trascorso la sua vita all'interno di un bozzolo ed ora era pronto per trasformarsi in qualcosa di superiore, in qualcosa di migliore. Era il suo momento. Jungkook lo guardava dal backstage, gli occhi che brillavano, pieni di orgoglio e amore. Le sue labbra si schiusero per formare delle parole che il corvino comprese immediatamente. Balla per me. Lo avrebbe fatto. Avrebbe danzato per il ragazzo che amava, per se stesso, per suo padre. Si alzò da terra con movimenti leggeri ed eleganti, come se stesse fluttuando. Le gambe vennero guidate dalla canzone, le braccia che si libravano in alto, sempre più in alto. Un profondo coro di esclamazioni si propagò per tutto lo stadio. Le persone lo ammiravano affascinate, come se stessero osservando una creatura ultraterrena, eterea. Si chiedevano chi fosse, perché non riconoscevano in lui nessuno dei membri della band. D'altro canto quest'ultimi si godevano lo spettacolo dai retroscena. Il cuore di Hoseok batteva per l'emozione di veder ballare quel ragazzo con tanta passione e grazia. Il sorriso di Yoongi faceva trasparire tutto il lavoro che aveva affrontato per scrivere una canzone che si potesse adattare all'indole di Jimin. Namjoon gli diede una pacca sulla spalla. Aveva compiuto un ottimo lavoro, come sempre. Nella struttura era calato il silenzio più totale, interrotto solamente dalla melodia della canzone. Jimin si librava sul palco, una farfalla dalle ali candide, pure ed eterne. Jungkook credette che il suo cuore stesse per esplodere, colmo di un amore così profondo che mai in tutta la sua vita aveva sperimentato.
"Sembra un angelo." Sussurrò.
Il mio angelo.
Ad un certo punto la canzone s'interruppe, Jimin si arrestò per poi inginocchiarsi a terra. Dietro di lui ci fu un'esplosione di luci ed uno stuolo di farfalle presero vita, volando via. Ci fu un minuto di silenzio e poi la folla gridò con tutto il fiato che possedeva in corpo. Esclamazioni ammirate, incredule, era follia pura. Il castano non riuscì a trattenersi. Corse incontro al suo ragazzo, nascosto dall'oscurità, e s'inginocchiò al suo fianco. I suoi occhi splendevano al buio come due piccoli e preziosi diamanti. Lo prese per mano e le loro dita s'intrecciarono, riconoscendosi.
"Sono stato bravo?" Sussurrò.
"Sei stato eccezionale." Rispose Jungkook.
"Quindi merito un bacio?"
"Meriti tutto il mondo."
Il concerto era terminato da ormai un'ora. I BTS si erano esibiti con nuove canzoni, in cui partecipò anche Jimin. Osservava sorpreso e rincuorato come i fans lo acclamavano. Non si sarebbe mai aspettato un tale benvenuto. Tutta l'inquietudine ed il timore svanirono, rimpiazzati dalla gioia dell'essere accettato. Per tutto il tempo Jungkook lo aveva tenuto d'occhio, assicurandosi che stesse bene, facendolo sentire amato. Era mezzanotte ed i ragazzi si trascinarono esausti nelle proprie stanze, augurandosi la buonanotte a vicenda. Jimin e Jungkook si diressero nella loro camera da letto. Il corvino si gettò sul letto, mentre Jungkook si tolse la maglia, restando a torso nudo. Aveva le braccia e le gambe in fiamme, dopo tutte quelle ore a danzare ed aveva un urgente bisogno di una doccia calda e rilassante.
"Jimin, ti sei addormentato?"
Un debole mugugno fu tutto ciò che ricevette come risposta e ridacchiò, avvicinandosi al letto. Gli diede una pacca sul didietro ed il ragazzo sobbalzò.
"Ahi..." Borbottò.
"Non puoi dormire senza prima esserti fatto una bella doccia."
"Sono esausto." Protestò.
"Anche io lo sono hyung, però ti sentirai meglio."
D'improvviso la mano di Jimin lo afferrò per un braccio e tirò con forza, così da farlo cadere al suo fianco.
"Jimin! Ma cosa-"
"Rimani qui per un po'." Disse il corvino.
Lo strinse tra le braccia e posò il capo sul suo petto caldo e accogliente. Jungkook scosse la testa ma avvolse la braccia intorno al suo busto, avvicinandolo a sé.
"Oggi è stato incredibile. Le grida delle persone, i loro volti intrisi di gioia, di...Amore. La mia anima si è nutrita delle straordinarie emozioni che mi hanno trasmesso."
"Te lo avevo detto che non te ne saresti pentito." Disse Jungkook.
"Ed avevi assolutamente ragione. Voglio far parte di tutto questo, voglio immagazzinarlo dentro di me, voglio che mi riempa. È stato come se finalmente avessi trovato il mio posto nel mondo. E quel posto è sul palco, accanto a te, accanto a voi."
Le lacrime bruciarono nella gola del castano. Lo sovrastò con il suo corpo e lo baciò. Fu un bacio colmo di passione ma al contempo saturo di dolcezza e amore incondizionato. Le dita del corvino trovarono la loro strada verso i suoi capelli e li accarezzò. Erano soffici come le sue splendide labbra. Le mani di Jungkook invece tracciarono una scia infuocata per tutto il corpo di Jimin, facendogli desiderare sempre di più, ma stavano correndo troppo. Jimin avrebbe donato tutto se stesso al ragazzo che amava e Jungkook avrebbe fatto lo stesso, eppure quel momento non era ancora giunto.
"Faremmo meglio a farci una doccia." Sussurrò il corvino, a corto di fiato.
Il petto di Jungkook si muoveva al ritmo del suo respiro concitato, le pupille dei suoi occhi erano dilatate dal desiderio.
"Ti amo, Jimin."
"Ti amo anche io, Kookie."
E suggellarono quelle parole con un bacio delicato tanto quanto le ali di una farfalla.
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𝕎𝕖 𝕕𝕠𝕟'𝕥 𝕥𝕒𝕝𝕜 𝕒𝕟𝕪𝕞𝕠𝕣𝕖 ➳ 𝕁𝕚𝕜𝕠𝕠𝕜
FanfictionPark Jimin e Jeon Jungkook sono amici da sempre, finché un giorno il più giovane decide di intraprendere la carriera di cantante e si trasferisce in un'altra cittadina.